14 agosto 2012
Tags : Marilyn Monroe
Gli uomini e le donne della sua vita, Arthur Miller, Joe Di Maggio, Tony Curtis, Billy Wilder, i Kennedy. Una miscellanea sulla vita della Grande Bionda
Imperfezione «Viva l’armonia dell’imperfezione. C’è qualcosa di più imperfetto del corpo di Marilyn Monroe? (Giorgio Albertazzi a Giancarlo Dotto) [28/3/2007].
Norma Jeane Mortenson La mattina del 1° giugno 1926, sua madre, Gladys Monroe, l’aveva registrata con il nome di Norma Jeane Mortenson. Norma Talmadge era una stella del cinema muto di allora e a Gladys, che faceva la montatrice, il nome Norma parve il migliore degli auspici. Dicono che pure Jeane fu scelto in onore di una stella, Jean Harlow. Ma non è possibile; Jean Harlow si chiamò così solo a partire dal 1928. [Tommaso Pincio, Corriere della Sera 6/7/2012].
Nonna Da bambina la nonna Della tentò di uccidere Marilyn, convinta che fosse l’incarnazione del diavolo. Si presentò a casa sua dicendo alla baby sitter che era venuta a prendere la bambina per stare un po’ con lei. Arrivata a casa tentò di soffocarla con un cuscino, mentre le urlava contro: «Dormi bastarda. Lurido verme schifoso» . A salvarle la vita fu una vicina accorsa a causa delle grida. Da quel giorno e per tutta la vita le notti e i sonni di Marilyn furono turbati da immagini angoscianti [Alfonso Signorini Marilyn. Vivere e morire d’amore Mondadori 2010].
Piano Nella casetta in cui abita con la madre, solo per un breve periodo (per il resto dell’infanzia e dell’adolescenza viene affidata a un orfanotrofio e a diverse famiglie), c’è un malridotto pianoforte bianco, che si dice appartenuto all’attore Fredric March. «I momenti più felici della mia infanzia ruotano intorno a quel pianoforte», racconta la Monroe, che assume un investigatore per ritrovarlo (e ci riesce) [Francesco Billi, Vocearancio.com]. Ora lo avrebbe acquistato all’asta la cantante Mariah Carey per 520 mila euro.
Orfanotrofio A nove anni venne chiusa in un orfanotrofio, il Los Angeles Orphans Home nel quale rimase per due anni, finché non venne adottata dalla migliore amica della madre, Grace [Alfonso Signorini Marilyn. Vivere e morire d’amore Mondadori 2010].
Jeans Norma Jeane Baker a 12 anni si comprò dei jeans e gli insegnanti la rispedirono due volte a casa a cambiarsi.
Adolescente Nel 1941 Norma Jeane Baker era ancora un’adolescente californiana problematica che flirtava col figlio dei vicini e ignorava, lei per prima, che un giorno avrebbe fatto innamorare il mondo sotto il nome di Marilyn Monroe.
Talento «Ho avuto sempre una specie di talento nell’irritare le donne fin dall’età di quattordici anni. Le mogli hanno questa tendenza a scattare come allarmi quando vedono i loro mariti parlare con me... Quando vedo donne che mi guardano in cagnesco e tra di loro mi fanno a pezzetti, sono molto dispiaciuta, ma non per loro, per i loro compagni. Ho la sensazione che donne simili siano insoddisfatte in amore e incapaci nel sesso. L’unica cosa che sono in grado di dare a un uomo è un complesso di colpa. Se riescono a fargli sentire che è un cattivo marito o un compagno ingrato, allora si considerano arrivate» (Marilyn Monroe) [Luca Crovi, il Giornale, 22/7/2010].
Lanciafiamme Nel 1945 Norma fa l’operaia, impacchetta paracaduti alla Radio Plane. David Conover va a fotografare le ragazze che lavorano in quella fabbrica, la ritrae, le consiglia di fare la modella e le fa firmare una liberatoria. Grazie a quella foto verrà eletta “Miss Lanciafiamme” [Francesco Billi, Vocearancio.com].
Marito/1 Marilyn Monroe e il suo primo marito James Dougherty, oggi agente della polizia di Los Angeles in pensione, si innamorarono a prima vista. I due, per sposarsi, dovettero tuttavia attendere che lei compisse i 16 anni (età minima stabilita per le nozze dalla legge americana). All’epoca Marilyn si chiamava Norma Jean Baker, aveva i capelli castani e lavorava come operaia nella stessa fabbrica di materiale bellico dove era impiegato James. Il matrimonio finì quattro anni più tardi [Shanas Attar, Gente, 16/12/1999].
Vergine «Quando mi sposò era ancora vergine, molto timida e schiva, anche se disinibita e sensuale di natura, ma non maliziosa. Di tanto in tanto cantava la melodia Barefoot Days (Giorni a piedi scalzi) e improvvisava un piccolo show durante il quale gettava via le scarpe, una alla volta. Questo era il massimo del suo erotismo» [Shanas Attar, Gente, 16/12/1999].
Contratto Primo contratto di Marilyn Monroe nel 1946: 125 dollari la settimana. Dopo Giungla d’asfalto ne prendeva 500, sette anni dopo 1.500. Secondo Forbes, nel 2011 la Monroe ha incassato 27 milioni, «che arrivano dagli investimenti compiuti dall’Authentic Brands Group. Società che ha comprato i diritti per sfruttare l’immagine di Marilyn» [Francesco Billi, Vocearancio.com].
Carciofo «Nel 1947 è Miss Regina dei carciofi California. Nel 1949 apparì nuda sul calendario sexy Miss Sogni d’Oro. Si fece fotografare così perché non sapeva come pagare l’affitto, perché era ancora nessuno e perché credeva che non l’avrebbe danneggiata. Divenne famosa e un uomo la ricattò. Non cedette. “Ho posato nuda per necessità. Ero senza lavoro e mi servivano 50 dollari per riprendere l’auto pignorata”, spiegò alla stampa. Vera o inventata che fosse, quella storia era il suo ritratto sputato. Un miscuglio di candore e spudoratezza. La raccontò accostando un fazzoletto al viso» (Tommaso Pincio) [Corriere della Sera 6/7/2012].
Calendario «Sono stata su calendario perché non voglio essere una donna per pochi. Io voglio essere per tanti perché anch’io ero una fra tante un tempo» (Marilyn Monroe). [Corriere della Sera 6/7/2012].
