Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 03 Martedì calendario

Olanda e Finlandia contro lo scudo anti-spread

• Olanda e Finlandia hanno contestato l’uso dell’Esm (il nuovo fondo salva-Stati) per comprare titoli di stato di paesi in difficoltà sul mercato secondario. Il meccanismo approvato in linea di massima dai 17 paesi dell’area euro per calmierare lo spread ed evitare che Roma e Madrid siano costrette a pagare tassi altissimi per finanziare il proprio debito: «Per una decisione di questo genere serve l’unanimità. E l’unanimità non c’è perché noi e il governo olandese siamo contrari», è scritto nel rapporto inviato ieri dal premier finlandese al Parlamento. Secondo Livini (Rep): «L’arma, a dire il vero, è un po’ spuntata, visto che in realtà – in casi valutati d’emergenza da Bce e Ue – basta l’ok dell’85% dei soci dell’Esm (Helsinki e Amsterdam hanno il 7,5%) per far scattare gli acquisti. Ma l’uscita dei due “falchi” del nord è un chiaro segnale di quanto sia ancora lunga la strada per far aprire davvero il “paracadute” per l’euro prefigurato dal vertice di giovedì e venerdì scorso. E per riuscire a far parlare con un’unica voce tutto il vecchio continente».

• Su Rep spiega Bonanni: «L’intervento del Fondo sul mercato secondario (cioè su quello dei titoli di Stato già emessi) può essere deciso a maggioranza superqualificata qualora la Commissione e la Bce ritengano che un mancato intervento potrebbe minacciare la stabilità dell’eurozona. In questo caso, la maggioranza necessaria è pari all’85% delle quote del Fondo. Ora, la Finlandia, anche se fa la voce grossa, controlla solo l’1,8% dell’Esm; e l’Olanda detiene meno del 5,8% del futuro Fondo salva-Stati. Anche se votassero insieme, dunque, non potrebbero bloccare la decisione, sempre che questa sia appoggiata dalla Bce e dalla Commissione. Gli unici Paesi che da soli detengono più del 15% del capitale dell’Esm, e hanno quindi un diritto di veto, sono la Germania (27%), la Francia (20%) e l’Italia (18%)».

• Finlandia e Olanda hanno un rating da tripla A. [Offeddu, Cds]

• Scrive Giavazzi sul Cds: «Sulla possibilità di usare fondi europei per acquistare titoli pubblici e quindi ridurre gli spread (la richiesta dell’Italia durante il vertice a Bruxelles), Angela Merkel ha per ora di fatto detto no. La Germania ritiene che per arrivarci sia necessario un altro passo avanti nell’integrazione, cioè un’ulteriore cessione di sovranità. Ad esempio accettare che, se un Paese non rispetta gli impegni che ha preso sui propri conti pubblici, la nuova legge finanziaria che si renderà necessaria non sia scritta dal suo governo e approvata dal suo Parlamento, ma scritta dalla Commissione di Bruxelles e approvata dal Parlamento europeo».