La Gazzetta dello Sport, 6 giugno 2012
Il Ministero dell’Economia ha incassato di tasse meno del previsto e la notizia è doppiamente negativa perché intanto non si è trovata una soluzione alla crisi delle banche spagnole né alla crisi del debito greco, debito assai periclitante dato che alle elezioni del 17 giugno i sondaggi danno per vincitore lo schieramento di sinistra radicale Syriza e Syriza, a quanto si sa, non ha nessuna intenzione di accettare i sacrifici imposti da Ue-Bce-Fmi
Il Ministero dell’Economia ha incassato di tasse meno del previsto e la notizia è doppiamente negativa perché intanto non si è trovata una soluzione alla crisi delle banche spagnole né alla crisi del debito greco, debito assai periclitante dato che alle elezioni del 17 giugno i sondaggi danno per vincitore lo schieramento di sinistra radicale Syriza e Syriza, a quanto si sa, non ha nessuna intenzione di accettare i sacrifici imposti da Ue-Bce-Fmi. L’insieme fa pensare a parecchi esperti che siamo prossimi al punto di non ritorno, quello in cui salterà tutto e ciascun paese dell’eurozona dovrà tornare alla moneta di una volta.
• Cominciamo dal fisco che non incassa tutto quello che ci si aspettava.
Il conto è della Ragioneria generale dello Stato. Nei primi quattro mesi del 2012 le entrate tributarie sono inferiori di 3 miliardi e 477 milioni alle previsioni. Il calcolo ha una sua stranezza, perché conclude una lista piuttosto lunga di incrementi assoluti delle entrate fiscali. Cioè tutti noi abbiamo pagato più tasse di un anno fa. Ma non quante si sperava. Tre miliardi e mezzo fa quasi una finanziaria. E del resto che l’obiettivo non sia stato centrato al cento per cento non è poi così strano: se l’economia ha rallentato, le imprese avranno fatto versamenti più contenuti al fisco (per esempio in materia di Iva). Se la domanda è scesa, se cioè la gente non compra, vi sarà di conseguenza una caduta dei versamenti all’Agenzia delle entrate. Insomma, un ciclo economico debole non può produrre entrate fiscali alte. Anche le accise sulla benzina hanno avuto per conseguenza un minor utilizzo dell’automobile. Lei avrà sentito dell’iniziativa della Fiat che farà pagare la benzina un euro fino al 2015 a tutti quelli che compreranno una sua macchina nuova. L’aumento della pressione fiscale non genera automaticamente un aumento delle entrate. Anzi, se si esagera (è la teoria per esempio di Arthur Laffer), si può ottenere addirittura una diminuzione delle entrate.
• Che cos’è la storia delle banche spagnole?
Le casse di risparmio spagnole (“cajas”) sono tecnicamente fallite. Erano istituti completamente in mano ai partiti che, all’epoca del boom edilizio, ne hanno fatto carne di porco. Finita la febbre, il paese si ritrova con milioni di case vuote e questi istituti di credito a picco. Che fare? La Bankia è già stata nazionalizzata. Adesso bisognerebbe mettere soldi in tutte le altre cajas per riportarle a galla. Chi ha questi soldi? La Bce. Che però può prestare solo allo Stato che poi ricapitalizzerà gli istituti. Ma la Bce non presterà neanche un euro se non avrà a quel punto il controllo della situazione spagnola (“cessione di sovranità”). Per questo una richiesta ufficiale di aiuto da Madrid non è ancora arrivata. C’è solo stata una domanda di aiuto in un’intervista radiofonica dal parte di Cristobal Montoro, il loro ministro del Bilancio. Non è ancora l’atto formale che ci vuole.
• Di quanti soldi stiamo parlando?
Secondo Emilio Botin basterebbero una quarantina di miliardi «però senza limitare la sovranità del paese». Secondo altri ci vogliono molti più soldi.
• Come mai gli americani si impicciano?
Obama ha fatto un appello l’altro giorno agli europei perché trovino il sistema di rimettere in sesto la baracca. Ieri è tortnaro sull’argomento Michael Froman, uno dei consiglieri del presidente: «L’Europa ha intrapreso passi importanti per affrontare la crisi, ma i mercati si attendono di più, e bisogna fare di più».
• Che cos’è questo di più?
Ieri c’è stata una teleconferenza tra i ministri economici del G7 da cui non è uscito niente di apprezzabile. I giornali tedeschi scrivono invece dell’esistenza di un piano Merkel che la Kanzlerin sottoporrà ai partner europei alla fine del mese. Sei punti dedicati soprattutto agli aiuti ai giovani e alla lotta alla disoccupazione. Ma al punto 5 si dice: «I paesi dell’Eurozona dovrebbero concordare in modo vincolante la loro politica economica e finanziaria, e avviare tutti riforme strutturali, onde evitare uno sgretolamento dell’unione monetaria». Cioè: i tedeschi potrebbero pure farsi carico dei debiti europei, ma solo se potranno metter becco nelle politiche economiche dei paesi indebitati e salvati. Il messaggio è doloroso per tutti, ma inaccettabile per la Francia. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius era in Italia ieri per discutere col suo collega Giulio Terzi. Il 14 giugno verrà a Roma lo stesso Hollande per incontrare Monti e mettere insieme una linea comune con cui fronteggiare la Merkel. Intanto l’America preme e le elezioni greche sono alle porte.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 6 giugno 2012]