La Gazzetta dello Sport, 20 novembre 2012
Berlusconi è precipitato per l’ennesima volta in una storia tenebrosa. Un mese fa il suo ragioniere, Giuseppe Spinelli, è stato sequestrato in casa sua per una notte intera da malviventi che pretendevano un riscatto e offrivano in cambio documenti a loro dire essenziali per il caso relativo al lodo Mondadori
Berlusconi è precipitato per l’ennesima volta in una storia tenebrosa. Un mese fa il suo ragioniere, Giuseppe Spinelli, è stato sequestrato in casa sua per una notte intera da malviventi che pretendevano un riscatto e offrivano in cambio documenti a loro dire essenziali per il caso relativo al lodo Mondadori. La ricostruzione è ancora piena di ambiguità e punti da chiarire. Ma i sei protagonisti del malaffare sono tutti in galera e saranno interrogati domani. Spinelli, la moglie e l’avvocato Ghedini hanno già reso testimonianza alla Boccassini e al pm Paolo Storari.
• Chi è Spinelli?
Giuseppe Spinelli, 71 anni, il tesoriere di Berlusconi, cioè l’uomo che gli amministra la cassa. Il grande pubblico s’è reso conto della sua esistenza in margine al caso Ruby, quando s’è scoperto che l’allora presidente del consiglio manteneva un gruppo di ragazze soprannominate – dal palazzo in cui erano ospitate – “olgettine”. Era Spinelli quello che, su istruzione del Cav, passava loro i soldi, e ieri infatti una di queste, la Barbara Guerra, se n’è uscita con un significativo: «Povero Spinellino mio!». Della potenza e della freddezza di quest’uomo ci si è resi pienamente conto però quando la Procura ha tentato di perquisirgli l’ufficio di Milano e s’è sentita opporre un netto rifiuto: questo è territorio della presidenza del Consiglio – disse quella volta Spinelli - quindi interdetto alla magistratura fino a liberatoria concessa dal Parlamento. I magistrati dovettero arretrare.
• Com’è andato il sequestro? Spinelli ha mostrato analoga freddezza?
Si direbbe di sì. Era il 15 ottobre scorso, un lunedì. Di lunedì, giorno di pagamenti, Spinelli fa sempre tardi. Quella sera, infatti, rientra a casa, a Bresso, dopo le dieci di sera. Sale fino all’ottavo piano, la moglie gli apre la porta e in quel momento due incappucciati gli balzano addosso, lo spingono dentro e, brandendo le pistole, costringono i due coniugi a sedersi sul divano. Nella colluttazione feriscono il ragioniere, che perde sangue, e gli spaccano gli occhiali. I due pretendono che Spinelli chiami Berlusconi e si faccia dare 35 milioni di euro non solo per la sua liberazione ma anche per documenti a loro dire essenziali nella faccenda del lodo Mondadori.
• Che cos’è il lodo Mondadori?
Non si ricorda? È l’accordo tra Berlusconi e De Benedetti, favorito da Ciarrapico, che avrebbe dovuto por fine alla guerra tra i due per il controllo del gruppo Mondadori-L’Espresso, a quell’epoca uniti. È un affare che risale a vent’anni fa. Sia De Benedetti che Berlusconi ricorsero poi al tribunale per tentare di pigliarsi tutto il gruppo, e i giudici di Milano diedero ragione a De Benedetti, mentre quelli di Roma fecero vincere Berlusconi. Si venne poi a sapere che uno dei tre giudici della sentenza romana era stato corrotto dagli uomini di Berlusconi con 400 milioni di lire, fatto che diede l’avvio a un’altra causa per risarcimento alla fine della quale De Benetti ha ottenuto dal tribunale che Berlusconi gli versasse 560 milioni. Una causa che attende ancora l’ultima pronuncia, quella della Cassazione.
• I banditi sostenevano di avere documenti relativi all’affaire utili a Berlusconi?
Sì, e anche la prova, secondo loro, che Fini se la intendeva coi magistrati della causa… Sia Fini che De Benedetti hanno giudicato la cosa assurda, ma intanto c’è questo ragionier Spinelli che alle 7.30 del mattino del 16 ottobre telefona a Berlusconi, gli racconta del sequestro, dice che i malviventi (a questo punto tre: alle due di notte è arrivato anche il capo, Francesco Leone) hanno questo materiale relativo al lodo, sostiene falsamente di aver visto un filmato assolutamente convincente eccetera eccetera. Poi chiama anche l’avvocato di Berlusconi, onorevole Nicola Ghedini. Alle 9, finalmente, i banditi se ne vanno, Berlusconi manda la sua scorta a prelevare i due coniugi e a portarli in luogo sicuro, poi, il pomeriggio del 17, Ghedini denuncia il fatto alla Procura di Milano. Qui si inseriscono altri due misteri ai quali non siamo per ora in grado di rispondere: come mai la denuncia del misfatto è stata fatta con tanto ritardo? Come mai Berlusconi, quel 17 ottobre, ha annullato tutti gli impegni, e ne aveva di importanti, doveva incontrare Monti e vedere a Bucarest quelli del Ppe? Il sospetto è che quel tempo sia stato impiegato per il pagamento di un riscatto da otto milioni di euro. Per ora non ci sono prove, e Ghedini nega, ma in certe intercettazioni si sentono due dei banditi che si propongono di spostare a Lugano otto milioni di euro chiusi in tre cassette di sicurezza presso il Credito Valtellinese, la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e di Buguggiate. Sono stati ammanettati giusto in tempo.
• Chi sono i sei banditi?
Tre italiani e tre albanesi. Il capo è questo Francesco Leone, barese, 51 anni, a suo tempo collaboratore di giustizia e poi specializzatosi proprio in questo tipo di reato: sequestri di poche ore, in genere a danno di direttori di banca, da chiudere con un riscatto veloce.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 20 novembre 2012]