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 2012  ottobre 18 Giovedì calendario

Obama attacca e vince il secondo dibattito con Romney

• Dopo il ko di due settimane fa a Denver, l’altra notte nel ring della Hofstra University di Hempstead, non lontano da New York, Obama ha vinto ai punti il secondo confronto con Mitt Romney. Racconta Gaggi sul Cds: Usare termini pugilistici per descrivere il duello non è originale ma ha senso perché stavolta i due candidati se le sono date di santa ragione consapevoli che sulla maggioranza dei temi – dalle tasse al lavoro alle questioni sociali – questa era l’ultima occasione di confronto: lunedì prossimo l’ultimo dibattito, a Boca Raton, sarà dedicato esclusivamente alla politica estera. Il presidente ha picchiato duro. Sulle tasse («paghi solo il 14% e dici che è giusto», «hai un programma economico in cinque punti ma, in realtà, hai un’idea sola: premiare i ricchi»), sul salvataggio dell’industria dell’auto («volevi far fallire General Motors e Chrysler»), sulle questioni sociali («Romney dice che il 47% degli americani fanno le vittime, che non vogliono assumersi responsabilità: parla così dei pensionati, dei veterani, dei soldati che ci difendono, degli studenti»). Ma anche Romney è stato efficace. Ad esempio quando ha inchiodato Obama sullo scarso successo della sua politica energetica o quando lo ha incalzato sostenendo che il presidente finisce per proporre all’America altri 4 anni delle stesse politiche che il leader repubblicano giudica fallimentari. Dal punto di vista dialettico, la svolta del dibattito è arrivata sul caso-Libia: Obama era vulnerabile, viste le controversie dei giorni scorsi e quale tensione tra Casa Bianca e Dipartimento di Stato. Ma proprio qui è tornato a vestire i panni del vero leader: si è preso tutte le responsabilità di eventuali errori commessi a Bengasi, rinunciando allo «scudo» offerto dal Segretario di Stato Hillary Clinton, e, da presidente sotto attacco che era, ha messo in un angolo Romney sibilando: «Il solo pensiero che qualcuno nel mio team abbia mentito o abbia utilizzato la tragedia per fini politici è offensivo». Il candidato repubblicano ha provato a chiedergli conto del ritardo col quale ha riconosciuto che quello di Bengasi era stato un attacco terroristico. Obama ha replicato di aver parlato subito, in un discorso nel Rose Garden della Casa Bianca, di «act of terror» e ha chiesto conferma alla conduttrice, Candy Crowley. Che ha «certificato» la versione del presidente, sia pure con qualche distinguo.