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 2012  giugno 18 Lunedì calendario

L’ascesa dell’ultrasinistra greca grazie a Tsipras

• Frattini (Cds) fa un ritratto anche del leader della sinistra estrema Alexis Tsipras: «Nato nel luglio del 1974, quattro giorni dopo la caduta dei Colonnelli, il leader della sinistra radicale è il più giovane tra i capi di partito ed è riuscito a scardinare l’alternanza quarantennale tra Pasok e Nuova democrazia. Debutta adolescente, quando un gruppo di studenti più grandi lo sente parlare in assemblea e capisce che quel ragazzino con il ciuffo nero alla Elvis Presley ha talento. Reclutato nella gioventù del partito comunista, guida pochi anni dopo le rivolte contro le riforme universitarie e nelle notti dell’occupazione conosce quella che è ancora la sua compagna: Betty Baziana, laureata in ingegneria al Politecnico come lui; hanno un figlio, aspettano la nascita del secondo fra un mese. (…) Da giocatore di poker, ha scommesso per un mese di campagna elettorale che la cancelliera tedesca Angela Merkel non possa permettersi di lasciar fallire la Grecia: l’uscita dall’euro e il ritorno alla dracma potrebbero causare un contagio devastante in tutta l’Unione. (…) La strategia e gli slogan gli hanno permesso di innalzare Syriza dal 4 per cento di due anni fa al secondo posto del 6 maggio, ripetuto ieri con un’ulteriore crescita. I suoi elettori sono soprattutto i giovani: tra i 18 e i 34 anni raccoglie il 33 per cento. Sono loro i più colpiti dalla crisi economica, oltre la metà non ha un lavoro».

• La Mastrobuoni sulla Stampa: «La sinistra ellenica è profondamente divisa e avrebbe reso faticosissima la formazione di un governo. Ma soprattutto Tsipras non ha mai offerto un’alternativa credibile: ha detto che avrebbe stracciato gli impegni con l’Europa e negoziato nuovi accordi per tirare fuori il suo Paese dalla spirale recessiva. Ma la corsa agli sportelli bancari cui si è assistito nelle ultime settimane testimonia la consapevolezza diffusa, fra i greci, sull’esito probabile di questo tentativo: il no dei partner europei, il blocco dei finanziamenti Ue-Fmi, il default e l’uscita dall’euro. I greci hanno scelto di non correre rischi».