Rassegna, 3 luglio 2012
Profanata dagli islamisti un’antica moschea di Timbuctù
• La milizia islamica che controlla la città di Timbuctù in Mali ha attaccato ieri una delle sue più antiche moschee, abbattendo una porta della moschea di Sidi Yahia, la cui costruzione risale al XV secolo. La porta era sigillata perché chiudeva l’accesso alle tombe di altri santi personaggi venerati dalla tradizione locale. Veronese su Rep: «Si moltiplicano, di fronte a queste distruzioni insensate, gli appelli e le condanne, dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon all’Organizzazione della conferenza islamica, che riunisce 55 nazioni di fede musulmana e che accusa dello scempio gli “estremisti fanatici” di Ansar Dine. Anche il neo-nominato procuratore del Tribunale penale internazionale, la gambiana Fatou Bensouda, ha definito gli atti dei miliziani islamici un “crimine di guerra”, dando rilevanza penale alle parole già usate dal governo del Mali. Universale la protesta delle persone di cultura: Timbuctù, la “capitale del deserto”, è una delle città più antiche dell’Africa e le sue vestigia hanno un valore unico e universale. In anni recenti molto è stato fatto per la loro salvaguardia».