Rassegna, 24 ottobre 2012
Finmeccanica: Scajola indagato, manager in cella
• Nell’inchiesta sulla presunta corruzione internazionale collegata alle commesse estere di Finmeccanica, è uscita fuori una maxi-tangente, destinata a essere spartita tra l’ex ministro Claudio Scajola, il suo fedelissimo Massimo Nicolucci (parlamentare del Pdl) e il ministro della Difesa brasiliano Nelson Jobin, e collegata alla fornitura di navi militari al Brasile, di 550 milioni di euro. («In lire sarebbero quasi 1.065 miliardi: sette volte più della tangente Enimont», scrive Fubi sul Cds). Cifre da brividi, il cui effettivo pagamento però, seppure pattuito, non è poi avvenuto. I pubblici ministeri napoletani Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, che coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco conducono l’inchiesta su Finmeccanica, hanno iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di corruzione internazionale, sia Scajola che Nicolucci, e con loro anche il presidente degli industriali napoletani Paolo Graziano (legato da amicizia ai due esponenti del Pdl) al quale ieri i carabinieri hanno perquisito casa e vari uffici a Napoli e Roma. «Da ministro ho girato il mondo sempre nel rispetto delle leggi e delle regole, non ammetto nessuna speculazione vergognosa», commenta Scajola. E Nicolucci: «Ho sempre operato solo nell’interesse del mio Paese e mai illecitamente». Si difende pure Finmeccanica, che in una nota scrive di non aver mai pagato «nessun compenso per intermediazione». [Fubi, Cds]
• La fornitura delle fregate Fremm al Brasile, operazione da 5 miliardi che si interruppe per le accuse dell’allora ministro della Difesa La Russa al presidente Lula in merito al caso Battisti. [Bufi, Cds]
• Nell’inchiesta Finmeccanica ieri è stato anche arrestato l’ex direttore commerciale Paolo Pozzessere, il cui nome era già emerso da tempo nelle indagini napoletane. Perciò il manager aveva deciso di autosospendersi, assumendo successivamente il ruolo di senior advisor per i rapporti con la Russia. Nell’ordinanza firmata dal gip Dario Gallo, Pozzessere è indicato come colui che avrebbe gestito insieme al faccendiere napoletano Valter Lavitola un’operazione che portò nelle casse di Finmeccanica 180 milioni di euro grazie alla fornitura di elicotteri Westland e del sistema per il controllo delle coste al governo di Panama. Poi, però, il gruppo italiano avrebbe pagato una tangente di 18 milioni di euro a una società riconducibile al presidente panamense Ricardo Martinelli, legatissimo a Lavitola. Ora Pozzessere è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, dove nei prossimi giorni, assistito dall’avvocato Carlo Marchiolo, sarà interrogato dal gip alla presenza dei due pm. [Bufi, Cds]
• «La gente scherza su quando dico “a mia insaputa”. Ma io dimostrerò che ho ragione. Anche in questo caso. In passato ho dato le dimissioni da ministro senza essere ancora indagato. Era un segno di rispetto per le istituzioni, è stato interpretato come un’ammissione di colpevolezza. Che tristezza» (Claudio Scajola a Calndri di Rep sull’inchiesta Finmeccanica).
• Ricorda Mucchetti in prima pagina sul Cds che «il governo deve fare la sua parte. Il ministero dell’Economia detiene il 30,2% di Finmeccanica. Di fatto è il padrone. Dunque, comandi. Il ministro Vittorio Grilli, d’intesa con i colleghi allo Sviluppo economico e alla Difesa, Corrado Passera e Giampaolo Di Paola, batta un colpo. Il premier Mario Monti si assicuri che venga battuto presto e bene».