Rassegna, 8 giugno 2012
Brindisi, ancora mistero sul movente dell’attentato
• Il presunto autore della strage alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, Giovanni Vantaggiato, «non ha voluto dire alcunché» sul movente, fa sapere il procuratore Cataldo Motta (dal carcere però ha chiesto: «Quando potrò uscire?»). Obiettivo «scelto a caso», colpito di giorno «perché di notte non c’era nessuno», attentato compiuto da uno che «ce l’aveva con il mondo». Ora però una pista concreta c’è. Il movente sarebbe una truffa da 342 mila euro subìta proprio dal presunto killer di Melissa Bassi. Una storia di assegni scoperti che il benzinaio avrebbe ricevuto in pagamento per il suo gasolio tra il 2007 e il 2009 da un imprenditore agricolo, Cosimo Parato, di Torre Santa Susanna. Una truffa che Giovanni Vantaggiato aveva subito denunciato e che il Tribunale di Brindisi, un mese fa, ha riconosciuto fondata condannando l’imprenditore a due anni e due mesi. Vantaggiato, però, i suoi soldi non li ha più visti. Di qui la sua rabbia contro il Tribunale, che si trova alle spalle della scuola Morvillo Falcone. Ma c’è dell’altro: il 24 febbraio del 2008 Cosimo Parato fu vittima di un attentato, una bici-bomba innescata da un telecomando. L’esplosione gli dilaniò il torace e l’addome e l’uomo rimase a lungo in coma farmacologico. Restò un mistero, quella bomba. Adesso gli inquirenti vogliono riaprire il caso. [Caccia, Cds]
• Vantaggiato è inquisito per strage con l’aggravante della finalità di terrorismo, per via «dell’obiettivo effetto terroristico» provocato dal suo gesto; «per la natura della condotta e il contesto relativo, anche con riferimento all’individuazione dell’obiettivo e alla indeterminatezza di esso», giacché una bomba davanti alla scuola poteva colpire chiunque passasse di lì in quel momento; «per l’effetto intimidatorio e il conseguente grave allarme della popolazione della città di Brindisi e dell’intera nazione, nonché per l’effetto destabilizzante cagionato dall’azione criminale», scrive il procuratore di Lecce Cataldo Motta nel provvedimento di fermo. [Bianconi, Cds]