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 2012  ottobre 16 Martedì calendario

Costa Concordia, parte il processo. Schettino in aula

• Si è aperto ieri a Grosseto il processo per il naufragio della Costa Concordia. Mille i presenti tra i sopravvissuti e parenti delle vittime. In aula anche Francesco Schettino. Centinai di giornalisti e inviati dalla Francia, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dal Canada e da altri paesi. Racconta Montanari (Rep): «Schettino entra dal retro del teatro Moderno: teso e concentrato, parla con i suoi avvocati, stringe la mano a un naufrago che si alza dalla platea per salutarlo. La prima mossa è dei legali dell’ex comandante licenziato nei giorni scorsi dal suo armatore: chiedono che l’incidente probatorio venga esteso al timoniere. Si tratta di Jacob Rusli, indonesiano: secondo la relazione dei periti del gip è lui che riceve alle 21.44 del 13 gennaio l’ordine di “virare 10 gradi a sinistra” perché la nave che viaggia quasi a 16 nodi sta andando pericolosamente verso le rocce dell’isola del Giglio. Il timoniere non capisce e “va a dritta”: poi corregge la barra. Quell’errore secondo i periti “ha aggravato una situazione di per sé critica”. E Schettino ci si aggrappa per tentare di alleggerire le sue responsabilità. Ma come ha chiarito il procuratore Francesco Verusio “quando si è verificata l’incomprensione, la nave era praticamente già sullo scoglio”. Il gip Valeria Montesarchio ha respinto l’istanza della difesa (assieme ad altre) ed è stato un brutto colpo per la posizione di Schettino. “Niente affatto – replica Bruno Leporatti, l’avvocato grossetano che difende il capitano – il gip non ha chiuso la vicenda perché nell’ordinanza si legge che laddove nel corso dell’esposizione o dei chiarimenti richiesti dalle parti dovesse sorgere l’esigenza, potrà estendersi al timoniere l’incidente probatorio”».

• Schettino deve rispondere dell’accusa di omicidio e disastro colposo per la morte di 32 persone. [Longo, Sta]

• Schettino in aula a Grosseto, «abbronzato ed elegante in un completo blu, gentile con un pizzico di galanteria con le signore presenti in aula, silenzioso e apparentemente calmo. Lo tradiscono due gesti: il tic all’occhio destro, che balla seguendo le ansie più o meno consce, e l’irrefrenabile gesto di mangiarsi le unghie». [Longo, Sta]