3 giugno 2012
Tags : Gianfranco Zola
Biografia di Gianfranco Zola
• Oliena (Nuoro) 5 luglio 1966. Ex calciatore. Allenatore del West Ham dal settembre 2008. Dal 2006 al 2008 consulente tecnico dell’Under 21 (una specie di vice del ct Pierluigi Casiraghi, affiancato pure nella sfortunata esperienza olimpica di Pechino). «Sa quale fu la prima frase di Maradona, quando arrivai al Napoli? Finalmente ce n’è uno più basso di me».
• Attaccante di un metro sessanta e spiccioli, con il Napoli vinse lo scudetto del 1990, con il Parma la coppa Uefa del 1995, con il Chelsea la coppa delle Coppe del 1998. Con la Nazionale - 35 presenze e 8, 9 o 10 gol a seconda di come si contano le autoreti - nel 1994 fu vicecampione del mondo (giocò solo pochi minuti nell’ottavo contro la Nigeria, subendo per giunta un’ingiusta espulsione) e partecipò agli Europei 1996 (contro la Germania, poi vincitrice del titolo, sbagliò un rigore che ci costò l’eliminazione al primo turno). Inizi nella Nuorese, lanciato dalla Torres (Sassari), chiuse la carriera nel Cagliari, che nel 2004 aveva riportato in serie A. 6° nella classifica del Pallone d’oro 1995, 15° nel 1997, nomination anche nel 1999.
• «Se c’è una cosa di cui mi sento parzialmente vittima è la scarsa attenzione del calcio italiano verso la Sardegna. Ho fatto una gavetta lunghissima, sono arrivato in A che avevo quasi 24 anni. C’era stata un’offerta del Torino quando ne avevo 13, troppo giovane per muovermi da casa, poi Giovanni Maria Mele detto Zomeddu, il mio primo maestro di calcio, ha provato a segnalarmi all’Atalanta, alla Lazio, alla Sampdoria, al Cagliari, ricevendo sempre la stessa risposta: è troppo piccolo, è troppo gracile, non ci interessa».
• «Amarezze? Sono legate alla Nazionale. Nel 1994 speravo di giocare prima, stavo bene, con la Nigeria appena entro l’arbitro mi butta fuori senza che avessi fatto fallo. Tre turni di squalifica. E l’arbitro radiato pochi mesi dopo perché si vendeva le partite. Comincio a sperare negli Europei del 1996, ma sbaglio il rigore con la Germania, mi assumo tutta la responsabilità dell’eliminazione, che forse non era tutta mia. Giorni nerissimi. I sogni, o si realizzano o si spezzano. E vivere coi loro cocci è difficile. C’è una curiosità, sia a Boston sia a Manchester avevo la maglia numero 21. Quando arrivo al Chelsea, trovo l’armadietto numero 21 e dentro un paio di scarpe della mia misura con scritto 21 sotto la suola. L’armadietto non l’ho mai usato e le scarpe le ho bruciate».
• Soprannominato “Magic box”, nel 2007 una classifica del quotidiano The Sun lo mise al secondo posto tra i giocatori più spettacolari visti nel calcio inglese, preceduto solo dal nordirlandese George Best, Pallone d’oro 1968.
• Sposato con Franca, tre figli (Andrea, Martina, Samuele).