14 agosto 2012
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Biografia di Angela Merkel
• Angela Merkel, «donna, protestante, divorziata, senza figli» e per di più Ossi, cioè proveniente dalla Germania Est. «Per un partito come la Cdu, maschilista e conservatore, una vera e propria rivoluzione culturale».
• Angela Merkel celebrò l’elezione a presidente della Cdu (aprile 2000, 96% dei voti, Kohl s’era dimesso in gennaio per lo scandalo dei fondi neri finiti al partito) con prosciutto, insalata e purea di cavoli.
• «Nuovo corso all’insegna della sobrietà».
• Angela Dorothea Merkel, nata ad Amburgo il 24 luglio 1954. Il padre, Horst Kasner, pastore protestante, accettò di trasferirsi a Templin, nella Germania Orientale, dove Angela visse 35 anni.
• «Le persone che hanno tempo di occuparsi del mio aspetto fisico devono senza dubbio avere una vita meravigliosa».
• Angie dei Rollings Stones, spesso colonna sonora dei suoi comizi.
• “Maggie Merkel” (per imparentarla, assai impropriamente, alla Thatcher). Poco interesse in genere per le tematiche femminili. Poco interesse in genere per le questioni che appassionano i giornali, per esempio se si debba continuare a dire Kanzler o Kanzlerin (ha ormai prevalso Kanzlerin). Quando era ministro per le donne e i giovani veniva chiamata “ministra”, quando passò all’Ambiente diventò “ministro”. Non corresse mai nessuno in nessuno dei due casi. Considera superflua una legge sulle quote rosa in politica: le donne non hanno bisogno di tutele, la selezione del personale politico avvenga sempre per merito e competenze.
• «Le cose sono andate così» (relativamente alla maternità mancata, che le venne rinfacciata da Doris Kopf, moglie di Gerhard Schröder, durante la campagna elettorale del 2005). Ha poi voluto come ministro per la Famiglia Ursula von der Leyen, una pediatra con sette figli.
• Al momento della caduta del Muro, ricercatrice di Fisica all’università.
• Nel febbraio 1990 si iscrive al Demokratischer Ausbruch (Slancio democratico), piccola formazione tedesco-orientale ispirata alla Cdu. Primo incontro con Kohl nell’ottobre successivo quando la DA aderisce alla Cdu. Ministro per le Donne e i Giovani, vicepresidente della Cdu nel dicembre 1991, grazie all’appoggio di Kohl (Congresso di Dresda), poi ministro dell’Ambiente e presidente della Cdu del Meclemburgo-Pomerania. Infine presidente della Cdu, l’11 aprile 2000, carica che ottiene senza mai essere stata presidente di un Land, come da curriculum di tutti i precedenti presidenti. Percorso disseminato dai cadaveri politici di Lothar De Maizière, Günther Grause, Wolfgang Schäuble, Helmut Kohl. «Se ha potuto approfittarne è perché è sempre stata sottovalutata».
• «…non condivide quello che i tedeschi chiamano lo Stallgeruch, letteralmente ”l’odore della stalla”. Gli esponenti più conservatori la accusano di non aver militato abbastanza a lungo per poter sviluppare un senso d’appartenenza e una reale condivisione di idee. Ancora oggi, molti cristiano-democratici della vecchia guardia continuano a considerarla un’outsider, un’estranea. Il suo radicamento nel partito potrebbe essere paragonato a quello di un abete: certo, le radici ci sono, ma non sono molto profonde».
• All’attacco di Benedetto XVI dopo la riabilitazione, con reintegro nella comunità cattolica, del vescovo lefebvriano negazionista Williamson: «Si tratta di chiarire in modo netto, da parte del Papa, che non può esserci alcuna negazione dell’Olocausto e che il rapporto con il mondo ebraico deve essere positivo […] Dal mio punto di vista questi chiarimenti non sono ancora stati sufficienti». Cioè il Papa, benché papa, resta in qualche modo un cittadino tedesco le cui idee riguardano anche la Germania. All’elezione di Benedetto la Bild titolò «Wir sind Papst» (Noi siamo Papi). In Germania chi nega la Shoah va in carcere. Merkel aveva difeso a spada tratta Benedetto in occasione dell’incidente di Ratisbona (12 settembre 2006, il pontefice aveva pronunciato un discorso che aveva indignato il mondo islamico).
