Rassegna, 24 ottobre 2012
Obama si aggiudica il terzo confronto con Romney
• Obama è apparso più convincete anche nel terzo confronto televisivo con Romney, in Florida martedì notte, tutto incentrato sulla politica estera. Racconta Gaggi sul Cds: «Sempre aggressivo ma meno brillante rispetto a una settimana fa, il leader democratico ha comunque prevalso su un Romney a sua volta meno disinvolto sulla politica estera. Salvo che per un paio di scontri dialettici, il candidato repubblicano ha preferito evitare il muro contro muro con Obama e ha perfino rinunciato ad attaccare il presidente, come ci si aspettava, su incertezze e possibili errori di Cia e Dipartimento di Stato a Bengasi: l’attacco al consolato costato la vita all’ambasciatore Stevens. Per il resto Romney, pur bocciando Obama e i risultati della sua gestione, si è detto d’accordo con una serie di scelte strategiche fatte dalla Casa Bianca: dal ritiro dall’Afghanistan entro il 2014 al sostegno alla Primavera araba, all’abbandono di Mubarak e alla conferma dell’alleanza col Pakistan nonostante il comportamento ambiguo di questo Paese nella lotta contro il terrorismo e l’insorgenza talebana».
• Quando Romney si è lamentato del ridimensionamento della flotta, più piccola di quella del 1916, Obama gli ha risposto che, sì è vero, la Marina ha meno navi. E l’esercito meno cavalli e baionette: «Ora abbiamo quelle cose che si chiamano portaerei coi jet che ci atterrano sopra. Poi ci sono delle cose che vanno sott’acqua: si chiamano sottomarini atomici». [Gaggi, Cds]
• I sondaggi dicono che Romney e Obama sono 47 pari e alcuni danno addirittura in vantaggio lo sfidante. [Aquaro, Rep]
• Il presidente, ieri, nell’ultimo comizio in Florida ha presentato il suo piano per 12 milioni di posti di lavoro e il rilancio della classe media: con tanto di libricino di 40 pagine con le istruzioni per l’uso in 3 milioni e mezze di copie. Aquaro su Rep: «Anche qui: uno a uno. Sono 12 anche i milioni di posti che Romney ha promesso di offrire. Non è un caso che il conduttore Bob Schieffer, veterano dei dibattiti avendone moderati tre, abbia faticato a tenere l’ultimo show nei binari appunto della politica estera».