Pirelli La sorpresa più bella è Marilyn Monroe, in costume rosa di lattex e con un ombrello a pois, saltata fuori inaspettata dalle carte dell’archivio storico Pirelli [Egle Santolini, La Stampa 21/6/2011]
Patate Nel 1951, in una foto di Earl Theisen, Marilyn Monroe appare coperta solo da un sacco di patate. Fa scandalo e fa schizzare alle stelle le vendite del tubero [Francesco Billi, Vocearancio.com].
Playboy Siamo nel novembre del 1953, in piena Guerra fredda, quando giunge nelle edicole americane una nuova rivista priva di data e di numero progressivo: pezzo unico. Si chiama Playboy e vende in pochi giorni 54mila copie. A far salire le vendite di quel primo numero della nuova impresa commerciale è la fotografia di Marilyn Monroe scattata da Tom Kelley, e comprata a modico prezzo – 500 dollari – da Hefner in una casa editrice di calendari e poster di pin-up che vi ha rinunciato per non rischiare una denuncia per oscenità. Con quell’immagine, poi diventata celebre, Hefner inventa la pornografia moderna. Non perché ha usato un nudo umano, scrive Beatriz Preciado in Pornotropia in uscita con Fandango. Il padrone di Playboy inventa la pornografia moderna perché ha impiegato design e colore, e disposto il nudo in un pieghevole che fa della rivista solo un supporto: contrasto, colore rosso, ingrandimento, e soprattutto pagina doppia. Tutto questo è più pornografico del nudo stesso [Belpoliti, l’Espresso 3/3/2011].
Copie Copie dello stesso numero sono vendute oggi su eBay a 67mila dollari [Alberto Flores D’Arcais, Affari e finanza 11/5/2009].
Eternità Il fondatore di Playboy Hugh Hefner ha chiesto e ottenuto di essere seppellito nel cimitero di Los Angeles accanto a Marilyn Monroe, la prima ragazza ad apparire svestita sul paginone centrale della rivista nel dicembre 1953: «Chi non vorrebbe giacere per l’eternità acanto a Marylin?» [Laurenzi, Rep 3/3].
Segretaria Al primo provino di Marilyn Monroe le consigliarono di fare la segretaria [Giovanna Maria Fagnani, corriere.it 18/02/10]
Welles Orson Welles ebbe una breve storia d’amore con la Monroe: «Marilyn era la mia ragazza, allora. La portavo alle feste prima che diventasse una star. Volevo promuovere la sua carriera. Nessuno la degnava di uno sguardo. C’erano in giro ragazze magnifiche, elegantissime; spendevano una fortuna tra vestiti e salone di bellezza. E tutti: “Tesoro, sei uno schianto!”. Dopodiché le ignoravano. Gli uomini, intendo. Facevano capannello e raccontavano barzellette o discutevano d’affari. Parlavano delle ragazze solo per dire che se n’erano fatta una la sera prima. Così indicavo Marilyn a Darryl: “Guarda che fenomeno!”. E lui: “Non è niente di che. Ne abbiamo a carrettate. Smettila di rifilarmi queste troiette. A quella diamo già centoventicinque dollari la settimana”. Be’, sei mesi dopo Darryl gliene dava quattrocentomila, e gli uomini la guardavano eccome – le avevano messo l’etichetta» [Peter Biskind A pranzo con Orson – Conversazioni tra Henry Jaglom e Orson Welles Adelphi Milano 2016].
Marito/2 La sera del matrimonio Joe Di Maggio riuscì a nascondere Marilyn, nel suo paltoncino di satin nero e il collettino di ermellino bianco, dentro la sua Cadillac azzurra, la portò al motel Clifton da tre dollari a Paso Robles, duecentocinquanta chilometri da Los Angeles, chiese una televisione e si chiuse in camera con lei per quattro giorni [Fernanda Pivano, Medaglioni Skira editore 2014].
Pavone Joe Di Maggio era ancora sposato quando volle incontrare Marilyn Monroe, a Los Angeles, al ristorante Villa Capri. Lei si presentò con un’ora e mezzo di ritardo. Al tavolo li raggiunse Mickey Rooney, che non fece che tessere le lodi di lui. Solo allora la Monroe si rese conto della sua popolarità: «Sedere accanto a lui era come stare vicino a un pavone con la coda bene esposta». Dopo di che girarono in macchina per tre ore prima di finire a fare l’amore al Beverly Carlton [dagospia.com 4/7/2014].
Corea/1 Nel febbraio del 1954 Marilyn Monroe, da poco sposata a Joe di Maggio e in viaggio con lui in Giappone, fece tappa in Corea per intrattenere le truppe americane. Realizzò 10 spettacoli in soli quattro giorni cui parteciparono un totale di 100.000 soldati e marines. In seguito la Monroe avrebbe dichiarato che il viaggio in Corea «was the best thing that ever happened to me. I never felt like a star before in my heart. It was so wonderful to look down and see a fellow smiling at me» (Adele D’Arcangelo).
Corea/2 Marilyn Monroe non fu mai così bella come quella volta che andò in visita ai soldati americani di stanza in Corea (Giampiero Mughini) [Libero 10/6/2010].
Carne Joe Di Maggio pensava che Marilyn Monroe fosse sfruttata dagli studios, pagata troppo poco e utilizzata solo per ruoli di donna procace: «Per loro sei solo un pezzo di carne». Marilyn Monroe a lui amava ripetere che «la sua più grande mazza non era quella che usava sulla base» [dagospia.com 4/7/2014].
Corna Frank Sinatra prestò a Joe Di Maggio l’investigatore privato che aveva tenuto sotto controllo sua moglie, Ava Gardner. Di Maggio scoprì così che Marilyn Monroe aveva una relazione con il professore di dizione, un certo Hal Schaefer. Allora, con l’idea di coglierli sul fatto, organizzò una missione punitiva: entrò nell’appartamento sbagliato e, alla ricerca dei due, lo distrusse. Fu Sinatra a risarcire i proprietari della casa, dal momento che si sentiva corresponsabile della scorribanda dell’amico [Claudio Angelini, Il Messaggero 12/6/2014].
Aurea «Una delle uniche tre persone, tra quelle che ho conosciuto, ad avere una vera e propria aurea intorno a sé. Una era mio padre, gli altri erano Marilyn Monroe e Elvis Presley. Stando vicino a loro potevi sentire la loro presenza anche senza toccarli. Era una sensazione particolare, molto strana» (Nancy Sinatra) (Stuart Clark, la Repubblica 13/8/2004].
