Rassegna, 8 novembre 2012
Obama: «Il meglio deve ancora arrivare»
• Obama ha festeggiato a Chicago, sul palco del suo quartier generale, insieme a Michelle, Malia e Sasha. Scrive Valentino (Cds): «È stato il più bel discorso di Obama da molto tempo. In tanti si sono chiesti perché non abbia avuto l’ispirazione e le motivazioni per una retorica così forte e trascinante alla Convention di Charlotte. Con quell’attacco che ha ricordato i suoi momenti migliori: “Questa notte, più di 200 anni da quando una ex colonia conquistò il diritto di determinare il suo destino, il compito di perfezionare la nostra Unione va avanti grazie a voi. Va avanti perché voi avete riaffermato lo spirito che ha trionfato sulla guerra e sulla depressione, che ha sollevato il nostro Paese dalle profondità della disperazione alle vette della speranza, la convinzione che mentre ognuno di noi persegue i suoi sogni individuali, noi siamo una famiglia americana, ci alziamo e cadiamo insieme, una nazione e un popolo”».
• Obama è il secondo democratico ad avere conquistato la rielezione alla Casa Bianca dalla fine della guerra mondiale. [Rampini, Rep]
• Flores d’Arcais analizza i voti conquistati da Obama in queste elezioni e li confronta con quelli del 2008: «Nell’elettorato femminile, che nell’ultimo mese di campagna elettorale si era (in parte) riavvicinato al candidato repubblicano, Obama ottiene il 55 per cento contro il 44 del suo avversario. Una differenza di undici punti, che non è molto distante da quella (13 per cento) ottenuta quattro anni fa. (…) La maggiore flessione il presidente l’ha avuta tra i giovani (19-29 anni), dove il gap con i repubblicani è sceso dai 34 punti del 2008 ai 23 di quest’anno: il 60 per cento ha votato per Obama, il 37 per cento per Romney. (…) Dagli elettori ispanici arrivano le notizie più confortanti per il partito democratico. Non soltanto perché il divario è ulteriormente cresciuto rispetto a quattro anni fa (69 per cento per Obama, 29-30 per Romney contro il 67-31 del 2008) ma soprattutto perché l’elettorato “latino” rappresenta adesso il 10 per cento di quello totale degli Usa e nei prossimi anni è destinato a crescere ancora. (…) Scontato il successo del primo presidente nero tra gli afro-americani (93 per cento contro il 6 di Romney) anche se la percentuale di coloro che vanno alle urne resta particolarmente bassa, ancora sotto il 15 per cento. Obama aumenta i consensi anche tra gli asiatici con una maggioranza schiacciante di 49 punti (74 per cento contro il 25 di Romney), quasi il doppio rispetto al 2008, quando ottenne il 49 per cento dei loro consensi. Anche se numericamente non sono una grande forza elettorale, infine, i voti della comunità ebraica hanno un valore politico-culturale. Tra loro Obama ha perso qualcosa, ma la maggioranza resta in modo schiacciante democratica (70 per cento contro il 29 di Romney)».