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 2012  giugno 30 Sabato calendario

Una volta tanto le notizie sono buone notizie: l’asse Monti-Hollande-Rajoy ha costretto la Merkel a cedere su tutta la linea, la Borsa di Milano ha guadagnato il 6,59%, lo spread è sceso fino a 409, per poi risalire fino a 424 (rendimento del 5,79%), persino Standard & Poor’s è nei guai per il declassamento dello scorso 13 gennaio

Una volta tanto le notizie sono buone notizie: l’asse Monti-Hollande-Rajoy ha costretto la Merkel a cedere su tutta la linea, la Borsa di Milano ha guadagnato il 6,59%, lo spread è sceso fino a 409, per poi risalire fino a 424 (rendimento del 5,79%), persino Standard & Poor’s è nei guai per il declassamento dello scorso 13 gennaio. Il magistrato di Trani che indaga sull’agenzia americana ha scoperto che il responsabile italiano di Standard & Poor’s, Renato Panichi, aveva mandato ai suoi capi una serie di mail in cui li ammoniva intorno all’errore che stavano facendo. Le indagini sono concluse e i capi di S&P saranno rinviati a giudizio per concorso in manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata.

 

Parliamo della vittoria di Mario Monti. Intanto: siamo sicuri che si tratti di una vittoria? Perché ieri in televisione ho sentito che ci sarà da mettere a punto parecchi dettagli entro il 9 luglio.

Certo, il diavolo si nasconde nei dettagli e la lettura dei documenti finali, preparati dai vari ministri delle Finanze, sarà a questo punto parecchio istruttiva. Ma sulla vittoria, almeno per il momento, non avrei dubbi. Intanto i giornalisti tedeschi descrivono una Merkel “irritatissima”. Il sito dello Spiegel ha titolato: «Italia e Spagna vincono il poker sulle trattative». Poi: «Come nel calcio, così anche al vertice sull’euro: l’Italia si è imposta in una lunga notte di trattative e la cancelliera si piega». Sito della Welt: «La sconfitta della Merkel in una notte storica». Testo: «Questa notte sarà un punto di svolta nei libri di storia sulla crisi. Gli antagonisti di Angela Merkel sono riusciti a spostare la linea rossa della cancelliera più volte e con successo». Beh, notte storica, in effetti. La trattativa si è conclusa alle 4 del mattino di ieri, cinque ore dopo che Prandelli aveva mandato a casa i tedeschi. Disfatta totale per loro, quindi, si direbbe. Il presidente Hollande ha tenuto la sua conferenza stampa alle tre di notte.

Vediamo i termini di questa vittoria.

Monti e Rajoy hanno spiegato subito che non avrebbero firmato niente se la Germania non avesse acconsentito: primo, ad ammettere il varo del cosiddetto “scudo anti-spread”; secondo, se non si fosse messo in piedi un meccanismo che avrebbe permesso di non indebitare gli stati quando i soldi fossero finiti alle banche, meccanismo da far scattare subito a vantaggio delle banche spagnole, che avrebbero quindi ricevuto i cento miliardi di cui hanno bisogno direttamente, senza garanzia pubblica (anche su questo la cancelliera alla fine ha detto sì). La Merkel voleva assolutamente il varo della Tobin tax (si farà prima della fine dell’anno). Hollande puntava ai project bond (approvati), alla ricapitalizzazione della Bei (Banca Europea di Investimenti: avrà in effetti una dotazione ulteriore di 10 miliardi) e ai 120 miliardi da destinare alla crescita (soldi cioè con cui finanziare lavori in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia). Il presidente francese s’è subito schierato con Monti e Rajoy. Anzi, devo dire: noi siamo molto attratti dalle decisioni che ci riguardano, ma l’affermazione politicamente più importante è proprio sua. Nella conferenza stampa tenuta poco prima dell’alba Hollande ha detto: «La zona euro non può restare dov’è, l’unione bancaria è indispensabile, si deve arrivare a un’unione fiscale, a un ministero del Tesoro europeo che emetta debito e lo mutualizzi e faccia una politica economica comune». Sono, a leggerle bene, dichiarazioni talmente enormi che le accogliamo con prudenza. La Francia, in base a queste parole, sarebbe pronta a rinunciare alla propria sovranità nazionale in politica economica.

In che consiste lo scudo anti-spread?

Se il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi supera una certa soglia, i due fondi Efsf e Esm di cui abbiamo parlato anche ieri compreranno i titoli sotto attacco in modo da tenere il differenziale in equilibrio. La cancelliera ha ottenuto che questo passo possa avvenire non automaticamente, ma solo su richiesta del paese indebitato. Ha perso sul punto più importante: non verrà nessuna troika a mettere il becco nella nostra vita nazionale e a imporci sacrifici in cambio dello scudo. Basterà essere “virtuosi”, cioè dimostrare di aver applicato tutti i meccanismi concordati a livello europeo.

L’Italia sarebbe virtuosa?

Sì, perché, qualunque cosa si pensi, Monti-Fornero hanno riformato le pensioni, varato un piano di liberalizzazioni e alla fine apprestato una riforma del mercato del lavoro. I partiti italiani vedranno finalmente con chiarezza quanto fosse importante il loro sì alla riforma del mercato del lavoro, strappato da Monti con quattro fiducie proprio alla vigilia del vertice. Non le sfuggirà che la conclusione della trattativa allontana definitivamente lo spettro delle elezioni a ottobre. I vari La Russa eccetera non hanno alcuna ragione per ritirare il sostegno al governo. Anche le ultime prediche di Berlusconi contro l’euro appaiono, alla luce di quello che è successo, rumore allo stato puro, privo di qualunque conseguenza. In ogni caso, Monti ha dichiarato che l’Italia non chiederà mai il soccorso dei fondi. È probabile, in effetti, che basti l’annuncio di questo meccanismo per tener buoni i mercati.

Ma Monti, Merkel e gli altri non hanno visto la partita?

Pare di no. Van Rompuy ha detto: «Signori, stiamo dicutendo di cose troppo serie, non facciamoci distrarre dal calcio». Monti andrà però a Kiev a vedere la finale.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 30 giugno 2012]