3 dicembre 1977
Tags : Tennis italiano
Finale Coppa Davis, miracolo del doppio
• Sull’erba di Sydney, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci vincono in tre set (6-4, 6-4, 7-5) il doppio contro John Alexander e Phil Dent e mantengono una speranza di bissare il successo in Coppa Davis, anche se l’Australia resta in vantaggio 2-1 nella finale. Il capitano Nicola Pietrangeli si esalta: «Ora siamo due pari. Voglio proprio vedere chi vincerà tra Barazzutti e Roche. Ora i problemi sono tutti loro. Mi ci gioco anche la casa, domani Panatta batte Alexander, non ci sono dubbi, e andiamo due pari. Poi la decisione al quinto incontro. Ma non chiedetemi chi vincerà il match decisivo. Può avvenire di tutto». Panatta dichiara: «Io e Paolo siamo una delle coppie più forti del mondo anche se giochiamo poche volte insieme. In Europa non abbiamo rivali. E tutto questo prima di questa vittoria. Perché dunque meravigliarsi tanto per il nostro successo? Oggi sia io che Paolo abbiamo giocato al massimo, al cento per cento, confermando l’effettivo valore del successo riportatolo scorso anno sui due australiani Newcombe e Roche. Ora cosa può accadere? Una sola cosa posso dirvi: la Coppa Davis non è stata ancora persa». [r. c., Sta. 4/12/1977] #Panatta ko, la Davis è dell’Australia#1977-12-04#no
• L’Italia non riesce a bissare il successo in Coppa Davis (vedi 18 dicembre 1976): sull’erba di Sydney, John Alexander conquista il punto decisivo battendo in cinque set (3 ore e 53 minuti) Adriano Panatta (6-4, 4-6, 2-6, 8-6, 11-9), poi l’ormai ininfluente match tra Tony Roche e Corrado Barazzutti è interrotto sul 12-12 del primo set. Nicola Pietrangeli giustifica la sconfitta con motivazioni extratennistiche: «Se Panatta non ha vinto è perché Barbetta non lo ha fatto vincere». Panatta, che sul 6-5 del terzo set aveva servito per il match (fatale un doppio fallo sul 30 pari), spiega: «Avevo la partita in mano, ma mi ha handicappato il fatto di avere rotto la racchetta preferita nel gioco precedente». Barazzutti confida: «Se Panatta avesse vinto al quarto set sarei entrato in campo per affrontare Roche caricato al massimo. Il quinto set, entusiasmante e drammatico, mi ha invece completamente svuotato. Ero come sull’orlo di un collasso. Avesse vinto Adriano avrei fatto di tutto per iniziare il match il più tardi possibile in modo di poterlo sospendere per l’oscurità. Ero completamente privo di ogni energia». [r. c., Sta. 5/12/1977]