Cani Nel 1957 Marilyn Monroe ebbe il cane Hugo. Dopo di lui avrà Maf: nel testamento chiese che venisse restituito a Frank Sinatra, che glielo aveva regalato [Elvira Serra, 18/10/2008, Corriere della Sera]
Mutande Quando la moglie è in vacanza segnò la definitiva rottura con Di Maggio. Chi non ricorda la scena della gonna sollevata dal passaggio della metropolitana? Joe piombò sul set nel momento topico. Lexington Avenue era piena di fotografi, curiosi e gente comune, tutti in attesa di scorgere Marilyn. L’addetto agli effetti speciali azionò il ventilatore posto sotto la strada e un fiotto d’aria scoprì le gambe e un paio di mutande bianche. Si levavano grida di giubilo mentre Joe DiMaggio si pietrificò una volta per sempre, diventando una statua di rabbia. Fine di un matrimonio» (Tommaso Pincio) [Corriere della Sera 6/7/2012].
Rose Nove mesi, la durata del matrimonio tra Joe di Maggio e Marilyn nel 1954. La fiaba che ha reso Joe famoso anche dove non distinguono un ball da uno strike. Ha seppellito la sua Marilyn, alla quale secondo certe leggende avrebbe chiesto di risposarlo appena pochi giorni prima del suicidio. Prima di chiuderla nella bara le avrebbe sussurrato per tre volte «Ti amo». E poi per 37 anni, due volte a settimana, ha fatto recapitare sulla sua tomba una mezza dozzina di rose rosse (farebbero 23.400 rose, all’incirca) [Mario Salvini, La Gazzetta dello Sport 25/11/2014].
Intelligenti Anita Loos, l’autrice di Gli uomini preferiscono le bionde era convinta che le due persone più intelligenti del pianeta fossero Albert Einstein e Marilyn Monroe, «talmente intelligente da poter fare la stupida» [Lorenzetto, Grn 11/03/2007]. Marilyn Monroe era mancina come Einstein.
Passioni Marilyn amava leggere, a volte leggeva per ore senza capire una sola parola del libro che aveva tra le mani. Amava i classici, in particolare Goldoni e Shakespeare.
Ulisse Marilyn Monroe che, seminuda e con i capelli al vento, viene fotografata con l’Ulisse di Joyce sulla spiaggia di Long Island [Annalena Benini, Il Foglio 12/7/2011].
Marito/3 Proprio negli anni della persecuzione maccarthysta, nel 1956, Arthur Miller, «l’uomo più fortunato del mondo», aveva sposato, in seconde nozze, la donna che tutti gli uomini del mondo meno fortunati avrebbero voluto sposare, Norma Jean, una Marilyn Monroe trentenne, fresca del divorzio da Joe Di Maggio e non ancora devastata dalla propria insicurezza, dall’alcol e dalle pillole. La relazione tra «il gufo e la gattina», come fu prevedibilmente battezzata quell’unione tra l’allampanato scrittore newyorkese ormai perennemente nascosto dietro i suoi enormi occhiali e la succulenta bionda californiana fu inevitabilmente la materia per ogni tipo di elucubrazione psicoanalitica [Vittorio Zucconi, Rep 12/2/2005].
Lamenti «Miller aveva finalmente ottenuto il divorzio dalla prima moglie, la compagna di liceo Mary Grace Slattery sposata nel 1940 e con cui aveva avuto due figli. Da tempo, fra Il Grande Cervello Americano e Il Grande Corpo Americano (la definizione è di Norman Mailer) si consumavano incontri clandestini. Poi, proprio quando la Commissione per le attività antiamericane voluta dal senatore McCarthy convocava a deporre l’autore del Crogiuolo, ci furono le nozze. Fu un’unione difficile, burrascosa, tormentata. Miller, fra l’altro, lamentava che in tutto quel periodo non riuscì a scrivere niente. A eccezione della sceneggiatura di The misfits- Gli sbandati, l’ultimo film di Marilyn (e di Clark Gable: 1961, regia di John Huston)». (Ranieri Polese) [Cds 12/2/2005].
Risorse «La straordinaria mancanza di risorse personali di Marilyn» (Arthur Miller)
Alimenti «Se era Miller a nutrire i sogni di emancipazione di Marilyn, era Marilyn a nutrire il portafogli di Miller. Pagava lei, per esempio, gli alimenti alla prima moglie di Arthur Miller» [Vittorio Zucconi, Rep 12/2/2005].
Cinema Sono quelli, comunque, gli anni delle migliori interpretazioni di Marilyn: Fermata d’autobus e A qualcuno piace caldo. Ma anche di Facciamo l’amore, il tragico gioco degli equivoci che vede la Monroe perdere la testa per Yves Montand, mentre Miller e Simone Signoret fanno da comprimari.
Gravidanza Marilyn vuole un bambino da Miller, a un certo punto rimane incinta, ma non porterà in fondo la gravidanza. Miller, fuori di sé, accuserà Billy Wilder di aver provocato l’aborto con i maltrattamenti inflitti alla moglie durante A qualcuno piace caldo. Il resto di quei pochi anni (il divorzio è nel ’61) è interamente occupato dalle crisi di lei, i suoi troppi farmaci, le sue insicurezze, la dipendenza nevrotica da Lee e Paula Strasberg, gli insegnanti dell’Actors Studio (Ranieri Polese) [Cds 12/2/2005].
Secondo piano Secondo Norman Mailer, uno come Miller non poteva sopportare di essere messo in secondo piano dalla moglie. Forse, dice ancora Mailer, Miller ha veramente cercato di dare un aiuto a quella ragazza troppo bella e troppo disperata. Ma, forse, non le perdonava di avere un’immagine troppo più grande della sua. Che continuava a perseguitarlo. Nel 1966, per esempio, come presidente del Pen International Miller, scrisse per chiedere la grazia per lo scrittore nigeriano Wole Soynka, condannato a morte. Il presidente della Nigeria, Gowon, gli rispose chiedendogli se era proprio lui il Miller che aveva sposato Marilyn Monroe. Avuta la risposta affermativa, Gowon graziò Soynka» (Ranieri Polese) [Cds 12/2/2005].
