Rassegna, 22 ottobre 2012
I Paesi Baschi agli indipendentisti
• In Galizia ieri il governatore uscente, Alberto Nuñez Feijóo, del Partito Popolare come il premier Rajoy, è stato riconfermato alle elezioni regionali con una maggioranza assoluta anche più solida, tre seggi in più, di quella che aveva ottenuto nel 2009. Paesi Baschi. Qui, dal 2009, era al governo un’insolita coalizione formata dai socialisti e dalla destra, i popolari, che aveva mandato all’opposizione il Pnv, lo storico partito nazionalista basco. Dal voto di ieri socialisti e popolari escono malissimo travolti da una nuova ondata indipendentista. Il Pnv si conferma primo partito mentre l’area più radicale del nazionalismo ottiene con la formazione Bildu un risultato eccezionale: quasi il 25% dei voti e 21 seggi nel parlamento di Vitoria. I socialisti del “lehendakari” (il governatore in euskera, lingua nazionale dei baschi) uscente, Patxi Lopez, perdono nove seggi crollando da venticinque a sedici. Con i popolari, loro alleati nel governo uscente, che ne perdono tre e scendono a dieci. Un terremoto che modifica tutto il panorama regionale: ora i partiti nazionalisti (Pnv+Bildu) hanno il 60 per cento dei voti e con 48 seggi su 75 quasi i due terzi della rappresentanza parlamentare. [Ciai, Rep]
• «Quelle che si sono svolte ieri nel Paese Basco sono state a tutti gli effetti le prime elezioni senza la minaccia degli omicidi mirati dei terroristi di “Euskadi Ta Askatasuna” (Paese Basco e Libertà). Ragione che avrebbe convinto una parte dei nazionalisti a sostenere Bildu che si presenta come formazione separatista – molto più radicale del Pnv – ma pacifica. Così nei Paesi Baschi assistiamo ad una evoluzione politica simile nella sostanza a quella della Catalogna con i fantasmi secessionisti che possono prendere sempre più corpo». [Ciai, Rep]