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 2012  dicembre 17 Lunedì calendario

Ieri alle 19.55 l’Ansa ha fatto sapere che «Monti sarebbe tentato di fare una sua lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti»

Ieri alle 19.55 l’Ansa ha fatto sapere che «Monti sarebbe tentato di fare una sua lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti». Il dispaccio continua: «In un secondo momento questa lista potrebbe riunire quelle forze politiche che si riconoscono nell’agenda del premier». L’agenzia precisa che queste informazioni provengono da «persone che hanno potuto parlare con il presidente del Consiglio, che oggi ha visto il Capo dello Stato». Sull’incontro con Napolitano, sia il presidente della Repubblica che il capo del governo hanno tenuto la bocca chiusa. Napolitano, rispondendo alla domanda dei cronisti se fosse stata fatta chiarezza sulle intenzioni del premier: «Se ha fatto chiarezza lo deve dire lui e lo dirà lui». Monti, rispondendo alla stessa domanda subito dopo il concerto che Riccardo Muti ha diretto al Senato: «Buon Natale, davvero tanti e tanti auguri».

Cioè bocca cucita. Che cosa arguiamo da tutto questo?
Per leggere la situazione possiamo forse aiutarci con le cose che ha detto a Lucia Annunziata, durante la trasmissione “In ½ ora”, il ministro Riccardi: «So comunque che Monti parlerà al Paese e farà un discorso argomentato. Monti non decide sulla base delle pressioni, una battuta qua e una la. Le sue sono decisioni argomentate. Avremo dunque un discorso di Monti, argomentato, in cui spiegherà i motivi della sua scelta. Non si tratta solo di fatto personale. Il fenomeno Monti ha sparigliato". Queste parole dovrebbero significare quanto segue: il capo del governo andrà in Parlamento e, il giorno prima di dimettersi, farà un discorso rivolto soprattutto al Paese. Abbiamo già detto che in quel giorno, probabilmente, presenterà un memorandum contenente la cosiddetta “Agenda Monti” e inviterà deputati e senatori a votarla. In questo modo impegnerà il prossimo governo a non abbandonare la via del rigore. È possibile che subito dopo annunci questa lista di cui parla l’Ansa. Una lista che in partenza non sarà apparentata né con la destra né con la sinistra.  

Lei ci crede?
La fonte è troppo autorevole per non essere credibile. Questo di far passare all’agenzia apparenti indiscrezioni è del resto un trucco piuttosto vecchio. Il politico comincia a far circolare la notizia, valuta le reazioni, fa sempre in tempo a ritirarsi. Al momento, la notizia è fondata: Monti sta pensando di scendere in campo con una lista sua.  

L’obiezione a questa mossa, ribadita ancora ieri da Scalfari, è che in questo modo il premier perderà la sua caratteristica di essere super partes. Una condizione che potrebbe tornare molto utile in caso di voto in pareggio.
Lo penso anch’io, ma forse Monti sta prendendo in considerazione la possibilità di spaccare non solo il Pdl, ma anche il Pd. Già ieri qualche esponente della zona moderata del Pd ha fibrillato. Fioroni ha raccomandato di non tirare il premier per la giacca, Marco Follini – che fu già con Berlusconi al tempo in cui ancora stava nell’Udc – s’è spinto un poco più in là: «Si tratta di tenere insieme il rigore e la serietà di Monti con il respiro sociale del centrosinistra». Teniamo conto del fatto che la Chiesa, contrarissima a Berlusconi, spinge per la formazione di un centro cattolico moderato che si opponga o almeno stemperi la vittoria di Bersani.  

• Quante chance avrebbe una simile formazione?
Ieri Mannheimer, sul Corriere, ha aggiornato i suoi calcoli. «Oggi circa il 3-5% dell’elettorato si dichiara già pronto, senza riserve, a votare alle elezioni una lista capeggiata da Monti». Sembra poco, ma bisogna mettere nel conto che, se Monti presentasse una sua lista, il consenso aumenterebbe subito e non di pochi punti. Mettiamoci poi un 5-6 per cento dell’Udc, un 2% di Montezemolo,  un 1% di Oscar Giannino. Potrebbe venir fuori una formazione piuttosto consistente. L’arrivo dei democratici moderati toglierebbe punti a Bersani e li regalerebbe a Monti. Insomma, il partito del premier, oltre a «sparigliare», come dice Riccardi, potrebbe prendere parecchi voti.  

Anche se Berlusconi dice il contrario, io penso che in cuor suo speri che Monti si tolga di mezzo.
Ieri il Cav ha tenuto un monologo di un’ora da Barbara D’Urso, su Canale 5. Vuole abolire l’Ici e sa dove prendere i soldi che verrebbero a mancare. Se Monti accettasse di fare il federatore dei moderati lui si tirerebbe indietro. Eccetera eccetera. Mentre parlava erano in corso due convegni. In uno, all’Olimpico, si esaltava la figura di Alfano, il segretario che vuole diventare premier. Da questa platea veniva ribadita la disponibilità a sostenere Monti. Solo che Monti con Alfano e Berlusconi, che lo hanno sfiduciato oltre tutto con un discorso di Alfano molto duro, non vuole avere niente a che fare. Nell’altro convegno, intitolato “Le primarie delle idee», Giorgia Meloni e Guido Crosetto hanno praticamente annunciato la nascita del loro nuovo partito. «Non vogliamo essere confusi con Fiorito e Scajola». Contando che anche Gasparri e La Russa stanno seriamente pensando di correre per conto loro, il Pdl risulta già diviso in tre pezzi.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 17 dicembre 2012]