Amanti Contemporaneamente ai mariti, ebbe numerose relazioni. Nell’ambiente cinematografico era considerato una donna disinibita, un’amante usa e getta. In realtà, non era così. Nel 2007, in due scatole di cartone appartenute alla Monroe, vennero trovate le sue carte segrete. Pagine di diario, appunti, riflessioni, poesie. Da quelle carte si scoprì che l’attrice viveva quasi con una doppia personalità: per il pubblico, era Marilyn Monroe, la star, l’oggetto dei sogni erotici di tutti i maschi; in privato, nel suo intimo, lei si sentiva Norma, la ragazza che aveva subito tanti soprusi e che sognava un’esistenza tranquilla, di moglie e madre. Si era creata lei stessa quella maschera, da vamp fatale e trasgressiva, per imporsi nel mondo dello spettacolo, per diventare ricca e realizzare i sogni di Norma Jeane. «Se avessi rispettato tutte le regole, non sarei arrivata da nessuna parte», si legge in quegli appunti [Renzo Allegri, Chi 19/11/2015].
Infelicità «Marilyn Monroe e Arthur Miller a bordo della loro Thunderbird Covertible in viaggio verso l’infelicità» (Giuseppe Videtti) [la Repubblica 14/7/2012].
Balbuzie Marilyn Monroe balbettava soprattutto quando stava con Arthur Miller [Giancarlo Dotto]
Valige All’aeroporto, in partenza per Londra per le riprese de il principe e la ballerina, Arthur Miller e Marilyn si presentarono con 27 valige [Alfonso Signorini Marilyn. Vivere e morire d’amore Mondadori 2010].
Principe Leggende da rotocalco narrano che l’allora socio di Ranieri, Aristotele Onassis – in seguito romperanno clamorosamente –, si offrì di combinare per l’amico un matrimonio hollywoodiano che avrebbe fatto di Montecarlo una ribalta turistica di livello planetario. La prescelta era Marilyn Monroe. La vulgata vuole che lei rifiutò [Laura Laurenzi, Rep 7/4/2005].
Orgasmo Il Los Angeles Times ha pubblicato le trascrizioni delle sedute di Marilyn Monroe col suo analista Ralph Greenson. Il passo più clamoroso riguarda Joan Crawford: Marilyn ci andò a letto, «lei ebbe un orgasmo gigantesco, gridava come se fosse stata posseduta», poi le chiese un secondo giro e Marilyn rifiutò spiegando che le donne non le piacevano molto.
Lesbica «Marilyn? Quella lesbica?» (Elizabeth Taylor) [Beppe Cottafavi, Il piccolo libro degli insulti, Mondadori 2000]
Miss Lytess/1 Si sapeva che, oltre alle tante relazioni con uomini, Marilyn ne aveva avute con donne. Joan Crawford, Marlene Dietrich e Barbara Stanwyck, quelle finora note. La diva confessò all’amico Ted Jordan che dormiva con Miss Lytess, la sua tirannica insegnante di recitazione: «Perché no?» disse «Il sesso lo fai con le persone che ti piacciono. Che c’è di sbagliato in un atto così naturale?» [Il Giornale 8/9/2014].
Miss Lytess/2 Secondo nuovi documenti, Marylin e Miss Lytess avrebbero vissuto come “marito e moglie” per due dei sette anni in cui lavorarono insieme, dal 1948 al 1955 [Il Giornale 8/9/2014].
Hard Escandalos de Hollywood, una videocassetta confezionata in Spagna che raccoglie gli esordi hard di alcune star di Hollywood: Marilyn Monroe che giocherella con una bottiglietta di Coca-Cola come una call-girl sui banconi dei nude-bar thailandesi [Giuseppe Nicotri, L’Espresso 24/06/1999].
Braccia «Dio, di’ a Orson che è come aver passato tutta una notte in un bordello e poi uscirne esausto e trovarsi lì Marilyn Monroe a braccia aperte. Mi piacerebbe, ma proprio non ce la faccio» (con queste parole Warren Beatty rifiutò il ruolo in The Big Brass Ring) [Peter Biskind A pranzo con Orson – Conversazioni tra Henry Jaglom e Orson Welles Adelphi Milano 2016].
Sesso «Il sesso è natura e io seguo la natura» (Karen Rubin, il Giornale 3/2/2012).
Erezione/1 «Ho avuto una piccola infatuazione per Marilyn Monroe mentre stavamo girando Love Happy. Mi ricordo che solo a parlare con lei sul set mi si drizzava» (Groucho Marx)
Erezione/2 Tony Curtis che di Marilyn Monroe disse la celebre battuta: «Bacia come Hitler» poi ammise, con qualche disinvoltura, di essere stato suo amante, e che lei “era giusto una delle tante”: «Non ho mai pronunciato una frase simile. In realtà, io e Marilyn eravamo stati amanti circa dieci anni prima di interpretare insieme A qualcuno piace caldo, quando lei aveva 19 anni e io 22. E ricordo che durante la lavorazione del film di Billy Wilder, Marilyn non stava bene, arrivava in ritardo sul set, non ricordava la parte e i produttori pensavano di licenziarla. Credo che tentò di prendersi una piccola rivincita quando nella scena sul sofà, nella quale ero vestito da donna e dovevo abbracciarla, lei non ebbe pietà e fece di tutto affinché io avessi un’erezione. E ci riuscì. Per questo dissi allora che baciare Marilyn era come scoparla, e chiedo scusa per l’espressione» (Tony Curtis a Renzo Fegatelli) [la Repubblica 6/1/2003].
Pigrizia I ritardi leggendari di Marilyn non erano attribuibili a spocchia di diva, ma a un’incapacità congenita di sollevarsi da un letto o da un divano (Henry Travers) [Libero 9/6/2009].
Ragazza difficile «Marilyn è un caso a parte. Una ragazza difficile, sa: mai completamente rilassata e, negli ultimi anni, fors’anche mai completamente sobria... Una che aveva grossi problemi psicologici, grossi malesseri, grosse crisi d’abbattimento. Non era semplice lavorare con Marilyn, Marilyn non sapeva cosa fosse la puntualità, la convocavo per le otto di mattina e m’arrivava alle due del pomeriggio, io furente, la troupe furente, il produttore più furente di me e della troupe, e lei serafica, disarmante, con addosso qualcosa d’indefinibile, di particolare... La seconda volta che la chiamai il produttore minacciò di ritirarsi. Con una come quella, strillava, ci rimetti in nervi e quattrini. Se la tua preoccupazione primaria è la puntualità di un’attrice, gli dissi, posso scritturare mia zia di Vienna che sta sempre con l’orologio in mano. Ma non son sicuro che il pubblico gradisca...» (Billy Wilder a Lina Coletti) [L’Europeo n. 3, 2005].
