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 2012  giugno 24 Domenica calendario

Il “Corriere della Sera” scrive che Formigoni è ufficialmente indagato per corruzione e finanziamento illecito, Formigoni risponde di non aver ricevuto nessuna informazione di garanzia, e, «troppo nota essendo la correttezza della Procura di Milano», la notizia – sostiene - deve essere falsa

Il “Corriere della Sera” scrive che Formigoni è ufficialmente indagato per corruzione e finanziamento illecito, Formigoni risponde di non aver ricevuto nessuna informazione di garanzia, e, «troppo nota essendo la correttezza della Procura di Milano», la notizia – sostiene - deve essere falsa. Ma dal “Corriere” fanno sapere che fonti della Procura confermano.

 

Stavolta si dimette.

No, è tra le prime cose che ha detto. «Notizia falsa, non ne so nulla. Mi attendo subito una smentita chiara e definitiva da parte del “Corriere della Sera”, sia sul sito che domani (oggi – ndr) adeguatamente in prima pagina. E in ogni caso non mi dimetterei. Se pure esistesse questa informazione di garanzia, raggiungerei la condizione di alcuni presidenti di Regioni, del mio e di altri schieramenti, che sono oggetto di indagini. Nessuno di loro si è dimesso per essere stato raggiunto da un’informazione di garanzia. Anzi, c’è un grande sindaco del Sud che è sotto processo a Roma per reati gravi ed è rimasto al suo posto. Correttamente, aggiungo. Non mi dimetto e non mi dimetterò perché nulla è stato avviato contro di me. Sono sereno».

Chi è il grande sindaco del Sud?

Penso Vincenzo De Luca, sindaco democratico di Salerno, che non è semplicemente indagato, ma addirittura rinviato a giudizio per truffa ai danni dello Stato e falso. I suoi avvocati chiederanno la prescrizione del processo domani. De Luca, eletto primo cittadino quattro volte, non ha mai pensato di dimettersi. Campagne contro di lui non ce ne sono state.

Sta in piedi tutto questo ragionamento di politici indagati o processati che restano al loro posto?

C’è qui il problema generale della credibilità dei magistrati italiani. I politici – e non solo i politici - pensano che i pubblici ministeri siano tutt’altro che al di sopra di ogni sospetto. I politici – e non solo i politici - sostengono che le inchieste partono troppe volte per l’ambizione del magistrato di finire sui giornali, o in seguito a un disegno politico. Siamo freschi di una polemica al calor bianco tra il presidente della Repubblica, Napolitano, e la Procura di Palermo, relativa alla ipotetica trattativa Stato-mafia del 1993. Il mondo dei buoni, come si diceva una volta, s’è schierato in questo caso generalmente con Napolitano. Mi pare strano che non si dia una qualche chance anche al cattivo Formigoni, innocente, oltre tutto, fino a che qualcuno non provi che è colpevole.

• La faccenda riguarda sempre quegli amici che hanno ospitato Formigoni in barca e gli hanno fatto altri favori costosi non si capisce in cambio di che, no?

Già. Per le due vacanze ai Caraibi Formigoni dice di aver rimborsato tutto e di non aver conservato, perché la cosa gli pareva inutile, le ricevute di questi rimborsi. C’è poi un giro di 70 milioni di euro versati in molti anni dalla Fondazione Maugeri (privata) al consulente-mediatore Pierangelo Daccò. Il “Corriere” scrive che c’è anche un mezzo milione sospetto relativo alle elezioni regionali del 2010. Nuove rivelazioni sarebbero contenute negli ultimi due verbali d’interrogatorio di Daccò, che la Procura ha secretato, ma che sono in parte finiti sulle pagine di “Repubblica” e del “Fatto”. Formigoni, nella conferenza stampa di ieri, ha detto che “Repubblica” e “Il Fatto”, sono due giornali di regime, “La Pravda” e “Le Izvestia”, celebri pubblicazioni sovietiche. Ha poi aggiunto, sempre parlando ai giornalisti delle due testate: «Ho qualche dubbio su quanto avete scritto. Se la procura darà anche a me gli interrogatori di Pierangelo Daccò che avete illegittimamente ottenuto, sarà interessante confrontare le copie. Voi scrivete che certe cose le ha dette lui, ma io su questo ho qualche dubbio». Certe affermazioni, cioè, potrebbero essere contenute nelle domande che hanno fatto i magistrati, e non nelle risposte che ha dato Daccò.

Che prove ci sono che Formigoni sia stato effettivamente corrotto? Chi ha pagato chi? Quando, dove, come?

Cose che sanno solo i magistrati, se le sanno. L’ipotesi parrebbe questa: alcune delibere della giunta regionale risultano favorevoli a questa Fondazione Maugeri, a cui fanno capo molti istituti specializzati nella salute del lavoro e sparsi in tutta Italia. La Regione avrebbe in pratica deciso di dare più soldi alla Fondazione (incremento dei cosiddetti drg). I pubblici ministeri sospettano che queste delibere fossero la contropartita dei famosi benefit di lusso, i mega yacht, la villa in  Sardegna da 3 milioni di euro, eccetera. Tutto avendo Daccò come mediatore. A questo Formigoni ha risposto ancora ieri: «Daccò non ha avuto alcun favore dal rapporto di conoscenza che ha con me, non un euro di denaro pubblico è stato disperso e Regione Lombardia ha un sistema sanitario efficiente e pulito». In effetti, tutte le volte che si fanno i confronti, la sanità lombarda risulta quella che funziona meglio e che costa di meno.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 24 giugno 2012]