• Al momento del giuramento come cancelliera ha pronunciato la frase facoltativa «So war mit Gott helfe» («Che Dio mi aiuti») che Schröder aveva sempre omesso. Ha rimesso la sequenza nel suo spot elettorale.
• Pragmatica, priva di dogmi, «un leader che non corre rischi, guidata dal sentimento popolare» (Joshka Fischer).
• Più popolare del partito.
• «La più grande sorpresa della mia vita è stata la libertà» (discorso programmatico al Bundestag, 30 novembre 2005).
• Metodo Merkel: «Pragmatismo, scientificità, strategia, autenticità».
• «Il modello di sviluppo cui fa riferimento è l’economia sociale di mercato, idea cara all’ex cancelliere Ludwig Erhard che governò il Paese dal 1963 al 1966. L’iniziativa privata, in quanto motore della crescita, è alla base di questo sistema. Lo stato svolge un ruolo di guardiano: stabilisce le norme che regolano la concorrenza allo scopo di prevenire gli eccessi. Un principio cardine dell’economia sociale di mercato è la solidarietà, intesa come sostegno ai più deboli attraverso una più equa ridistribuzione delle risorse. La stessa Merkel ne ha sovente ribadito l’importanza: ”Ogni anno vengono create migliaia di nuove aziende. E ogni anno circa cento miliardi di euro sono ridistribuiti alle famiglie. Tutto questo è l’economia sociale di mercato, che deve essere preservata ed estesa”».
• Opinioni liberali contraddette dalla legge del marzo 2009: per salvare le banche in difficoltà si può ricorrere anche all’esproprio (Enteignung). Pensata per la Hypo Real Estate, sull’orlo del fallimento, su cui nell’aprile di quell’anno lo Stato ha lanciato un’Opa preliminare alla nazionalizzazone (la prima dagli anni Trenta).
• «Se non si ama il proprio Paese, non è possibile neppure riformarlo. Patriottismo e riforme sono per me due facce della stessa medaglia».
• Discorso in Israele, alla Knesset, nel marzo 2008. Le si chiede di non parlare in tedesco. Anzi, risponde, è condizione imprescindibile dell’evento che io possa esprimermi nella mia lingua, come è concesso a tutti i capi di governo. Gli israeliani cedono, e risuona quindi nel Parlamento ebreo la lingua di Hitler. La Merkel dice questo: «La Shoah riempie noi tedeschi di vergogna. Mi inchino di fronte ai sopravvissuti e di fronte a tutti quelli che li hanno aiutati a sopravvivere. Antisemitismo, razzismo e odio razziale non devono più attecchire in Germania e in Europa».
• Ai Mondiali del 2006 è andata non solo alla finale (come tutti i suoi predecessori) ma anche alle partite di qualificazione. La sua esultanza per un gol della Germania sta nello spot elettorale.
• Perfetta in russo e in inglese. «Oggi la Merkel è uno dei pochi leader internazionali in grado di parlare con Vladimir Putin e Barack Obama nelle loro rispettive lingue madri».
• Nessun viaggio fino a 35 anni.
• Ai tempi della Ddr si facevano gare tra le scuole. Sempre prima in matematica e fisica. Mediocre però nello sport, e nella Germania dell’Est non era concessa la laurea a chi non faceva i cento metri in almeno 16 secondi. «Sforzo immane, ore e ore di allenamento e di sacrifico». Al giornale femminile ”Frau im Spiegel”, che le aveva chiesto quale fosse il suo sogno segreto, rispose: «Volteggiare sulla trave d’equilibrio come una vera campionessa».
• «Una mela casca dall’albero sia in un regime comunista che in un regime democratico».