Bourbon Wilder che sul set di A qualcuno piace caldo, dovette girare 59 volte la stessa scena perché la diva non riusciva a ricordare una battuta: «Dov’è il bourbon?». Diceva: «Dov’è la bottiglia?», «Dov’è il bon bon?», altre volte restava a bocca chiusa, confusa. E il regista, con infinita pazienza, ogni volta ricominciava tutto da capo [Paolo Beltramin, Corriere della Sera - La Lettura 13/7/2014]
Vodka Nei periodi di maggiore sconforto e tensione arrivava a bere una bottiglia di vodka dietro l’altra: era l’unico liquore che non lasciava tracce baciando i colleghi sul set [Alfonso Signorini Marilyn. Vivere e morire d’amore Mondadori 2010].
Sedere «Del film ricordo la singolare ricerca del vestito femminile che avrei dovuto indossare. Mentre quelli di Marilyn Monroe erano stati ordinati a un sarto famoso, specializzato in vestiti per il cinema, il mio lo cercarono nel deposito di vestiti della Warner. Alla fine si chiese allo stesso sarto di Marilyn di prepararne uno per me. E il giorno che mi prese le misure, passò anche da lei. Rilevandole le proporzioni del sedere le disse che il mio culo era più bello del suo. Lei reagì furiosa, si sbottonò la blusa e mostrando il petto, esclamò: “Però non ha un paio di tette come queste!”» (Tony Curtis a Renzo Fegatelli) [la Repubblica 6/1/2003].
Antinoo «Ma nel corso di quasi due millenni, al di là delle moderne icone di culto immortalate anche attraverso il mito del cinema come Marlene Dietrich o Greta Garbo, c’è una sola immagine che può stare alla pari con quella di Antinoo: la Gold Marilyn di Andy Warhol. Anche Marilyn fu l’amante perduta da tutti; anche lei morì giovane nel fulgore della sua bellezza; anche lei si suicidò; anche lei è stata deificata da un culto universale simile a quello tributato ad Antinoo da Adriano. Anche a lei sono stati eretti monumenti e il più celebre fra tutti è la prima delle serigrafie del suo volto, la Gold Marilyn in cui Warhol, nel 1962, la consacrò su fondo oro, come un’icona bizantina. Una bellezza divina e trascendente, fatta per essere ammirata, adorata e per questo serializzata come fu la statua di Antinoo» (Francesca Bonazzoli).
Padre «Gli spostati (The Misfits, 1959) vide Clark Gable a fianco di Marilyn Monroe, la quale da ragazzina aveva tenuto sul comodino per anni una sua fotografia autografata dicendo a tutti che si trattava del suo “vero padre”... La sera precedente al primo ciak insieme, la Monroe prese tanti di quei tranquillanti che si svegliò nel pomeriggio del giorno dopo... (Stenio Solinas) [Il Giornale 13 gennaio 2008].
Speciale «Tutti dicono che non so recitare. Dicevano la stessa cosa di Elizabeth Taylor. E si sbagliavano. In Un posto al sole è straordinaria. Ma io non otterrò mai la parte giusta, una parte che mi piaccia. È il fisico che mi frega. Ho un aspetto troppo speciale» (La Monroe a Truman Capote nel 1955).
Bomba La prima scelta di Capote per Colazione da Tiffany è Marilyn Monroe. Ma i produttori, Marty Jurow e Richard Shepherd, sanno che sarebbe una Holly pessima: la diva è incontrollabile ma, soprattutto, è una bomba del sesso. Già lo sceneggiatore, George Axelrod, ha i suoi guai a smorzare l’eroticità della situazione: la censura bloccherebbe tutto [Angelo Aquaro, la Repubblica 25/7/2010].
Squillo «Non c’è alcuna possibilità che Marilyn interpreti quel ruolo. Marilyn non sarà una squillo» (Paula Strasberg, amica consulente della Monroe) [Azzurra Della Penna, Chi, n. 44, 19/10/2011].
Insicura L’articolo su Marilyn Monroe che Truman Capote scrisse per Interview, considerato uno dei grandi capolavori del giornalismo. Restituiva l’essenza dell’attrice, una persona molto insicura, che ha costantemente bisogno dell’approvazione altrui [George Plimpton Truman Capote. Un libro in cui vari amici, nemici, conoscenti e detrattori rievocano la sua turbolenta carriera Garzanti Milano 2014].
Bellissima bambina/1 Nel suo straordinario resoconto (non saprei come altro definirlo) su Marilyn, Truman Capote ripete più volte la domanda che immagina si sentirà rivolgere all’infinito dopo averla incontrata: «Com’è VERAMENTE Marilyn?». Lei sembra più preoccupata di lui dalla possibile risposta. Cerca di capire cosa le convenga o le faccia torto rivelare o proiettare di sé. Alla fine, dopo che ha pianto, riso, affascinato, conclude: «Dirai che sono una balorda». E lui: «Ovviamente, ma direi anche...». Qui il superbo narratore fa una pausa di suspence, manda avanti il tempo per usarlo come un’arma impropria, inscrive una parentesi in cui la luce svanisce e Marilyn sembra fare altrettanto, facendogli venire la tentazione di alzare la voce per richiamarla urlando il suo nome e domandandosi perché le cose siano dovute andare in quel modo, perché la vita debba essere così marcia. Poi fa un passo indietro: «Ma direi anche che sei una bellissima bambina» [GQ luglio n. 154 2012].
Bellissima bambina/2 «Ha qualcosa dentro, una bellissima bambina… Non credo affatto che sia un’attrice, in senso tradizionale. Le qualità che ha, questa presenza, questa luminosità, questi sprazzi di intelligenza. Non potrebbero mai emergere a teatro. Come il volo di un colibrì: solo una cinepresa può fissarne la poesia». Così la signorina Constance Collier, grande attrice dei teatri e poi stimata maestra di recitazione nella New York del dopoguerra (sino al 1955, l’anno della sua scomparsa) definì Marilyn Monroe, che fu sua allieva per alcuni anni [Francesco Billi, Vocearancio.com].
Panna «Vidi da vicino anche la povera Marilyn, con la carnagione così delicata che pareva di panna montata» (Valentina Cortese).
Pescetti Persino Marilyn Monroe utilizzava i famosi “pescetti”: le imbottiture ovali rimovibili da sistemare all’interno delle coppe. [Laura Laurenzi, la Repubblica 18/2/2006].
