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 2012  novembre 05 Lunedì calendario

Pronte le regole sull’incandidabilità

• Sembra che sia pronto il testo del decreto sull’incandidabilità dei politici condannati. Lo ha confermato ieri il ministro Anna Maria Cancellieri, a margine della celebrazione del 4 novembre. Domani il ministro dell’Interno incontrerà al Viminale i colleghi Paola Severino (Giustizia) e Filippo Patroni Griffi (Pubblica amministrazione) per sciogliere i nodi che restano: l’obiettivo è quello di arrivare, al massimo entro 15 giorni, al varo del consiglio dei ministri. Poi il documento passerà al vaglio del Parlamento, ma in ogni caso il governo punta ad approvarlo in via definitiva in tempo per le prossime elezioni. [Caccia, Cds]

• Spiega Caccia (Cds) che il Parlamento sull’incandidabilità ha dato la delega al governo. La procedura prevede che dopo il varo del consiglio dei ministri il testo ripassi dal Parlamento, cioè sia sottoposto al vaglio delle commissioni per un parere obbligato (ma non vincolante). Parere che le commissioni di Camera e Senato possono dare in 60 giorni, ma anche in una settimana.

• Secondo Festuccia (Sta) la bozza prevede, nel caso di sentenze definitive, il divieto di assunzione di cariche per chiunque abbia riportato condanne a pene superiori ai due anni di reclusione. «Nelle maglie del provvedimento, ovviamente, la casistica dei reati è significativa: si va da quelli associativi (associazione a delinquere, associazione di tipo mafioso, fino al terrorismo, al traffico illecito di rifiuti) ai delitti contro la pubblica amministrazione, quali peculato, malversazione, corruzione e concussione. Insomma, quei reati che da sempre si annidano negli Enti pubblici e che sono sostanzialmente alla base delle indagini di molte Procure ne sfociate in arresti, rinvii a giudizio e alla caduta delle amministrazioni regionali di Lazio e Lombardia. Ed è qui l’aspetto più interessante del provvedimento (concepito dal governo come del resto il decreto dei tagli ai costi della politica sull’onda delle inchieste) e sul quale i tre ministri Cancellieri, Severino e Patroni Griffi dovranno trovare l’intesa sia sul fronte della eventuale durate dell’incandidabilità sia sul fronte del rapporto tra reato e limiti dell’interdizione dalle cariche e dalla pubblica amministrazione. L’intenzione, almeno, quella che trapela nella discussioni, infatti, è quella di calmierare, i parametri di temporaneità, (“lontananza”) dall’attività politica e dalla cariche pubbliche in riferimento alle tipologie dei reati commessi per i quali si è stati condannati. E l’orientamento sul quale lavora il governo in queste ore è questo: “incandidabilità temporanea per almeno il doppio della pena subita”».

• Ricorda Lopapa su Rep che «nella stagione di malapolitica 2008-2013, ad aver lasciato lo scranno in Parlamento per una condanna definitiva per reati gravi sono stati soltanto due. L’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro e il deputato del Pid Giuseppe Drago».