Rassegna, 22 ottobre 2012
La protesta degli insegnanti contro la riforma
• Ieri un centinaio di insegnanti autoconvocati, senza bandiere sindacali, hanno manifestato a Roma, sotto il ministero dell’Istruzione, per le sei ore in più a parità di salario previste dalla legge di Stabilità. Contemporaneamente Pierluigi Bersani ha ripetuto che il suo partito non voterà la legge così com’è. Così il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo al suo staff ha detto: «Sulle sei ore fermiamoci, siamo troppo vicini alla campagna elettorale. I 183 milioni da tagliare cerchiamoli nelle singole voci di spesa, non c’è tempo per fare grandi riforme». Scrive la Zunino su Rep: «Con l’arresto della riforma dell’orario a scuola si ferma anche il risiko delle cattedre che avrebbe espulso dall’insegnamento 6.400 precari (fonti Pd) o 30 mila (fonti sindacali). Viene annacquato anche il riordino dei dodici enti di ricerca pubblici».
• Sull’orario scolastico i sindacati, di nuovo uniti, hanno indetto uno sciopero generale per il 24 novembre. [Zunino, Rep]
• La questione della scuola, fa presente Masci sulla Sta, vale 240 milioni per il 2013 e 721 dall’anno successivo in avanti. I saldi invariati impongono che si indichi anche dove tagliare.