Apologia Nessuno meglio di Marilyn Monroe seppe lasciare un’apologia del freddo. Nel film Quando la moglie è in vacanza dialoga con Ton Ewell. «Mi faccia mettere qualcosa addosso... Ora vado in cucina e mi vesto», sussurra la bionda. Lui: «In cucina?». E lei: «Sì. Quando fa caldo così, sa cosa faccio? Gli intimi li tengo in frigo» (Armando Torno) [Corriere della Sera 7/2/2012].
Biondo Marilyn Monroe non portava il reggiseno (aveva la quarta misura), né gli occhiali (il fascino acquoso dello sguardo veniva da una forte miopia). Si schiariva i capelli con l’acqua ossigenata (colore naturale: castano), tra le tonalità di biondo chiedeva sempre quella che rendesse l’effetto «dirty pillow slip» (federa sporca). Rasava le sopracciglia “ad ali di gabbiano” e disegnava sugli occhi codine con l’eyeliner. Allan Whitey Snyder ci impiegava tre ore a truccarla (particolare impegnativo i vari strati di colori per raggiungere il rosso scarlatto sulle labbra). Il celebre ondeggiamento dei fianchi pare fosse dovuto a una congenita lussazione dell’anca (ma in molti sostengono che accorciasse di un centimetro un solo tacco). Aveva il complesso del naso a patata. Qualcuno le aveva detto che tra la punta del naso e la bocca il suo labbro era troppo corto e lasciava apparire le gengive: «Tira il labbro superiore verso il basso, quando ridi». Marilyn provò e riprovò finché il suo sorriso divenne perfetto (però il labbro superiore le tremava leggermente) [Francesco Billi, Vocearancio.com].
Capo Negli anni ricchi di speranze e poveri di dollari, la Winters aveva diviso la stanza con Marilyn Monroe. Le legava un profondo affetto, la Monroe raccontava che Shelley le aveva insegnato quel modo speciale di stare davanti alla macchina da presa, con il capo reclinato indietro, lo sguardo abbassato, le labbra dischiuse [Maria Pia Fusco, la Repubblica 15/1/2006].
Ombretto rosa Il celebre Max Factor lo applicava anche come trucco da giorno ed era il segreto dello sguardo luminoso ostentato da Marilyn Monroe. Lei aveva gli occhi un po’ spioventi dei bambini tristi e per tanti anni nessuno riuscì a capirlo: la truccavano solo da bella ragazza bionda. Ma il giorno che uno se ne accorse e glieli riempì di ombretto rosa, aggiungendoci due lunghe ciglia finte all’angolo esterno, ecco là che era nata la Marilyn sexy-infantile che ancora adesso, dopo tanti anni, fa sognare [Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002; Salute di Sorrisi e canzoni, n. 32 dicembre 2001].
Occhi Marilyn Monroe strizzava gli occhi e socchiudeva le labbra come per schioccare un bacio (tempo di durata del tic: 100 millisecondi) [Daniela Daniele su Specchio del 13/1/2001].
Bacio Brooks che amava ricordare anche di essere stato il primo a dare un bacio cinematografico a Marilyn Monroe. Era il 1948, la Monroe era ancora una sconosciuta e il film era il musical Orchidea bionda di Phil Carlson [R.S. Corriere della Sera 4/9/2003].
Salti Si dice che Philip Halsman per una copertina del 1959 fece saltare Marilyn Monroe per ben duecento volte. Halsman era noto lper a sua straordinaria vocazione per la fotografia in movimento [Susanna Legrenzi Io donna, 30/10/2004].
Scarpa Chi può dimenticare l’erotismo di Marilyn Monroe che, in Quando la moglie è in vacanza, scende le scale sui suoi sandaletti dai tacchi alti guarniti di marabù? Anche la scarpa aperta dietro inizialmente fece scandalo perché enfatizza la nudità del piede. [La Stampa 23/12/09].
Tacco Wanda Ferragamo mostrando una décolleté con 11 centimetri di tacco che Marilyn Monroe sfoggiava in A qualcuno piace caldo. «Taglia 38, una bambolina, vede? Ho girato il mondo e speso oltre mezzo miliardo di lire per recuperare nove calzature che Salvatore le confezionò, il primo paio a un’asta di Christie’s nel 1999 m’è costato 42 mila dollari» [Lorenzetto, Pan 8/3/2007]. I tacchi a spillo rinforzati in metallo sono stati resi famosi da Marilyn Monroe [Luca Fornovo, La Stampa 13/6/2011].
Tacchi «Io non so chi abbia inventato i tacchi alti ma tutte le donne devono loro molto» (Marilyn Monroe).
Piedi Marilyn Monroe si scatenava, i suoi piedi, coi calcagni inchiodati a turno sul pavimento, scandivano il tempo come frenetici metronomi [Giuseppe Videtti, la Repubblica 5/6/2011].
Ukulele In A qualcuno piace caldo Marilyn Monroe che suonava l’ukulele.
Ballo «La prima volta che la vidi fu a New York nel locale El Marocco. Marilyn entrò come una nuvola di cipria. Sembrava che i suoi piedi non toccassero terra. Era come sospesa in una celestiale leggerezza. Era vestita con un abito bianco ricamato e sopra aveva una stola di volpi. Gioielli? Neanche uno. Non ne portava. Truccata pochissimo, prima di scendere le scale si fermò per un attimo. Poi si mosse e io capii il motivo del suo irresistibile fascino. Le altre donne venivano oscurate dalla sua bellezza e lei sembrava non rendersene conto. Anzi, chiedeva scusa passando in mezzo ai tavoli. Non ancheggiava, non mostrava seni prorompenti. Ballò un po’, poi così com’era entrata se ne andò» (Elsa Martinelli a Patrizia Saladini).
Gioielli «I gioielli sono seri e noiosi come i mariti. I bijoux allegri e divertenti come gli amanti» (Marilyn Monroe).
Diamanti «A kiss on the hand / May be quite continental / But diamonds are a girl’s best friend”. Così cantava Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde [Mariarosa Mancuso, Il Foglio 12/03/2011].
Piangere «Dicono che il denaro non faccia la felicità ma se devo piangere preferisco farlo sui sedili di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone della metropolitana» (Marilyn Monroe).
N°5 «Alla domanda di cosa portasse come camicia da notte, Marilyn rispondeva: Chanel N° 5» (Jean-Paul Guerlain).
