Rassegna, 25 giugno 2012
Jet abbattuto, alta tensione Turchia-Siria
• L’abbattimento di un aereo militare turco da parte della contraerea siriana rischia di far scoppiare una guerra. La Turchia ha annunciato una risposta «forte e decisa», il ministro degli Esteri britannico William Hague ha ammonito che «il regime siriano sarà chiamato a rispondere del suo comportamento», il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha parlato di gesto «sfrontato e inaccettabile». E poi, una riunione straordinaria del Consiglio nord-atlantico, l’organismo politico-decisionale che raccoglie i rappresentanti permanenti dei 28 Paesi Nato, è convocata per domani a Bruxelles, su richiesta di Ankara. Spiega Offeddu sul Cds: «Il caccia F-4 Phantom abbattuto aveva due piloti a bordo, né i rottami né i corpi sarebbero stati ancora ritrovati. E il governo turco non è certo disposto a classificare l’evento come un incidente. Infatti porterà il caso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ed essendo uno dei membri più importanti della Nato, la Turchia ha invocato l’articolo 4 del Trattato fondativo dell’Alleanza, proprio per far convocare il vertice di Bruxelles: “In base a questo articolo ogni alleato può richiedere delle consultazioni – spiega la portavoce della Nato, Oana Lunghescu – ogni qual volta ritenga minacciate la sua integrità territoriale, l’indipendenza politica, o la sicurezza”».
• «(…) Da venerdì le notizie ufficiali non sono state lineari. Il caccia turco con due piloti, stando alla versione fornita ieri agli ambasciatori, era in volo di addestramento. Viaggiava a bassa quota disarmato e non aveva disattivato gli strumenti che lo rendevano identificabile, per primo il transponder. L’ingresso nello spazio aereo siriano è avvenuto per errore alle 11.42 e ha portato l’equipaggio a un miglio dalla costa dello Stato di Assad. Avvertito da un centro di controllo turco, l’F-4 è uscito dai cieli siriani alle 11.47. Cinque minuti. Sufficienti all’artiglieria per prepararsi a sparare all’intruso, senza preavviso e mentre il jet si trovava ormai fuori dallo spazio aereo della Siria. Due aspetti condannati da Ankara. La Turchia non esclude che l’F-4 sia esploso in volo e ha fatto sapere che il grosso del relitto, privo di guida, si è inabissato a otto miglia dalla costa siriana, dunque nelle acque territoriali di quel Paese. Non si sa se i piloti saranno mai rintracciati. Tra il materiale recuperato in mare ci sarebbe uno stivale che forse era di uno dei due». [Caprara, Cds]
• Spiega il generale Fabio Mini su Rep: «Altre guerre sono iniziate senza il consenso dell’Onu e in barba a tutti i trattati. Ma le condizioni per applicare alla Siria il teorema balcanico-libico non sono ancora mature. Il regime siriano e i ribelli hanno fatto (con l’aiuto esterno) il primo passo: hanno militarizzato la rivolta e la repressione innescando la bomba umanitaria che però non è sufficiente. Per intervenire militarmente contro il regime siriano c’è bisogno dell’isolamento del paese e una no-fly zone sulla Siria sarebbe un primo passo. La Turchia e altri paesi la chiederanno. Ma Russia e Cina non saranno d’accordo. C’è bisogno della internazionalizzazione del conflitto che Russia e Cina non permetteranno, almeno non ancora, anche se la Nato è pronta a farlo almeno a giudicare dalle dichiarazioni bellicose di Gran Bretagna, Turchia e, guarda caso, Italia, che pure continua a dire che il caso libico è irripetibile, come lo era quello kosovaro e come lo sono tutti i casi di guerra per “ingerenza umanitaria”. Non si ripetono. Fino alla volta successiva».
• Damasco ieri ha annunciato l’uccisione di cinque «terroristi» che avrebbero violato il suo confine provenienti dalla Turchia. Quello stesso confine, da mesi, è varcato da migliaia di siriani in fuga dal loro regime, bersagli quotidiani delle artiglierie di Assad. [Offeddu, Cds]