Rassegna, 22 ottobre 2012
Nuova legge bavaglio, ora Pd e Udc si oppongono
• La legge che doveva salvare Alessandro Sallusti dal carcere sta spaccando i partiti della maggioranza. I primi firmatari sono i senatori Vannino Chiti e Maurizio Gasparri: doveva essere un impegno bipartisan, quello di eliminare la possibilità del carcere come pena per la diffamazione. Oggi, però, quella legge Chiti non la riconosce più. E Pd e Udc si dicono pronti a frenare qualsiasi strisciante tentativo di censura. Spiega la Cuzzocrea su Rep: «Chiti spiega che il suo primo obiettivo era eliminare il carcere. E che aveva poi previsto, per ragioni motivate, un obbligo di rettifica da parte del giornale con lo stesso spazio e lo stesso rilievo della notizia. Questo però doveva servire a bloccare il procedimento penale. Sulle pene, si era pensato a un massimo di 50mila euro. E per il web, il tutto avrebbe dovuto riguardare solo i giornali online, non i singoli blog. Nelle mani della commissione giustizia, “a forte maggioranza di centrodestra”, le cose sono cambiate. (…) Chiti non fa parte della commissione, dove invece la vicenda è seguita da vicino dall’ex pm Felice Casson. Suo uno degli emendamenti che prevede che il giornalista “recidivo” nella diffamazione sia interdetto per un periodo da uno a tre anni. “Ma il punto di partenza era l’interdizione perpetua – spiega Casson – di questo bisogna tener conto. Poi certo, c’è una tendenza di alcuni senatori, soprattutto del centrodestra ma non solo, a inasprire le sanzioni pecuniarie e quelle accessorie”».