Rassegna, 8 novembre 2012
Atene vota sì ai nuovi tagli da 13,5 miliardi
• La Grecia ha detto sì ai tagli da 13,5 miliardi e scongiura, per ora, il rischio di default e di uscita dall’euro. Il Parlamento ha approvato in tarda serata il pacchetto di tagli tra scontri di piazza, molotov, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Solo 153 voti a favore, appena tre in più della maggioranza. La misura dovrebbe sbloccare, forse già all’Eurogruppo del 12 novembre, la tranche di 31 miliardi di aiuti di Bce-Ue e Fmi. Spiega Livini su Rep: «I tagli imposti dalla Troika prevedono un aumento di due anni dell’età pensionabile, una riduzione dal 5 al 15% delle pensioni sopra i mille euro, la cancellazione di tutti i bonus per gli stipendi pubblici e pratiche più rapide e meno onerose dal punto di vista finanziario per licenziare i dipendenti, con le buonuscite dimezzate. La nuova manovra porta a 76 miliardi di euro (quasi il 40% del Pil) il valore delle finanziarie imposte da Ue-Bce e Fmi ad Atene. Con risultati a oggi discutibili. Il prodotto interno lordo è crollato del 20% dal 2008, scenderà di un altro 6,5% quest’anno ed è stato rivisto al ribasso a - 4,5% per il 2013. Il rapporto debito/Pil salirà al 189% l’anno prossimo, ben lontano dagli obiettivi imposti dalla Troika. Tradotto in cifre più vicine alla sofferenza dei greci, significa che 2,3 milioni di persone (su 11) vivono sotto la soglia della povertà e la disoccupazione è arrivata al 25%. Senza che ancora si veda all’orizzonte la fine del tunnel».