Rassegna, 21 giugno 2012
Il Senato vota l’arresto: Lusi a Rebibbia
• Con un voto che non ha precedenti nella storia repubblicana, il Senato ha concesso a scrutinio palese l’arresto di un suo componente: l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, accusato di appropriazione indebita e di associazione per delinquere. Lusi in serata ha fatto il suo ingresso nel carcere romano di Rebibbia. A favore della richiesta del gip di Roma si sono espressi in 155: tutto il Partito democratico, l’Idv, la Lega, l’Udc, l’Mpa e altri senatori in ordine sparso mentre il Pdl ha scelto di non partecipare al voto. In 13 hanno detto di no all’arresto: Diana De Feo (moglie di Emilio Fede), Sergio De Gregorio, Marcello Dell’Utri, Piero Longo, Marcello Pera e Guido Possa del Pdl; Valerio Carrara, Mario Ferrara, Salvo Fleres, Elio Massimo Palmizio e Riccardo Villari del gruppo Coesione nazionale; Antonio Del Pennino e Alberto Tedesco del gruppo misto. [Martirano, Cds]
• Sul voto di ieri scrive Martirano (Cds): «Dietro questo voto storico – che rappresenta “uno spartiacque, prima e dopo Lusi”, per usare le parole di Luigi Zanda del Pd – si è consumato un braccio di ferro sulla possibilità di ricorrere al voto segreto anche questa volta. Lo scrutinio non palese lo ha invocato Lusi (che comunque non ha votato su se stesso) e lo ha inseguito fino all’ultimo minuto il Pdl per “non creare un precedente”. A metà giornata, dunque, ben due terzi del gruppo del Pdl aveva sposato la linea di Nitto Francesco Palma che mirava a fare filotto: astenersi dal voto, “per mettere il Pd davanti alle sue responsabilità”, e far chiedere in ogni caso il voto segreto. L’operazione, però, è stata stoppata».
• Francesco Rutelli, che non ha mai guardato in faccia Lusi, seduto una decina di metri alla sua sinistra. Alla fine non ha votato. [Martirano, Cds]
• Nel suo discorso di 28 minuti Luigi Lusi si è difeso tirando in ballo Francesco Rutelli e tutti gli amici di un tempo, poi ha chiesto scusa agli italiani come «simbolico gesto di riparazione». Ai giornalisti ha confessato subito dopo il voto, con una battuta autoironica: «Avrei scommesso otto viaggi alle Bahamas che non mi sarei mai trovato ad affrontare una misura di arresto». Gli chiedono se ai pm ha detto tutto o se qualcuno deve tremare ancora e lui, senza pensarci: «No, ci sono una marea di approfondimenti che sono interessato a fare». Non si dimetterà da senatore e non patteggerà, convinto che sulla sua testa si sia «giocata una partita politica più grande» e che i partiti lo abbiano «consegnato alla pancia del Paese» per placare i morsi dell’antipolitica. [Guerzoni, Cds]
• «Mi sento una persona che sta vivendo un incubo» (Lusi prima di entrare a Rebibbia). [Guerzoni, Cds]
• Marco Follini, nel suo discorso al Senato, ricordando i soldi sottratti da Lusi alle casse della Margherita: «22 milioni di euro per un operaio della Fiat di Pomigliano sono l’equivalente di 1.033 anni di stipendio, 11 mesi e 7 giorni. Per un insegnante di scuola elementare corrispondono a 1.238 anni di stipendio, 9 mesi e 21 giorni». [Bertini, Sta]