Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 17 Domenica calendario

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha rovinato la festa per gli 80 o 100 miliardi che il governo avrebbe stanziato per lo sviluppo, e che hanno prodotto, sulla maggior parte dei quotidiani di ieri mattina, grossi titoli di prima pagina

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha rovinato la festa per gli 80 o 100 miliardi che il governo avrebbe stanziato per lo sviluppo, e che hanno prodotto, sulla maggior parte dei quotidiani di ieri mattina, grossi titoli di prima pagina. «Sui giornali avevo visto che erano stati stanziati ottanta miliardi per la crescita, ha detto Alfano, poi ho capito che erano 1 reale e 79 virtuali. È come se noi, approvando il piano casa, avessimo detto che venivano non affidati ma stanziati 50 miliardi. Se noi avessimo fatto un decreto sviluppo con un solo miliardo, i giornali avrebbero detto di tutto e di più su di noi».

 

• Questa dichiarazione dimostra che nel Pdl c’è molto malumore.

Aspetti, le devo completare la cronaca di ieri. Mentre Alfano demoliva il piano Passera, Monti parlava prima a Milano e poi a Bologna, avvertendo che gli effetti di un decreto sviluppo non si possono contare in mesi o trimestri, ma più probabilmente in anni. «Quando ho iniziato non è stato facile decidere di provare a farcela da soli, mi veniva autorevolmente consigliato di non rischiare troppo ed accettare la protezione e l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale e del Fondo Salva Stati, di abbassare il capo. Ma ci siamo assunti il rischio di dire di no. Un Paese così pronto, spesso a torto, ad autoflagellarsi avrebbe retto molto male, preferisco che l’Italia sia governata da un gruppo di persone italiane, che pure tengono conto di vincoli maggiori, e da una strana, generosa e temporanea coalizione. L’Italia si è spostata dall’orlo del precipizio, solo che il cratere si sta allargando e siamo di nuovo in una crisi». È vero, tuttavia, che il Pdl è di malumore.

Perché?

Berlusconi è convinto, o dice di essere convinto, che il calo di consensi del Pdl, verificato da tutti i sondaggi, dipende dall’appoggio al governo Monti. Ergo: togliere l’appoggio al governo Monti sarebbe elettoralmente conveniente, secondo lui. Salvo temere i contraccolpi europei. Quello che si dice adesso è che il centro-destra aspetta il vertice con la Merkel di fine giugno. Se Monti tornerà a casa con un pugno di mosche, i pidiellini ritireranno la fiducia. Che cosa significa, però, “pugno di mosche”? Un Pdl deciso a buttar giù Monti potrebbe svalutare risultati importanti. E viceversa, un Pdl timoroso delle conseguenze di un gesto tanto dirompente, potrebbe trovare succosa qualunque mosca Monti avesse catturato. Quindi, per il momento, accontentiamoci di segnalare il malumore, che si concretizza anche nel fastidio per l’insistenza con cui il governo vuol far passare la legge anti-corruzione (Berlusconi dice che non la voterà se nel provvedimento non ci saranno sanzioni per i magistrati che sbagliano) e per la rabbia delle mosse di Monti sulla Rai. Con la caduta, invece, ci andrei piano, perché nel momento in cui il Pdl ufficializzasse la sua uscita dalla strana maggioranza, un gruppo di pidiellini di sicuro se ne andrebbe e garantirebbe il suo sostegno al governo. Probabilmente in numero sufficiente a farlo restare in piedi, con una maggioranza meno numerosa, ma più compatta politicamente.

Che cosa dicono questi sondaggi?

Sostanzialmente che vincerebbe la coalizione formata da Pd-Idv-Sel (Sel, cioè Vendola, Sinistra e Libertà) a cui andrebbero, restando in vigore la legge elettorale attuale, 340 seggi (stiamo parlando della Camera). Il secondo partito sarebbe il Movimento 5 Stelle, accreditato di 104 seggi. Il centro-destra – cioè l’alleanza Pdl-Lega-Destra – arriverebbe malamente a 80 seggi, e conterebbe poco o niente. All’asse Casini-Fini-Rutelli, andrebbero una cinquantina di seggi, ma Rutelli non riuscirebbe a superare la soglia di sbarramento. Un grande affare per Di Pietro e Vendola, che forse, stando nella maggioranza ma in posizione critica, finirebbero per essere la vera opposizione. Sono però valutazioni piuttosto astratte, perché non è detto che si voti con la legge elettorale attuale, l’Udc potrebbe allearsi con un centro-destra privato di Berlusconi, il Pdl è comunque a forte rischio scissione, eccetera. Ma, in ogni caso, per il Cav non sono numeri incoraggianti.

Non capisco la convenienza, se i numeri sono questi, a far cadere Monti adesso e andare al voto subito.

L’idea di partenza è (forse) che appoggiare Monti costa e quindi ritirare il sostegno ai tecnici farà recuperare consensi. Forse c’è anche un’altra considerazione: lo sgretolamento è inarrestabile e allora meglio votare prima che sia completato. Di questo passo, quanti consensi avrà ancora l’attuale centro-destra nel maggio 2013?

• È Grillo che toglie consensi al centro-destra?

Anche. Berlusconi sta studiando i suoi discorsi e i video dei suoi comizi. Quando faceva l’imprenditore televisivo e un programma della concorrenza aveva successo, lo copiava fin nei minimi particolari mandandolo in onda alla stessa ora. Forse pensa che sia possibile fare lo stesso in politica


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 17 giugno 2012]