Radiografie C’è chi ha pagato 3mila dollari per avere le radiografie di Marilyn Monroe [Massimo M. Veronese, il Giornale 1/7/2010]
Abito/1 Nel 2000 nella sede di New York l’asta di memorabilia di Marilyn Monroe raccolse 13,4 milioni di dollari (quasi 10 milioni di euro). Il pezzo forte fu l’abito bianco aderente e tutto luccicante (8 milioni e mezzo di euro) che l’attrice indossava il 19 maggio 1962, quando cantò Happy Birthday al presidente americano, John F. Kennedy.
Abito/2 Un solo abito sbagliato può dare alla propria vita una svolta indesiderata, vedi Marilyn Monroe quando si ostinò a farsi cucire addosso quell’abito di chiffon e cristalli per augurare buon compleanno al “suo” Jack che invece, dopo l’esibizione senza biancheria della sua bella davanti alla nazione, sparì consegnandola al fratello Bob [Fabiana Giacomotti, Il Foglio 2/4/2011].
Comitato «Nel mirino del “comitato per le attività antiamericane” finirono anche Arthur Miller e Marilyn Monroe (al tempo sua moglie); quest’ultima si rivolse per aiuto a John F. Kennedy, a quei tempi senatore del Massachusetts, visto che nella commissione di McCarthy sedeva anche suo fratello Robert (Alberto Flores D’Arcais) [La Repubblica 24/12/2007].
Leggende Leggenda vuole che quando Nikita Krusciov visitò Hollywood nel 1959 chiese di incontrare Marilyn Monroe senza il marito scrittore Arthur Miller, sospettato di essere comunista. Invece la moglie di Krusciov, Nina, desiderava girare per Los Angeles con Frank Sinatra. Questi, riluttante, sarebbe stato convinto dal suo amico John Kennedy, futuro presidente Usa. [Gianni Riotta, La Stampa 11/12/2015].
Informazioni «Pare accertato l’interesse che il leader indonesiano Sukarno aveva per la Monroe. Un’informazione che non deve aver lasciato indifferente la Cia, che quindi potrebbe aver utilizzato l’attrice per avvicinarlo o potrebbe averle ordinato addirittura di entrare in intimità con lui al solo scopo di spillargli informazioni. Ma viste anche le successive frequentazioni di Marilyn con i Kennedy, forse non sapremo mai la verità su quel che fece in vita e soprattutto su come morì davvero» (Andrea Carlo Cappi) [Marianna Aprile, Novella 2000, n. 16, 22/04/2010].
Passione Quella con l’attrice Marilyn Monroe fu una storia d’amore breve, ma, poiché riguardava il presidente degli Stati Uniti ed ebbe un finale drammatico, è entrata nella leggenda. John Kennedy e Marilyn Monroe si conobbero nel 1954. JFK allora aveva 37 anni ed era uno dei giovani emergenti del Partito democratico. Laureato a Harvard, eroe di guerra, era sposato da un anno ed era senatore dello Stato del Massachusetts. Marilyn aveva 28 anni, ed era nel pieno fulgore della bellezza e della carriera. Dopo una lunga gavetta, si era imposta al pubblico e alla critica in film come Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde e Come sposare un milionario. La passione tra i due scoppiò fortissima. L’entourage dei Kennedy pensava fosse una delle normali scappatelle del futuro Presidente, ma stavolta la vicenda era più complicata. Jack non riusciva a togliersi dalla mente Marilyn: come confidò al fratello Robert, era “malato di Marilyn” [Renzo Allegri, Chi 19/11/2015].
Kennedy «E, proprio quando incontra Kennedy, si sveglia in lei un amore nuovo. E si ribella al passato. Si ribella anche al personaggio fasullo che si era inventata. Vuole una nuova vita: quella sognata da Norma Jeane. Lascia Los Angeles e si trasferisce a New York. Fonda una casa cinematografica per essere indipendente. Conosce Lee Strasberg, il grande maestro di recitazione, creatore dell’Actor’s Studio. Vuole andare a scuola da lui. Strasberg la esamina e se ne entusiasma. Scopre che ha un talento naturale formidabile. Si dedica a lei, le dà coraggio. La libera dagli incubi del passato. La spinge ad essere se stessa [Renzo Allegri, Chi 19/11/2015].
Ingresso Alla Casa Bianca esistono (almeno) due passaggi segreti, e uno di questi al pianterreno si chiama «ingresso di Marilyn». Jfk amava moltissimo quella strettoia, e i suoi biografi ci hanno costruito mitologie.
Sussurro L’unica foto ufficiale che ritrae insieme Marilyn Monroe e John Kennedy è scattata il 19 maggio 1962, poco più di due mesi prima della morte della diva. È una foto rubata dalla polaroid di qualche intimo che fa parte dei privilegiati invitati alla festa privata di compleanno del presidente Kennedy al Carlyle Hotel. Due ore prima, una Marilyn fasciata in un abito color carne, cosparso di strass e così attillato da non lasciarla quasi respirare, sale sul palco del Madison Square Garden, per cantare “Happy birthday” al presidente. Arriva davanti al microfono affannata, completamente fatta di pillole e champagne: la nota sexy che, quella notte, trasforma la sua voce in un sensuale sussurro è il risultato di questo mix di alcol, barbiturici ed emozione) [Laura Gaetini Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati Araba Fenice Boves 2015]
Ritiro «Dopo un Happy birthday come questo potrei anche ritirarmi dalla vita politica» (John Kennedy ai giornalisti in riferimento alla canzone a lui dedicata da Marilyn) [Laura Gaetini Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati Araba Fenice Boves 2015].
Piano Hank Jones era al piano il 19 maggio 1962 quando Marilyn Monroe cantò Happy Birthday Mr. President, per il compleanno di John Fitzgerald Kennedy [Il Foglio 29/05/2010].
Jackie Poche settimane prima della morte di John Kennedy, Marilyn Monroe telefonò a casa sua e Jacqueline la investì malamente. Marilyn rispose: «Jackie, tu sai bene come è fatto Jack... Non si ritiene soddisfatto di una donna fino a quando non l’ha posseduta in tre diverse maniere» [Lucrezia Dell’Arti, Io donna].
Ciliegina «Ciliegina (volgaruccia) sulla torta, che però funziona bene solo in inglese: una settimana prima di essere ucciso Lincoln era stato "in" Monroe, Maryland. Una settimana prima di essere ucciso, Kennedy era stato "in" Monroe, Marilyn» [Umberto Eco, l’Espresso 30/6/2011].
