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 2012  giugno 15 Venerdì calendario

Gli affari con Marcinkus e Sindona

• Nel 1980, in seguito a una lunga ispezione della Banca d’Italia all’Ambrosiano, Calvi viene inquisito per sospetta esportazione di valuta e si vede ritirare il passaporto. Alla disperata ricerca di denaro, si avvita in rischiose operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Ha contatti con mafia e malavita. Conduce affari dubbi con lo Ior, la banca del Vaticano guidata da monsignor Marcinkus. E da tempo frequenta un altro banchiere famoso, Michele Sindona, e fa affari anche con lui. «Il valtellinese Roberto Calvi piaceva al siciliano Michele Sindona. Piaceva al siciliano la sua disciplina un po’ ottusa, l’efficienza lombarda, l’ambizione di far carriera, il desiderio di imparare. Roberto Calvi era un piccolo borghese impacciato senza uso di mondo, non sufficientemente spavaldo per giocare allo scoperto la sua partita. A Sindona piaceva così. Anzi, doveva essere così perche un gregario deve stare “al suo posto”, deve essere obbediente e devoto. Da Sindona, il piccolo borghese della Valtellina imparò tutto. O quasi tutto. Ne conobbe il metodo di avventuriero brillante e cinico. Ne scrutò le scorribande in Borsa. Ne valutò le protezioni. Osservando il lavoro del finanziere di Patti, comprese i punti deboli del sistema finanziario italiano che – allora – imbrigliava severamente l’attività delle banche pubbliche e concedeva soltanto a Mediobanca la possibilità di raccogliere denaro a medio termine per poi distribuirlo alle imprese in via di espansione e a poche finanziarie private, autorizzate dalla Banca d’Italia, di investire in attività produttive rastrellando capitali sul mercato azionario». [D’Avanzo, Rep. 10/4/1997]

• Il 20 maggio 1981 Calvi è arrestato per esportazione illecita di capitali e rinchiuso nel carcere di Lodi. Contro il provvedimento della procura protestano in Parlamento il segretario del Psi Bettino Craxi e della Dc Flaminio Piccoli. Processato in luglio insieme ad altri amministratori dell’Ambrosiano e della Centrale, Calvi è condannato a quattro anni. Il 20 luglio ottiene la libertà provvisoria.

• Roberto Calvi comincia a sentire il terreno che gli frana sotto i piedi. Chiede aiuto al Papa, ricordandogli di aver «fornito mezzi economici a Solidarnosc o ad altri paesi dell’Est». È il 5 giugno 1982: «Santità, ho pensato molto in questi giorni. E ho capito che c’è una sola speranza per cercare di salvare la spaventosa situazione che mi vede coinvolto con lo Ior in una serie di tragiche vicende che finirebbero per travolgerci irreversibilmente. (…) «Santità, Lei è l’ultima speranza, l’ultima».