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 2012  dicembre 14 Venerdì calendario

Via alla vigilanza bancarie Ue dal 2014

• I leader europei ieri hanno trovato un accordo sulla vigilanza bancaria europea e hanno varato il prestito per salvare Atene dalla bancarotta. La supervisione bancaria entrerà in vigore nel marzo 2014. La Bce avrà supervisione diretta solo sulle grandi banche, con asset superiori a trenta miliardi, e sugli istituti che verranno salvati direttamente dal fondo Esm. Le piccole banche, e in particolare le banche regionali tedesche, restano sotto la supervisione delle autorità nazionali. Tuttavia la Bce avrà il diritto, in casi particolari, di avocare a sé il controllo diretto su qualsiasi istituto di credito tra i seimila registrati nella zona euro. Nella fase di transizione il fondo europeo Esm potrà intervenire a finanziare direttamente una banca in difficoltà, ma potrà farlo solo con una decisione unanime del board, e dunque la Germania mantiene un sostanziale diritto di veto. Nel meccanismo di sorveglianza unico entreranno anche i Paesi al di fuori della zona euro, che saranno rappresentati nel supervisory board, ben distinto dall’executive board della Bce. Tuttavia la Gran Bretagna, la Svezia e la Repubblica Ceca resteranno fuori. [Bonanni, Rep]  

• Spiega Livini (Rep): «Sotto l’ombrello della supervisione Bce finiranno solo le più grandi banche continentali e non tutte e 6mila come chiedeva la Francia. In totale 150-200 (tra cui 14 italiane secondo le prime stime). Angela Merkel aveva posto due condizioni: lasciare alla Bundesbank la sorveglianza delle 2mila Landesbank, Sparkasse e mutue tedesche – un tribolato universo a controllo pubblico, spesso a nomina politica, con attivi per 2mila miliardi – e posticipare il più possibile l’entrata in vigore dell’intesa. Obiettivi centrati al 99%. Solo due istituti sui 2mila della galassia del credito locale saranno controllati da Eurotower. E il rinvio a marzo 2014 mette al sicuro la Cancelliera da sorprese durante la campagna elettorale per le politiche di settembre 2013. Londra, come la Svezia e gli altri paesi non euro, è soddisfatta. Il compromesso lascia loro libertà d’adesione. E la revisione dei diritti di voto dell’Eba (l’associazione bancaria continentale) li mette al riparo da imboscate a colpi di maggioranza delle 17 nazioni della moneta unica».