Rassegna, 8 giugno 2012
Ior, Gotti Tedeschi voleva inviare il dossier al Papa
• Ettore Gotti Tedeschi aveva preparato un dossier di circa duecento pagine con indicati tutti i suoi «amici e nemici» ai tempi dello Ior, «se dovesse succedermi qualcosa». Il documento conteneva un’introduzione di due cartelle, decine e decine di mail e altri appunti inseriti tra gli allegati, alcune pagine dell’agenda personale che documentano incontri e colloqui. Questo memoriale è stato ritrovato martedì nei suoi uffici dai carabinieri inviati dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta Finmeccanica. Gotti tedeschi ne aveva consegnato una copia alle sua segretaria, con l’indicazione di fare arrivare tutto il materiale a tre precisi indirizzi che corrispondono a quello di un giornalista, di un avvocato e di un suo amico personale. Un’altra copia, invece, era indirizzata al Pontefice attraverso il suo segretario particolare Padre Georg Gänswein. Scrive la Sarzanini (Cds): «I sono i resoconti degli scontri avuti con il cardinale Tarcisio Bertone e soprattutto con il direttore generale dell’Istituto per le Opere di Religione, Paolo Cipriani. Perché anche durante l’interrogatorio con i magistrati romani – il procuratore Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Nello Rossi – Gotti ha ribadito di essere sempre stato “osteggiato perché volevo la trasparenza, soprattutto su alcuni conti”. Un riferimento neanche troppo velato ad alcuni depositi cifrati che potrebbero essere in realtà riconducibili a esponenti della criminalità organizzata. E proprio questo spiegherebbe i timori che Gotti ha esternato prima a persone fidate e poi ai pubblici ministeri motivando la sua scelta di collaborare dopo il sequestro del memoriale: “Temo per la mia vita”».