3 giugno 2012
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Biografia di Nicola Zingaretti
• Roma 11 ottobre 1965. Politico. Presidente della regione Lazio (eletto nel febbraio 2013 con il 40% di voti, contro il 29% dello sfidante Francesco Storace). Già presidente della provincia di Roma (2008 – 2012), europarlamentare ds e segretario del Pd nel Lazio.
• «Non voglio emergere con un’intervista al giorno in cui dico quello che non va nel partito».
• «Può dire di conoscere zio Walter (Veltroni) e zio Massimo (D’Alema) meglio di chiunque altro, li ha frequentati fin da piccolo. Lui che è l’ultimo esemplare di una specie estinta con il terremoto degli anni Novanta, il dirigente iscritto fin dai banchi della scuola alla direzione del partito, come Berlinguer o D’Alema. Famiglia popolare e comunista, la mamma votò no nell’89 al cambio del nome del Pci. Scoperto da Goffredo Bettini che lo nomina capo della Fgci romana e amico per la pelle di Nichi Vendola, al punto di sponsorizzarne la prima candidatura alla Camera nell’87 (finì male) e poi di occuparne la stessa stanza alle Botteghe Oscure nella Fgci nazionale. Primo segretario della Sinistra giovanile, l’organizzazione dei pulcini Pds nata dalle ceneri della vecchia gioventù comunista, responsabile Esteri della Quercia nella stagione dalemiana (…) Un curriculum da figlio prediletto del partito che a lungo è sembrato il principale ostacolo all’ascesa di Zingaretti. Apparso per anni come un predestinato, un leader per diritto ereditario, per fecondazione assistita: un principino. E poi, troppo impegnato a non scontentare nessuno. Troppo bravo ragazzo. Troppo moscio» (Marco Damilano) [Esp 20/11/2011].
• «Se ha da essere veltroniano, è veltroniano con cautele da antico militante, Zingaretti. E se Walter volesse Veronica Berlusconi nella squadra, lui non è per niente d’accordo, anzi “in questo siamo davvero molto diversi”. E mostrando la camicia button-down a una giornalista, che aveva pronunciato il fatidico nome di Brooks Brothers, spiegò: “La mia camicia non è di Brooks Brothers e come vede è molto lisa”» (Stefano Di Michele).
• Nel 2008 fu eletto presidente della provincia di Roma al ballottaggio. Il suo successo al ballottaggio, in contemporanea con la sconfitta del candidato sindaco Rutelli contro Alemanno, indusse in molti commentatori il sospetto che preferendolo al leader della Margherita forse il Campidoglio sarebbe rimasto in mano al centrosinistra. «A chi mi ha votato non gliene fregava niente se fossi dalemiano o veltroniano o fassiniano».
• Nel 2009, sostenne una mozione che impegnava la Provincia ad installare distributori di profilattici nelle scuole superiori.
• Da presidente della Provincia, «l’unico che abbia pubblicamente sostenuto l’inutilità del suo ente» (Sergio Rizzo – Gian Antonio Stella) [Cds 28/4/2012].
• Nell’estate 2012 annunciò la sua candidatura alle primarie Pd che designavano lo sfidante di Gianni Alemanno per le elezioni comunali di Roma. I sondaggi lo indicavano come sicuro vincitore. Nell’ottobre dello stesso anno, in seguito alle dimissioni di Renata Polverini da governatore del Lazio, si ritirò dalla corsa per il Campidoglio in favore di quella per la presidenza della Regione, che poi vinse.» [Fog 24/10/2012].
• Spesso indicato dai giornali come possibile candidato alla segreteria del Pd. «Nel Pd, in molti, soprattutto sul fronte renziano (dove da qualche tempo a questa parte esiste una sorta di piccola ossessione legata al tema “che cosa farà Zingaretti”) sospettano che il percorso del presidente sia ormai chiaro: oggi governare la sua regione e domani prepararsi a governare il paese. In realtà è difficile, impossibile, pensare che il governatore stia preparando una sua imminente campagna elettorale, anche se nel Pd, diversi esponenti della sinistra del partito, alcuni dei quali molto legati a Bersani, hanno chiesto a Zingaretti la sua disponibilità a candidarsi alla segreteria del Pd, ma Zingaretti ha sempre declinato l’invito» (Claudio Cerasa) [Fog 13/8/2013].
• «Io faccio le mie scelte da solo, spesso contro i capicorrente del Pd».
• «Ben visto anche a sinistra del Partito democratico, per esempio da Sel» (Maria Teresa Meli).
• «La prima manifestazione a cui ho partecipato a Piazza del Popolo, che poi non si fece perché lo stesso giorno ci fu l’attentato al Papa, risale agli anni del liceo» (a Pierluigi Diaco) [N20 12/2/2009].
• «Andammo a Sarajevo, subito dopo l’assedio, col gippone, a portare aiuto ai dirigenti locali dei giovani socialisti. Ero un pacifista orgoglioso, ma la sera mi trovai a tavola con questi ragazzi che dicevano: “eravate a pochi chilometri da noi. Dove cazzo eravate mentre ci massacravano?” Anche il pacifismo integralista può aiutare i carnefici» [a Vty, 27/10/2008].
• Sposato con Cristina. «Ci siamo messi insieme che eravamo giovanissimi. Poi più volte ci siamo lasciati e rimessi insieme. Ci conosciamo benissimo, ci vogliamo bene, ci siamo sempre cercati. Tutta la vita». Due figlie, Agnese e Flavia. «Da quando sono diventato padre ho avuto la sensazione netta di come possa cambiare la gerarchia delle cose importanti. Ora al primo posto ci sono loro» (a Pierluigi Diaco, cit.).
• Con le figlie, appassionato di cartoni animati (il suo preferito è Shrek 3).
• «Mi divertono i video amatoriali su YouTube: dalle feste private di compleanno alle vittorie delle squadre di calcio dilettantistiche». Musica: «Apprezzo molto Cesare Cremonini, gli Zero Assoluto, i Subsonica e Jovanotti».
• Fratello di Luca, con il quale non è mai apparso in nessuna campagna elettorale. «Noi Zingaretti siamo concreti. Uno deve essere votato per quello che è, non per i parenti che ha».