• Università alla Karl Marx di Lipsia, dove si guadagna da vivere facendo la cameriera. Qui incontra Ulrich Merkel, studente di Fisica. Matrimonio nel 1977, lei 23 anni lui 24. Divorzio nel 1981. Ulrich: «Forse avevamo deciso con troppa precipitazione». Però nella Germania dell’Est le coppie sposate erano favorite nell’assegnazione degli alloggi.
• Laurea nel 1978 col massimo dei voti, trasferimento a Berlino e impiego come ricercatrice fino al 1989.
• Langguth, biografo: «Una scienziata in un mondo di giuristi […] la prima nella nostra storia che guarda alla politica come se guardasse a un insieme di molecole».
• Propensione a rappresentare la realtà in forma grafica, durante le riunioni usa diagrammi, «per stessa ammissione della Cancelliera visualizzare un problema all’interno di un piano cartesiano consente di mettere in luce gli aspetti più rilevanti, agevolando così la ricerca della soluzione».
• «La Merkel ha una strategia molto semplice ma di assoluta efficacia. Lascia discutere gli altri fino allo sfinimento. Quando nessuno ha più niente da dire, prende le cose in mano» (Emmanuelle Belohradsky). Secondo altri sa semplicemente apettare che i suoi avversari si eliminino vicendevolmente.
• Ha portato l’età pensionabile da 65 a 67 anni (entro il 2029). Incentivi per chi assume persone di età compresa tra i 50 e i 67 anni.
• Unica esperienza precedente di Grosse Koalition il cancellierato di Kurt Kiesenger tra il 1966 e il 1969.
• Laureata, presenta domanda al’università di Ilmenau, in Turingia, per dedicarsi alla ricerca applicata. Al momento del colloquio «l’atmosfera è strana, pesante. I suoi interlocutori sanno tutto di lei, della sua famiglia, del suo passato e senza tanti giri di parole le fanno capire che per ottenere un impiego bisogna essere disponibili a collaborare con la Stasi». Racconta di essersela cavata dicendo di non essere capace di fingere e che essendo una gran chiacchierona non avrebbe saputo mantenere i segreti. Virerà comunque sul dipartimento di Fisica dell’Accademia delle Scienze di Berlino. Tesi nel 1986 su "Costanti di velocità nelle reazioni elementari dei carboidrati semplici". Diventa Doktor (appellativo con cui viene chiamata anche adesso, dopo Kanzlerin). A Berlino conosce Joachim Sauer, insegnante di Chimica nell’università di Humboldt. Convivenza di diciassette anni e matrimonio civile solo nel dicembre 1998. Nozze per gli attacchi dell’ala conservatrice del partito e persino del cardinale cattolico Joachim Meisner.
• Come mai continua a chiamarsi Merkel? Sauer vuol dire acido. Inoltre, ormai era nota a tutti come Merkel.
• Il marito la accompagna il meno possibile. La prima volta, a Straslund, durante la visita di Bush (2006), evitò poi di partecipare agli eventi riservati agli accompagnatori. Durante il G8 di Heiligendamm fece da padrone di casa ricevendo le delegazioni (impeccabile, protocollo rispettato alla perfezione). Maggio 2008: Sarkozy consegna alla cancelliera il premio Charlemagne e dice rivolto al marito: «Caro monsieur Merkel, deve sapere che io amo Angela molto più di quanto la stampa non dica». Non si trattava di un lapsus: l’espressione era contenuta nel testo scritto.
• «Tanti piccoli passi di riforma possono essere meglio di pochi grandi passi radicali, così come tanti piccoli computer connessi con internet funzionano meglio di un solo gigantesco elaboratore».
• Nel 2002 vuole evitare di candidarsi, perché sicura che i socialdemocratici vinceranno. Offre quindi la candidatura a Edmund Stoiber e ottiene in cambio di diventare presidente del gruppo parlamentare. Poiché Stoiber perderà, uscira dal novero dei suoi concorrenti all’interno della Cdu. La presidenza del gruppo con la presidenza del partito la rinforzeranno tra i suoi.
