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 2012  novembre 15 Giovedì calendario

Siamo naturalmente impressionanti dalle manifestazioni indette dalla Cgil in 87 città italiane, in ognuna delle quali hanno sfilato migliaia di studenti e di lavoratori, con incidenti piuttosto gravi a Roma, Torino, Milano e cartelli che davano addosso a «politici, banchieri e farabutti»

Siamo naturalmente impressionanti dalle manifestazioni indette dalla Cgil in 87 città italiane, in ognuna delle quali hanno sfilato migliaia di studenti e di lavoratori, con incidenti piuttosto gravi a Roma, Torino, Milano e cartelli che davano addosso a «politici, banchieri e farabutti». Tuttavia, le manifestazioni italiane devono essere inserite all’interno della mobilitazione europea proclamata dalla Confederazione europea dei sindacati contro la politica di austerità. Si deve dunque dar conto di questo quadro internazionale che, paradossalmente, rappresenta un piccolo passo verso una maggiore unità del nostro continente: se i sindacati sono capaci di mobilitarsi tutti insieme significa che è sempre più urgente metterli a confronto con un’autorità europea dotata dei poteri minimi per trattare. La Merkel ieri ha colto il punto e ha dichiarato: «Dobbiamo fare ciò che è necessario, sbloccare il mercato del lavoro, dare maggiori opportunità di impiego alle persone, creare più flessibilità in alcuni settori e soprattutto offrire di più ai giovani. Questo dobbiamo far capire ai sindacati continuando a parlare con loro». Ed ecco brevemente, città per città, la cronaca delle manifestazioni di ieri (tratta dai resoconti dell’Ansa). Madrid Due cortei, uno a piedi e uno di ciclisti. Numero di manifestanti valutato in “centinaia”. Nella piazza Cibeles al centro di Madrid, intorno alle 13.30, sono stati lanciati degli oggetti contro i poliziotti schierati. Gli agenti hanno risposto sparando proiettili di gomma. Due arresti a Madrid e 70 in tutta la Spagna, un agente ferito, ferito anche un ragazzo di 13 anni a Tarragona, che le tv hanno mostrato sanguinante. Atene Sciopero indetto dai due principali sindacati ellenici (Adedy e Gsee) e diecimila che da piazza Klafthmonos hanno sfilato fino al Parlamento. Striscione principale: «Basta con l’austerity, sviluppo adesso». Il sito News.lt.gr ha pubblicato la foto di una vecchina che marcia in testa a un corteo con un cartellino bianco su cui sta scritto: «Ho paura della fame, mio Dio» subito cliccata migliaia di volte in tutto il mondo. Lisbona La polizia ha caricato i tremila che manifestavano davanti al Parlamento, mandando un manifestante all’ospedale e ferendone altri quattro. Qui la protesta è stata battezzata «giornata di lutto europea». Attacchi a bancomat e istituti di credito. Sciopero in tutto il paese, con esisto diseguale. Berlino Adesione scarsa, davanti alla Porta di Brandeburgo erano in 250. Manifestazioni anche a Dresda e Francoforte sul Meno. Il presidente della Federazione dei sindacati tedeschi DGB ha detto: «Le politiche di risparmio stanno mettendo in ginocchio le economie di paesi come Grecia, Portogallo, Spagna». Bruxelles Tutto si è risolto nella consegna, da parte di Bernadette Segol, capitana dei sindacati locali, di un premio Nobel per l’austerity alla Commissione europea. Visto anche un boomerang con la scritta «L’austerità vi ritornerà in faccia».

In Italia invece hanno protestato in migliaia e forse in decine di migliaia.
Sì, leggo, relativamente a Roma, cifre come 30 o 60 mila. Io ho visto una delle manifestazioni di Milano e, a occhio, non direi che erano più di cinquemila. Tuttavia, come al solito, rilevo che spezzettare le manifestazioni in 87 città permette di nascondere il risultato effettivo della protesta. Nessuno è più capace di portare un milione di persone a Roma, convogliandole da tutta Italia. Del resto, anche la Cgil – come la Cisl e la Uil – è fatta ormai per il 70% di pensionati.  

Ma in strada si sono visti tantissimi giovani e giovanissimi.
È vero, la maggior parte dei manifestanti, e quasi tutti i feriti e gli arrestati, sono giovanissimi e addirittura minorenni. Abbiamo il dovere, a questo proposito, di presentare un bilancio. A Roma la protesta è stata – per dir così – sporcata da un corteo dei nazisti di CasaPound (Blocco Studentesco) che profittando di una improvvida deviazione imposta dalla polizia sono andati a gridare frasi antisemite davanti a una scuola del Ghetto, provocando una notevole tensione. Per il resto quattro cortei, decine di presìdi, tanti sedicenni, molti universitari. Ci sono stati scontri con la polizia, tre arresti, cinquanta fermi, sedici feriti. A Milano dal corteo partito da piazza Cairoli, quasi tutto di studenti delle superiori e di universitari, si sono staccati gruppetti che che hanno rotto le vetrine del Punto Enel e danneggiato le filiali Unicredit e Cariparma di via Broletto. Ci sono stati cinque agenti feriti. A Torino sono stati tirati fumogeni e uova contro la sede dell’Agenzia delle entrate, poi c’è stata un’irruzione nella sede del ministero dell’Economia e delle Finanze. Ci sono tre poliziotti feriti, uno dei quali seriamente.  

Come mai in queste manifestazioni italiane, teoricamente contro l’austerità, si sono visti quasi solo studenti?
È l’unica massa di manovra che resta ai sindacati. Se ci pensa, anche a Pomigliano, dove da tutte le cronache la Cgil sembra dominatrice assoluta, la percentuale degli iscritti Fiom – certificata dal tribunale - alla fine è di appena il 9%. Il nostro sindacato fatica ormai ad essere un interlocutore vero.  

Quindi, nelle manifestazioni, alla fine sono venuti fuori i problemi della scuola.
Sì, soprattutto quelli. I tagli, il blocco dei contratti degli insegnanti, la legge ex Aprea che vuole aprire licei e istituti secondari al territorio, cioè ammettere l’aiuto anche economico dei privati.  

Il prolungamento dell’orario dei professori esiste ancora?
No, il governo ci ha rinunciato.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 15 novembre 2012]