Rassegna, 5 luglio 2012
Blitz di Schifani sulla Vigilanza Rai. Scontro con Fini
• La decisione di Renato Schifani di cambiare in corso d’opera la composizione di vigilanza Rai, sostituendo un uomo del Pdl dissidente, ha causato un duro scontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini. La Cuzzocrea su Rep spiega come si è svolta la vicenda: «Alle 12 e 45 Paolo Amato, pdl, vicino all’area “dissidente” di Beppe Pisanu e al gruppo toscano in guerra con il coordinatore Denis Verdini, annuncia che ha intenzione di votare Flavia Nardelli, sostenuta da Idv, Fli e da un pd, che nella votazione invalidata martedì aveva avuto più voti di Antonio Pilati sfilando al centrodestra il quarto consigliere, ovvero la maggioranza nel Cda. Subito, i capigruppo al Senato, Gasparri e Quagliariello, annunciano le dimissioni di Amato dal partito. Il senatore nega, non si è affatto dimesso. Loro parlano di “complotto”. A quel punto, tra le 14.15 e le 15.15, dopo l’ennesima votazione nulla, Renato Schifani manda una lettera al presidente della Vigilanza Rai. Il presidente del Senato comunica a Sergio Zavoli di aver deciso di accogliere la richiesta del gruppo Coesione e Territorio di avere un rappresentante in commissione, di aver invitato Gasparri a scegliere di chi fare a meno, e di aver quindi sostituito Amato con Pasquale Viespoli. Nel giro di pochi minuti, il partito di Silvio Berlusconi ha risolto i suoi problemi: fuori il franco tiratore, dentro un voto sicuro. Amato cede: “Schifani è stato corretto. Non farò ricorso”. (…) Fini allora parla di “atto inaudito a favore del Pdl”. Alle parole del presidente della Camera segue la risposta dura di Alfano, Cicchitto, la Russa. Tutti contro Fini: “Da lui non accettiamo lezioni di imparzialità”, è il refrain, accompagnato da una difesa accorata del presidente del Senato. “Reazioni isteriche”, le definisce la presidenza di Montecitorio. Mentre Gasparri dice: “Quello nervoso è Fini” e Schifani assicura di essere ”sereno e tranquillo”. Si rivota oggi, dalle 9 di mattina, a oltranza».
• La Mattina (Sta) spiega perché il senatore Paolo Amato sulla Rai ha votato contro le indicazioni del suo partito, il Pdl: «È successo che il senatore Amato non era d’accordo con i quattro nomi da votare per il Cda di viale Mazzini perché era stato tagliato fuori Giampaolo Rossi, presidente di Rainet e fidanzato dell’onorevole Deborah Bergamini. Rossi faceva parte della lista degli otto nomi che era stata redatta a via dell’Umiltà, il quartier generale del Pdl, nelle settimane scorse. Ma i “fortunati” predestinati dovevano essere solo quattro e in una riunione dei componenti pidiellini qualcuno ha chiesto al segretario Angelino Alfano “e ora come facciamo?”. Chi rimane dentro e chi fuori? Con quale criterio si sarebbe presa una decisione? “Magari facciamo le primarie”, ha scherzato Marcello De Angelis. Battuta non raccolta. Su queste cose c’è poco da scherzare perché perdere il controllo in Rai è cosa seria, molto seria. A tagliare e scremare ci hanno pensato Berlusconi e i capigruppo l’altra sera a Palazzo Grazioli. Alla fine nella rosa dei nomi da votare in Vigilanza Giampaolo Rossi non c’era. Allora la Bergamini, così raccontano i beni informati del Pdl, si è arrabbiata e ha cercato di far saltare il piano, non credendo che ci sarebbe stata una compensazione di qualche tipo. Ha parlato con Amato, suo concittadino fiorentino con il quale in Toscana condivide la guerra contro il coordinatore nazionale Denis Verdini. Così il senatore si è presentato in Vigilanza: prima ha votato Flavia Piccoli Nardelli, la candidata sostenuta dall’inedita alleanza tra Fli e Idv. Risultato: prima fumata nera; poi si è rivotato ed è spuntata una strana scheda bianca: altra fumata nera, mandando in bestia gli uomini del Pdl e soprattutto Berlusconi».