• Leggi Hartz: volute da Schröder durante il suo mandato 2002-2005. Inventate da Peter Hartz, ex direttore del personale della Volkswagen (aveva introdotto la settimana di 28 ore durante la crisi del 1992), fissano la regola che i sussidi di disoccupazione possono essere versati solo a chi ha lavorato almeno dodici mesi negli ultimi due anni. Malcontento popolare. Dopo aver perso le elezioni nel Nordreno Westfalia, Schröder chiede il voto anticipato, Merkel si presenta e pareggiano (2005).
• Come mai pareggia? Perché sceglie come consulente in materia di tasse Paul Kirchoff, giurista, un metro e 96 di altezza, competente, rigoroso e con grande capacità di analisi. Costui vuole abolire il sistema fiscale in vigore e introdurre un’unica aliquota per tutti i cittadini con un reddito superiore al 20 mila euro. Schröder sostiene che la Cdu vuole tassare allo stesso modo il padrone e l’operaio, inoltre Kirchoff non sa stare in tv e in questo modo la Spd recupera.
• Risultato delle elezioni del 2005: Cdu-Csu 35,2% (-3% rispetto al 2002); Spd, 34,3%; Liberali, un po’ meno del 10%; Verdi 8,1%; Linkspartei (ex comunisti) 8,7%. Merkel, per essere riconfermata alla presidenza, telefona personalmente a tutti gli esponenti di rilievo della Cdu.
• Merkel, alla guida del governo di Grosse Koalition, pareggia il bilancio dopo due anni, facendo +3% di crescita nel 2006 e +2,5 nel 2007. Poi arriva la crisi. Angela dapprima assai prudente stanzia appena 21 miliardi nell’ottobre 2008 (Der Spiegel: «Angela senza coraggio»), poi a gennaio 2009 vara un pacchetto da 50 mliardi da distribuire in tre anni in tre grandi blocchi di spesa.
• «Il percorso che abbiamo intrapreso per condurre il nostro Paese fuori dalla crisi implica farsi carico di una quantità di nuovi debiti, quest’anno e il prossimo. Ma dobbiamo tenere presente che non si può vivere al di sopra dei propri mezzi nel lungo periodo».
• «Nel giugno 2009 è stata modificata la Costituzione tedesca per limitare, a partire dal 2016, il disavanzo federale allo 0,35% del prodotto interno lordo. Inoltre dal 2020 i Länder non potranno più indebitarsi anche se, nella fase di transizione, le regioni economicamente più deboli potranno usufruire di aiuti statali. In circostanze eccezionali, sia per lo Stato federale sia per i Länder, sono previste delle deroghe, da accordare in presenza di un piano dettagliato di rientro del debito contratto» (Veronica De Romanis).
• «La Germania vede sempre con sospetto le iniziative di bilancio comunitarie, perché teme di dover alla fine saldare il conto» (VDR).
• «Chi ha qualcosa da dire non ha bisogno di trucco» (così la Merkel una volta a quelli che chiedevano insistentemente che si sottoponesse a un make up prima di una trasmissione tv).
• Nei comizi elettorali entra dalla parte del pubblico, accompagnata da musica rock a tutto volume (Vedi sopra).
• «Racconta un diplomatico straniero che l’ha incontrata all’ambasciata tedesca a Washington nel 2000: ”Era incredibilmente malvestita e mal pettinata. Ma a sentirla parlare si capiva subito che era una donna di polso”».
• Il padre, «un uomo diretto, ruvido, che rifugge da discorsi futili e inutili smancerie, dedito al lavoro». La madre Herlind, d’accordo, esorta a impegnarsi senza apparire. Imbarazzo ogni volta che in classe bisognava dichiarare la professione del padre, perché la parola ”pastore” attirava immediatamente l’attenzione e la faceva guardare con sospetto.
