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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

Ieri il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia per tre volte, una specie di record che ci fa capire: quanto in realtà è forte Monti; quanto in realtà sono deboli i partiti (in questo caso il Pdl); quanto era importante che questo disegno di legge passasse intanto l’esame della Camera; il contenuto più probabilmente autentico del vertice improvviso di martedì sera, convocato dal presidente del Consiglio

Ieri il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia per tre volte, una specie di record che ci fa capire: quanto in realtà è forte Monti; quanto in realtà sono deboli i partiti (in questo caso il Pdl); quanto era importante che questo disegno di legge passasse intanto l’esame della Camera; il contenuto più probabilmente autentico del vertice improvviso di martedì sera, convocato dal presidente del Consiglio.

 

Di che legge stiamo parlando?

Il disegno di legge anti-corruzione. Le resistenze del centro-destra erano forti (soprattutto per l’aumentato potere dei pm). All’Italia dei Valori invece il testo pareva (e pare) ancora debole. Si sono rifiutati di votare una delle tre fiducie anche quelli del Fli (Fini). La Lega è sempre contro. E tuttavia… Hanno dovuto tutti piegare il capo.

Come mai?

 C’è la regola generale che il governo non può cadere. Lo spread non è lontano dai 500 punti. Gli attestati di stima e – mi passi la parola – di indispensabilità verso Monti non si contano. Parlo degli Stati Uniti e della Germania, contro i quali le forze politiche che contano e che domani sperano di governare (Pdl e Pd) non possono evidentemente muovere un passo. Ma stavolta c’è un elemento in più: il disegno di legge anti-corruzione punisce chi corrompe e i pubblici ufficiali che si lasciano comprare, sono previsti anche nuovi reati, come “il traffico di influenze”, eccetera. Ebbene, non si tratta solo di regolare una questione ad altissimo profilo etico e di grande risonanza tra i cittadini. C’è anche un problema di soldi. Tra le ragioni per le quali gli imprenditori stranieri non vogliono investire in Italia c’è anche il verdetto tremendo pronunciato all’estero: siamo un paese di corrotti, siamo un posto di gente inaffidabile anche perché corrotta, non c’è modo, per un’azienda che viene da fuori, di mettere in piedi una squadra di comando perché non c’è nessuno di cui ci si possa fidare. Da Mani pulite in poi è stato un subisso. Lasciamo perdere per un momento il garantismo: non c’è dubbio che il Parlamento è affollato di inquisiti e che i giornali ogni giorno sono pieni di storie imbarazzanti che riguardano manager e uomini politici. Come vuole che vengano a farsi rubare il portafoglio da noi? Le ricordo che fin dal prima conferenza stampa, il presidente del Consiglio spiegò che una delle strade per uscire dalla crisi era quella di far venire in Italia capitali stranieri. Di ricreare quindi le condizioni minime di fiducia per chi volesse investire… La corruzione di manager e uomini politici è parente stretta di mafia e camorra. Monti l’altra sera a Palazzo Chigi deve averglielo detto chiaro e tondo (rivolgendosi specialmente ad Alfano): non sognatevi di fare scherzi sul disegno di legge che voteremo domani, perché la speculazione non aspetta altro per darci il colpo di grazia.

Oltre tutto questa corruzione ci costa un sacco di soldi.

Tra i 50 e i 60 miliardi l’anno, ma ho l’impressione che siano stime prudenziali. Il procuratore generale della Corte dei conti, nel suo ultimo discorso, ha detto anche che il fenomeno è in aumento. Transparency International, che agli inizi degli anni Novanta (epoca di Mani Pulite) ci collocava all 33° posto dei Paesi virtuosi, ci mette adesso tra il 69° e il 73°, più in basso del Botswana e appena prima della Grecia. All’inizio degli anni Novanta la corruzione ci costava 15-30 mila miliardi di lire, cioè 8-16 miliardi di euro. Da allora il suo valore è si è moltiplicato per otto.

Perché è stato necessario mettere la fiducia tre volte?

La fiducia è stata messa su tre articoli ritenuti essenziali: ineleggibilità dei parlamentari, concussione e corruzione tra privati. Maggioranza compatta, se si esclude l’uscita dall’aula dei futuristi sull’articolo 10. Questo articolo stabilisce che il governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità.

Non ho capito niente.

È una delega: la legge dà al governo il potere di scrivere in un decreto quando un tizio non è candidabile perché corrotto o concusso. Siccome il governo ha un anno di tempo per decretare, e tra un anno saremo già nella legislatura 2013-2018, le nuove norme non entrerebbeo in funzione che a partire dalla legislatura 2018-2023. Su questo l’Idv ha tuonato e il Fli s’è astenuto. La legge stabilisce che chi è stato condannato definitivamente per un reato contro la pubblica amministrazione non può più essere eletto. Stia attento alla parola “definitivamente”: significa che finché il processo si svolge nei primi due gradi di giudizio, l’eventuale onorevole coinvolto può restare al suo posto.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 14 giugno 2012]