Rassegna, 21 novembre 2012
I rapitori e la banca a Lugano
• Nell’indagine sul sequestro Spinelli ora si segue la pista delle banche svizzere. Da un’intercettazione: «Ti dico nel succo il ragionamento che gli devi fare», spiega il 13 novembre il capo dei rapitori del contabile di Silvio Berlusconi, Francesco Leone, al comasco Alessio Maier che tramite un certo «Luca» sta per andare a Lugano a parlare con il direttore dell’istituto cooperativo regionale Raiffeisen Bank: gli deve dire «Qui stanno svariati milioni di euro che dobbiamo mettere nella cassetta e nelle cassette di sicurezza devono stare protette, che mi puoi consigliare? A operazione avvenuta esce il caffè anche per te». [Ferrarella e Guastella, Cds]
• Finora non è stata trovata nessuna traccia materiale del bottino del sequestro. [Carlucci, Rep]
• Ghedini continua ad assicurare che non è stato versato neanche un euro. E in una lunga nota fornisce la sua versione sul buco di 31 ore intercorso tra la liberazione di Spinelli e la denuncia in procura. Il ritardo sarebbe dipeso dal fatto che il ragioniere, fino all’ultimo, ha negato di essere stato sequestrato. «Soltanto nella tarda mattinata di mercoledì 17 ottobre, cioè il giorno dopo, il Spinelli si è recato dal presidente per raccontargli cosa era realmente successo». Una tesi sostenuta anche dal cassiere, che avrebbe esitato per il «forte timore di gravi ritorsioni nei confronti dei miei familiari». [Carlucci, Rep]
• Ferrarella e Guastella (Cds) vedono una certa somiglianza tra la vicenda Spinelli e quella della telefonata Fassino-Consorte del dicembre 2005: «Spinelli, infatti, a proposito della chiavetta informatica sulla quale a dire dei sequestratori c’erano “7 ore e 41 minuti di registrazione che avrebbero danneggiato De Benedetti in relazione al lodo Mondadori” e il filmato in dvd di una cena complottarda di Fini con magistrati di quel processo, racconta che per una impasse tecnica i rapitori non riuscirono a fargli visionare il contenuto: “Il computer era acceso e ho detto Meno male, siamo in grado di vedere, ma loro mi hanno detto che il sistema del mio computer non era compatibile con il programma su cui era stato registrato il Dvd e la chiavetta”. È la stessa scena accreditata da Raffaelli per l’intercettazione di Fassino davanti ai Berlusconi ad Arcore nel 2005: il pc portatile si sarebbe impallato, senza riuscire a fargliela ascoltare».
• Dagospia ieri: «Dai, Banana, dillo pure che non erano i video di Fini e dei magistrati, né carte segrete sul Lodo Mondadori, ma i video delle tue “cene eleganti” l’arma del ricatto!». Secondo Magri della Sta, è un tormentone che scandirà le prossime fasi dell’inchiesta sul sequestro Spinelli.