• «I soldi in casa non erano sufficienti per comprare abiti nuovi a tutti e tre i figli. All’epoca esisteva un servizio di solidarietà organizzato dalle Chiese dell’Ovest che, tra le altre cose, forniva capi di abbigliamento a chi ne aveva bisogno. Attraverso i parenti di Amburgo, i ragazzi Kasner ricevevano vestiti, cappotti e scarpe di seconda mano. Sebbene si trattasse di abiti occidentali, e quindi di taglio e qualità migliori rispetto a quelli dell’Est (come i famosi jeans, tanto invidiati dalle amiche), erano pur sempre indumenti usati, talvolta persino consumati, ma soprattutto venivano scelti da altri in base alla praticità e non certo all’estetica. I gusti personali di Angela e dei suoi fratelli non erano presi in considerazione […] La Merkel si rese conto solo dopo la caduta del Muro di Berlino che nella società occidentale esisteva una vera e propria competizione legata all’esteriorità, che lei stessa definisce: ”Una gara impietosa, e bisogna avere il coraggio di riconoscerlo e di denunciarlo”».
• Parrucchiere berlinese Udo Walz.
• Tentativo di mantenere nel look una sorta di anonimato.
• Debole in televisione, sempre battuta da Schröder, che era infatti soprannominato Mediakanzler. Non ha mai voluto una persona addetta alla cura dell’immagine. «La gente ha metodi infallibili per capire se la persona è se stessa o interpreta una parte».
• Clamore quando nel maggio 2008, all’inaugurazione dell’Opera di Oslo, si presentò con un abito blu cobalto disegnato da Anna von Griesheim e audacemente scollato. Suo commento ai titoli dei giornali: «Che posso fare se non c’è niente di più importante al mondo che parlare di un abito da sera?»
• I coniugi Sauer abitano vicino al Pergamon e una volta che gli addetti del museo spostarono le telecamere per riprendere quello che succedeva in casa videro Frau Sauer, cioè la Merkel, che in vestaglia preparava la colazione al marito.
• Sostiene di essere una brava cuoca, specie per i dolci. «Nessuno se n’è mai andato da casa mia scontento».
• Fa la spesa al supermercato di vicolo Am Kupfergraben. Cene alla Vecchia Lanterna, vacanze a Ischia o al Festival di Bayreuth, dove il marito è stato soprannominato ”Il Fantasma dell’Opera” (per le vacanze dell’anno 2012 vedi qui).
• Nel 2006 il Sun pubblicò le foto di Angela che dietro un lenzuolo posto a mezza altezza si cambiava il costume da bagno, le si vedevano quindi le gambe e la parte bassa del sedere. Indifferenza della Kanzlerin, sdegno invece degli ischitani sui cui giornali la Pasqua successiva apparve il titolo «Difendiamo la turista Merkel».
• Sul paragone con la Thatcher: lei era un chimico e non un fisico e inoltre contrastava l’unificazione della Germania. Due caratteristiche che le rendono non assimilabili.
• La televisione o le foto la ingrossano.
• Sito www.bundeskanzlerin.de. Facile amicizia su Facebook, a cui risponde subito.
• Dopo che Obama ebbe parlato a Berlino, lo Spiegel, impressionato da quel discorso scaldacuori, scrisse: «Il sistema tedesco è pensato in modo da escludere i demagoghi, ma allo stesso tempo coltiva la mediocrità. Impedisce l’ascesa al potere dei demoni, ma anche dei geni».
• La Germania è il maggior contribuente dell’Unione europea.
• Obama voleva parlare alla Porta di Brandeburgo, dove già nel 1963 Kennedy aveva pronunciato la famosa frase Ich bin ein Berliner. La Merkel lo vietò: Barack era solo un candidato e non ancora un presidente. Il futuro inquilino della Casa Bianca dovette accontentarsi della colonna della Vittoria nel Tiergarten.
• Germania, paese di risparmiatori.
• «Sarkozy è un violinista, la Merkel un direttore d’orchestra» (il Financial Times).
Giorgio Dell’ArtiNotizie tratte da: Veronica De Romanis Il metodo Merkel. Il pragmatismo alla guida dell’Europa Marsilio, Venezia 2009.