Rassegna, 20 giugno 2012
Assange chiede asilo all’Ecuador
• Per evitare l’estradizione in Svezia, dove è accusato di stupro, ieri sera Julian Assange si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador, nel cuore di Londra di lusso, a due passi dai grandi magazzini Harrods e a breve distanza dal quartier generale di Scotland Yard. La notizia arriva da Quito, capitale ecuadoregna, dove il ministro degli Esteri Ricardo Patilo ha annunciato a sorpresa: «Stiamo considerando la richiesta di asilo politico presentataci dal fondatore di Wikileaks». Il ministro ha spiegato che Assange ha scritto una lettera al presidente dell’Ecuador descrivendosi come un “perseguitato” politico. «La persecuzione di cui sono oggetto in vari paesi – ha affermato il giornalista australiano – è causata non solo dalle mie idee e azioni, ma anche dal mio impegno per pubblicare informazioni che coinvolgono i potenti, di rendere nota la verità e, con ciò, di smascherare la corruzione e i gravi abusi dei diritti umani nel mondo». [Franceschini, Rep]
• I guai giudiziari di Julian Assange raccontati da Franceschini su Rep: «Un processo iniziato nel dicembre del 2011 è giunto a conclusione nei giorni scorsi. Novembre 2010: Wikileaks pubblica 250 mila documenti riservati sulla guerra in Iraq, imbarazzando gli Stati Uniti e altri governi. Dicembre 2010: accusato di stupro da due volontarie della sua organizzazione, che lo hanno conosciuto durante un viaggio da lui fatto in Svezia, Assange si presenta a una stazione di polizia a Londra, dicendosi innocente (ammette soltanto di avere avuto rapporti sessuali “non protetti”). Dopo una settimana di prigione, gli vengono concessi gli arresti domiciliari, prima presso il Frontline Club, un circolo di giornalisti, quindi nella casa di campagna del presidente del Frontline, Vaughan Smith, a Norfolk. La Svezia chiede l’estradizione. Assange rifiuta, sostenendo che si tratta di un complotto per metterlo in carcere e poi estradarlo negli Usa dove verrebbe perseguito per spionaggio. I giudizi di primo grado e di appello ritengono valida la richiesta di estradizione. Una settimana fa arriva la conferma della Corte Suprema. Dal 28 giugno Assange potrebbe essere estradato in Svezia. Gli resta la possibilità di un appello alla Corte dei diritti umani di Strasburgo, ma sceglie un’altra strada. Perché si rifugia proprio nell’ambasciata dell’Ecuador? Perché nel 2010 il paese sudamericano gli aveva già offerto la cittadinanza. Il suo presidente, Rafael Correa, ha stretto un’alleanza con Venezuela, Bolivia, Cuba, Nicaragua, le nazioni più anti-occidentali del continente».