Rassegna, 8 giugno 2012
Vantaggiato e la lite con il fratello
• Racconta Imarisio sul Cds che Giovanni Vantaggiato, terzo di otto fratelli, cinque maschi e tre femmine, diventa ricco sfruttando un’intuizione del padre, un vivaista esperto di innesti che un giorno di trent’anni fa ebbe l‘idea di usare un campo alla periferia del paese come deposito di gas e gasolio da vendere agli agricoltori che lavoravano con lui. Giovanni andò da solo a farsi rilasciare la licenza dal prefetto e si mise in proprio, facendo socio soltanto suo fratello Antonio. La sua intraprendenza in solitario non fu gradita al resto della famiglia, genitori compresi. L’alleanza con Antonio durò meno di un anno, Giovanni lo liquidò con 200 milioni delle vecchie lire, e anche questo passaggio non fu indolore. I due fratelli non si parlano più da allora. Antonio reinvestì quel denaro nella stessa attività, un altro deposito di gasolio, una distesa di terra brulla e gessosa a Monteroni di Lecce.
• «Non voglio più avere niente a che fare con mio fratello Giovanni. Lui è uno che non si è presentato neanche ai funerali di mamma e papà» (Giuseppe Vantaggiato). [Zancan, Sta]
• Antonio Leo, il gestore del bar più vicino al deposito di carburanti di Vantaggiato: «In 12 anni non mi ha mai neppure salutato». [Zancan, Sta]