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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

Sei anni agli scienziati per il terremoto dell’Aquila

• Condannati per omicidio colposo a sei anni di reclusione con risarcimento da 7 milioni e 800mila euro e interdizione dai pubblici uffici i sette esperti della Commissione grandi rischi all’Aquila. Motivo: nel marzo 2009 minimizzarono le scosse sismiche (400 in quattro mesi) e indussero gli aquilani a stare tranquilli e non fuggire prima del terremoto devastante del 6 aprile (309 vittime). I pm avevano chiesto quattro anni. I condannati sono: Bernardo de Bernardinis, vice di Bertolaso, Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico, Franco Barberi presidente vicario della Commissione, Enzo Boschi, ex presidente dell’Ingv (Istituto nazionale di geologia e vulcanologia), Giulio Selvaggi, direttore del centro terremoti Ingv, Claudio Eva, docente di Fisica a Genova, Gian Michele Calvi direttore di Eucentre. Il risarcimento sarà quasi sicuramente pagato dallo Stato, perché i condannati facevano parte di una commissione pubblica.  

• Il tecnico di ricerca Giampaolo Giuliani all’inizio del 2009, studiando le emissioni di radon, disse che era in arrivo una scossa micidiale tra Sulmona e l’Aquila. La questura aveva aperto un’indagine per procurato allarme, la Protezione civile voleva denunciarlo. Allora Bertolaso convocò per il 31 marzo all’Aquila gli esperti della Commissione grandi rischi: si riunirono alle 18.30 di quel giorno a Palazzo Sironi e in 45 minuti finirono i lavori. Nessuno scrisse un verbale, del successivo incontro con i cronisti non c’è filmato. Nel comunicato finale lo sciame sismico fu definito «fenomeno normale». Il verbale fu redatto a sisma avvenuto e firmato da Enzo Boschi tra le macerie lo stesso 6 aprile («Lo firmai contro un muro scrostato, tra le ambulanze e i mezzi di soccorso») (Tonacci, Rep).  

• Nel verbale della Commissione si definì lo sciame sismico come «un normale fenomeno geologico» «senz’altro normale dal punto di vista dei fenomeni sismici che ci si aspetta in questa tipologia di territori». Più sotto: «Una scossa come quella del 1703 è improbabile. In ogni caso non ci sono strumenti per fare previsioni» (ibid)  

• I commenti: «Sentenza strana, imbarazzante» (Schifani); «Follia allo stato puro, così si sancisce l’obbligo a non sbagliare» (Casini); «sentenza eccessiva perché spaventerà i ricercatori in contesti nei quali la previsione non è mai sicura» (Giorello); «Bisogna in qualche modo fermare l’impazzimento di un sistema che condanna a sei anni chi non ha previsto un terremoto, che non poteva essere previsto» (Giovanardi); «Sentenza angosciante» (Sacconi).  

• «Un processo alla scienza, la porta aperta a qualsiasi ciarlatano che lancia allarmi senza un adeguato fondamento (…) gli elementi disponibili, messi in evidenza dalla requisitoria, orienterebbero le valutazioni piuttosto verso la frettolosità del lavoro della Commissione, le modalità del comunicato diramato alla fine della veloce riunione, la dichiarata volontà dell’allora responsabile della Protezione civile di utilizzare la Commissione per rassicurare la popolazione di fronte a un allarme ritenuto ingiustificato. Così delimitata la materia del giudizio, non sarebbe la scienza a essere sotto accusa, ma i comportamenti specifici delle persone riunite d’urgenza» (Stefano Rodotà Rep).  

• Non c’è nessuna indagine sui costruttori che fecero case non adatte a una zona sismica. (Caprara CdS).