Sincerità «Non voglio obbedire più a nessuno. Posso fare il mio lavoro con la pienezza che voglio da quando ero bambina... Non mi lascerò spaventare o prendere dalla vergogna dei miei genitali svelati, conosciuti e visti... Voglio recitare la mia vita con tutta la sincerità che posso...» (Marilyn nei suoi quaderni) [Renzo Allegri, Chi 19/11/2015].
Visita «La visita che papà Lawford e il cognato Robert Kennedy fecero a Marilyn Monroe il giorno della sua morte» (Alessandra Farkas) [Corriere della Sera 24/11/2005].
Overdose Marilyn Monroe viene trovata morta il 5 agosto del 1962 nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, all’età di trentasei anni. Probabile causa del decesso una overdose di barbiturici. Morì con i sonniferi che le servivano a dimenticare di essere la donna più bella del mondo e, come le disse Arthur Miller, «la più triste che abbia mai conosciuto» [Matteo Persivale, Corriere della Sera 23/12/2009].
Chili Nell’istante del decesso pesava 53 chili e misurava 166 centimetri in lunghezza. Dal 23 febbraio 1956 il suo nome legale era Marilyn Monroe (Tommaso Pincio) [Corriere della Sera 6/7/2012].
Nuda «Morì nuda, come amava vivere e dormire, felice di sentirsi, alfine, libera. La mano sulla cornetta del telefono, pronta a offrire al mondo intero la sua nudità» (Ado Kyrou, raffinato storico del cinema erotico).
Nembutal Il mitico Nembutal, il barbiturico ingerito da Marilyn Monroe. Nel suo sangue ne fu ritrovato l’equivalente di 40/60 pasticche e in seguito, per evitare l’effetto emulativo, i medici smisero di prescriverlo [Anna Mazzone, Il Riformista 28/06/2009].
Gazpacho La notte prima di morire Marilyn Monroe cercò di recuperare l’amore perduto di Bob Kennedy con tutte le armi che lui e suo fratello John conoscevano già a fondo, servendogli però un segreto ancora più piccante: un bel gazpacho. Il gazpacho, naturalmente, doveva essere solo l’antipasto: seguiva buffet rigorosamente messicano ordinato a domicilio nella dimora hollywoodiana di Brentwood [Angelo Aquaro, la Repubblica 7/6/2010].
Supposte «C’è Marilyn, bella, di una bellezza buffa e gonfia e patetica, che “stufa di far da troia clandestina, lei già più volte divorziata, sognava ricevimenti di capi di stato, con verginità di fenice, da First Lady”. E fatale fu il suo dividere corpo e lenzuola con i Kennedy – finita nuda, a pancia in sotto, “infilata di supposte letali”. E così: “Punita per aver segnato l’epoca con la sua nociva bellezza, o cara agli Dei per non aver conosciuto vecchiaia?”». (Guidi Ceronetti e Stefano Di Michele) [Il Foglio 3/9/2011].
Cursum perficio “Cursum perficio”: in latino, “ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. È un brano della lettera di san Paolo a Timoteo, scritto su alcune mattonelle all’ingresso della villa acquistata da Marilyn Monroe a Los Angeles un anno prima della morte. Era la prima casa che la pur ricchissima diva avesse posseduto durante la sua vita: un sogno di radicamento, drammaticamente conclusosi nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962. Non c’è ovviamente alcun dubbio che Marilyn Monroe sia morta per avvelenamento, ma gli stessi dati dell’autopsia non recano le tracce di un’assunzione orale. Vi sono invece quelle incontrovertibili di un’assunzione per via rettale. Una delle verità alternative citate parla in effetti di sicari che avrebbero utilizzato una supposta avvelenata, ma gli autori ricordano anche che la diva si faceva praticare clisteri, e si soffermano su una governante particolarmente sospetta [La Stampa 23/12/09].
Brando «Io ero rimasto molto colpito dalla morte di Marilyn. Era ricca, brava, sensibile, arguta, divertente. Quando morì, tutti in America rimasero profondamente impressionati perché sembrava incredibile che una persona così dotata potesse morire in quel modo (Marlon Brando).
Prostituta Darwin Porter racconta di quando Marlon Brando pagò 15 dollari per portarsi in camera una prostituta che poi sarebbe diventata famosa col nome di Marilyn Monroe [Matteo Persivale, Corriere della Sera 14/2/2006].
Miserabile «Io credo che Marilyn, nonostante il successo si sentisse spiritualmente impoverita. Credo che il momento della sua maggior gloria abbia coinciso con il momento della sua maggior miseria. Si sentiva sola e miserabile perché non aveva nulla da desiderare. Probabilmente si svegliava la notte, ogni notte, per scoprire di non aver nulla davanti a sé. Così si spiegano i suoi molti matrimoni, così si spiegano i barbiturici e tutte le altre cose che ha tentato. Invece di sforzarsi di riempire un vuoto, Marilyn... » (David Susskind) [L’Europeo n. 3, 2005].
Aborti Marilyn nella sua vita abortì 13 volte [Alfonso Signorini Marilyn. Vivere e morire d’amore, Mondadori 2010].
Suicidio «Nella vita privata aveva la rara capacità di circondarsi di persone sbagliate, dall’influenza nefasta. Ero lontano da lei quando è morta. Sono sicuro che è stato un suicidio, non un omicidio: l’ultimo gesto del suo malessere, del suo mal di vivere. Nessuno ha ucciso Marilyn, è stata lei a farla finita» (Tony Curtis a Renzo Fegatelli) [la Repubblica 6/1/2003].
Vibrante «Aveva qualcosa di luminoso. Una combinazione di pensosità, radiosità, struggimento, che la distingueva e nello stesso tempo faceva desiderare a tutti di condividere quell’ingenuità infantile, che era insieme così timida e così vibrante» (Discorso funebre di Lee Strasberg).
Vento «Mi piaceva tanto ridere forte! Prendevo una bicicletta in prestito e volavo via. Cominciavo a ridere al vento, correndo come un fulmine e ridendo, ridendo! Adoravo il vento. Sembrava che mi accarezzasse» (Marilyn Monroe). Elton John le dedicherà Candle in the wind (che poi riscriverà per Lady D.)
Morta «Avevo qualcosa di speciale e sapevo cos’era. Ero il tipo di ragazza che trovano morta in una camera da letto con un flacone vuoto di sonniferi in mano» (La Monroe a Truman Capote nel 1955).