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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Ortensio Zecchino

• Asmara (Eritrea) 20 aprile 1943. Giurista. Professore di Storia delle istituzioni medievali presso l’istituto universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli. Politico. Nel 1979 fu eletto al Parlamento europeo (Dc), nel 1987, 1992, 1994, 1996 al Senato (Ppi). Ministro per l’Università e la ricerca scientifica e tecnologica nei governi D’Alema I e II e Amato II (1998-2001).
• Laurea in Giurisprudenza (con lode) all’Università di Napoli nel 1966, ha cominciato la sua carriera politica nella Dc: dal ’64 al ’70 ha ricoperto incarichi amministrativi locali, quindi è stato consigliere regionale della Campania dal ’70 al ’79, anno in cui è stato eletto al Parlamento europeo. Dall’84 all’87 è stato segretario regionale della Dc. Dal 1987 è sempre stato eletto al Senato, prima con la Dc poi con il Ppi. Si è sempre occupato di istruzione superiore e giustizia, come presidente, prima della Commissione Cultura e poi della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Scrisse La Repubblica nel 1998: «Ha fatto parte della Bicamerale per le riforme, dove ha sostenuto posizioni di stampo garantista e per questo si è trovato spesso in polemica con lo schieramento più vicino ai magistrati». Poi D’Alema lo ha voluto come ministro.
• Contrario alla fusione con La Margherita di Rutelli, nel 2001 lascia il Ppi con Giulio Andreotti e D’Antoni per fondare Democrazia Europea. Spiegò a La Repubblica: «Nel 1996 fu il Ppi che sdoganò la sinistra. Oggi, per una serie di errori, il Ppi ha finito per rincantucciarsi». Nel Partito popolare l’ex ministro non si riconosceva più.
• A Sebastiano Messina, che lo definì di «pura scuola andreottiana: dire e non dire, ammiccare e negare, alludere e rinviare», lui ha replicato: «Posso essere stato amico di Andreotti, ma non sono mai stato andreottiano. Ho preferito tirare le cuoia e lasciare la politica piuttosto che rinviare. Con Andreotti ho fatto dure battaglie, dalla vicenda Mancuso alla legge Mammì, poi con Democrazia europea abbiamo provato insieme a evitare la dissoluzione della correntizzazione».
• Democrazia non raggiunse il 4%, «all’epoca soglia di sopravvivenza elettorale, sembrò imporci, forse con eccessivo rigore, la rassegnata rinuncia al progetto». Da allora è tornato a insegnare, professione che lasciò quando entrò in Parlamento per evitare ogni possibile conflitto di interessi.
• È vero che, come scrisse Mario Giordano, possiede « 6,5 vani (quattro camere, cucina, due bagni, terrazzino coperto e soffitta) in uno degli angoli più belli del mondo, in corso del Rinascimento, cioè praticamente in piazza Navona (…) Eppure all’ex ministro non è costato neppure tanto: appena 447.768 euro, per una casa che secondo le stime Cerved oggi viene valutata tre volte tanto, cioè 1.147.510 euro». Ma spiega Ortensio Zecchino: «È un’agevolazione che fu data a tutti i condomini del palazzo. Fu una scelta del proprietario. Non ricevetti alcun trattamento di favore».
• Oggi è presidente del centro di ricerche Biogem: «L’unica realtà del Sud che si occupa di ricerche», collabora con il Corriere del Mezzogiorno, da ultimo nel 2014 ha pubblicato il saggio su Federico II Una tragedia imperiale (Salerno Editrice).
• Possiede circa 1.500 volumi antichi.
• Appassionato di fotografia, ha reinterpretato le Georgiche con immagini in bianco e nero.
• Sposato con Anna Maria, quattro figli, è rimasto vedovo nel 2015.