Rassegna, 6 novembre 2012
Ruby e l’affido alla Minetti: «Prassi d’ufficio»
• Al processo Ruby ieri una relazione del procuratore dei minori Monica Frediani ha fatto incassare un punto alla difesa di Silvio Berlusconi. Si legge infatti che, nella prassi dell’ufficio, non è insolito che adolescenti, in assenza di un genitore o parente» vengano «affidati in via d’urgenza» a un «maggiorenne» identificato e «rintracciabile», se questi è «una persona conosciuta dal minore e ben accolta e non emergano elementi di sospetto» su di lui. Come dire: quando la notte del 27 maggio 2010 Silvio Berlusconi chiamò da Parigi dicendo che Ruby gli era stata segnalata come la nipote di Mubarak, la minorenne marocchina poteva essere affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti (solo formalmente perché andò a vivere con la ballerina brasiliana Michele De Coinceicao) che l’aveva conosciuta a casa dell’allora premier. Spiega Guastella (Cds) che «la questione dell’affidamento di Ruby è un punto chiave del processo. In una relazione del 29 ottobre 2010, Fiorillo scrisse di non ricordare di “avere autorizzato l’affidamento” alla Minetti perché aveva “notevoli perplessità” e che quando la dirigente di Ps Giorgia Iafrate le disse che c’era la consigliera in attesa, lei dispose che Ruby fosse portata in comunità e che comunque non andasse dalla De Coinceicao. Iafrate, però, ha testimoniato che, successivamente, il pm assentì a che fosse affidata alla Minetti. Al di là di ciò, l’accusa ritiene che comunque Ruby dovesse obbligatoriamente tornare in una comunità a seguito della fuga dalla Glicine dove l’aveva messa il Tribunale dei minori di Messina».
• Ieri in tribunale come testimoni per il processo Ruby Carlo Rossella, Belen Rodriguez e Daniela Santanché. [Guastella, Cds]