Rassegna, 27 giugno 2012
Erdogan minaccia la Siria: «Reagiremo ad atti ostili»
• Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato per quasi un’ora in diretta tv, simultaneamente in arabo e in inglese, dell’abbattimento dell’F4 da parte della Siria. Ha detto che si è trattato di «un atto scellerato», accusando Damasco di aver deliberatamente agito in modo ostile e poi ha spiegato che il caccia stava testando apparecchiature di ricognizione e non aveva armi a bordo. Dopo la difesa, l’affondo e la minaccia: «Ogni soldato che si avvicina alla frontiera turca verrà considerato una minaccia per il Paese», ha detto Erdogan, aggiungendo che la Turchia «risponderà a qualsiasi violazione delle sue frontiere». [M. Ott., Sta]
• Lungo il confine tra Turchia e Siria ieri sono arrivate truppe, armi a lungo raggio, 15 blindati e altri veicoli militari turchi. [Ricci Sargentini, Cds]
• Ankara sostiene che l’F-4 abbattuto venerdì scorso era disarmato e si trovava nella zona per collaudare un nuovo radar: «Quando è stato colpito era nello spazio aereo internazionale – ha detto Erdogan – ed è poi precipitato in acque territoriali siriane. C’è stata la volontà di abbatterlo senza preavviso». I siriani, invece, affermano che il caccia volava a bassa quota e ad alta velocità nel loro spazio aereo. Secondo la Russia, che difende Damasco a spada tratta, il velivolo era in missione ricognitiva per conto della Nato, una versione che non è supportata da prove di nessun tipo. [Ricci Sargentini, Cds]