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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

I dati sui tumori che accusano l’Ilva

• Alle coppie che lavorano all’Ilva le banche non concedono più il mutuo (don Nino Borsci, parroco di San Francesco, all’Avvenire).

• Il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, chiamato sempre Sentieri, certifica una mortalità a Taranto superiore del 14% (uomini) e dell’8% (donne)  a quella del resto della Puglia. Seguono percentuali relative ai tumori, che vanno dal +20% per il cancro femminile al +100% per il mesotelioma della pleura. Raffronti sempre con l’area regionale e mai con quella nazionale. Il ministro della Salute Balduzzi: «Sono un pochino sorpreso dai risultati». L’Ilva: «È una fotografia che rappresenta un passato legato agli ultimi 30 anni e non certo il presente». Clini: ««La diossina, lo sappiamo, è un problema per Taranto. Fino a 3 anni fa venivano emessi nell’aria 7 etti di diossina l’anno. Oggi siamo sotto il limite imposto dalla legge regionale, 12 grammi l’anno. E con l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, rilasciata all’Ilva qualche giorno fa dal ministro Clini) abbiamo imposto un limite di 9 grammi alle tecnologie correnti e di 6 grammi alle nuove tecnologie impiantate». Ancora: «Se confrontate con la metà degli anni Ottanta, le emissioni consentite oggi a Taranto si sono ridotte tra il 70 e il 95%» (Arachi CdS). Secondo il rapporto i livelli di diossina nel sangue degli allevatori di masserie nelle vicinanze dell’Ilva «sono consistentemente più elevati di quelli osservati a distanze maggiori». C’è il pericolo che si stia immettendo veleno nella catena alimentare. Tant’è che Balduzzi ha annunziato un biomonitoraggio sugli allevatori della provincia (Russo Sta).  

• Un eventuale spegnimento degli altiforni di Taranto porterebbe alla chiusura degli impianti complementari di Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi alimentati con i coils pugliesi e rischierebbe di far collassare l’industria siderurgica italiana: il polo di Piombino è prossimo alla liquidazione, incerta anche la sorte della Thyssenkrupp. Da sempre l’indice di produzione di acciaio è considerato il principale parametro di valutazione della consistenza industriale di un Paese e delle sue potenzialità. Inoltre l’attuazione di un ciclo produttivo integrale è un requisito permanente in fatto di capacità innovative sul versante tecnologico e innovativo. L’Unione Europea potrebbe contribuire alla realizzazione di un Piano siderurgico nazionale che eviti la dispersione di un patrimonio industriale che avrebbe pesanti e gravi ricadute sull’intero sistema economico italiano (Amurri Fatto).  

• Danno annuo stimato per la cura, la diagnostica, il mancato lavoro e quanto ruota attorno alle malattie legate all’inquinamento a Taranto: 250 milioni di euro (pari al monte salari degli operai dell’Ilva) (ibid).