Rassegna, 22 novembre 2012
Grecia, no tedesco al taglio del debito
• I ministri della zona euro e il Fondo monetario internazionale non sono riusciti a trovare un’intesa per sbloccare il prestito alla Grecia e salvare il Paese dalla bancarotta. Dopo dodici ore di discussione conclusasi dopo le due di notte, si sono dati appuntamento a lunedì prossimo. Secondo fonti ufficiali, il rinvio è dovuto alla necessità di approfondire alcune questioni tecniche. Spiega Bonanni su Rep: «Il Fondo monetario insiste sul fatto che, per rendere sostenibile il debito greco e riportarlo al 120 per cento del Pil entro il 2020, è necessario che i governi europei accettino un taglio (haircut) sul valore dei titoli ellenici in loro possesso, così come hanno già fatto i privati. Ma la Germania, spalleggiata da Olanda, Austria e Finlandia, si oppone fermamente all’idea. E anche la Bce non ne vuole sentir parlare. Berlino propone, per arrivare a rendere sostenibile il debito di Atene, un complesso mix di misure che a suo dire dovrebbero consentire di raggiungere l’obiettivo. Anche se l’esatta composizione della manovra non è ancora chiara, si sa che Berlino propone una riduzione degli interessi sui prestiti concessi ad Atene, un allungamento delle scadenze e un nuovo prestito del Fondo salva stati per dieci miliardi in modo di consentire al governo greco di riacquistare i bond detenuti dai privati a circa un terzo del loro valore nominale. Queste misure dovrebbero essere accompagnate da una proroga si due anni concessa alla Grecia per raggiungere un debito del 120 per cento del Pil nel 2022 anziché nel 2020».