Rassegna, 15 giugno 2012
Egitto, sciolto il parlamento. Potere ai militari
• La Corte costituzionale egiziana ha dichiarato «incostituzionale», il Parlamento eletto in inverno dove i Fratelli musulmani e i salafiti controllano quasi il 70 per cento dei seggi. Un terzo dei candidati avrebbe dovuto essere scelto tra gli «indipendenti», mentre molti erano uomini di partito: l’intera Assemblea è da ieri sciolta e nuove elezioni si terranno in autunno. «Incostituzionale» è anche la legge che avrebbe proibito all’ex generale e ultimo premier di Mubarak, Ahmed Shafiq, di presentarsi al ballottaggio in programma domani e dopo per nominare il nuovo raìs, proprio perché colluso con il regime abbattuto. Dato per favorito contro il candidato dei Fratelli musulmani Mohammed Morsi – che al primo turno in maggio si era piazzato primo per pochi voti —–Shafiq si troverà presidente di un Paese senza Costituzione né Parlamento. Restano in carica il Senato e il governo, dove però si prevede presto un rimpasto. E resta fermamente in controllo del Paese la Giunta guidata dal maresciallo Hussein Tantawi. Acuni membri della Fratellanza hanno accusato la Giunta e i giudici di «colpo di Stato». Di golpe ha parlato chiaramente Abdel Moneim Abul Futuh, islamico moderato ed ex Fratello, battuto al primo turno in maggio: «Non solo per i due verdetti ma per la legge che permette ai militari di arrestare i civili», ha spiegato riferendosi a una norma approvata tre giorni fa senza clamore, che di fatto reintroduce le leggi d’emergenza appena abolite. [Zecchinelli, Cds]