3 giugno 2012
Tags : Flavio Zanonato
Biografia di Flavio Zanonato
Padova, 24 luglio 1950. Politico. Ministro dello Sviluppo economico del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Già sindaco di Padova (dal 2004 al 2013, giunta di centrosinistra).
• Diploma di Perito industriale all’Istituto Tecnico G. Marconi. Alla laurea in Filosofia gli manca solo la tesi: «Adesso non ho tempo di prepararla. Nelle prossime settimane ne avrà ancora meno». Prima militante e poi dirigente del Pci come responsabile del settore immigrazione e emigrazione del partito, Flavio Zanonato diventa sindaco di Padova la prima volta il 6 giugno 1993 e ricopre il mandato fino al 1999 (sconfitto al ballottaggio da Giustina Destro). Il 13 giugno 2004 è stato rieletto e riconfermato nel 2009 (con il 52% dei voti). Passato per Pds e Ds, ha aderito al Pd. È un pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Veneto.
• È stato il primo a essere chiamato sindaco sceriffo: a Padova, nel 2007, ha dichiarato guerra ai clienti delle prostitute a suon di multe (fino a 150 euro) «per intralcio alla circolazione» (più di 500 in un anno), le lucciole scesero in piazza per protestare. Poiché il provvedimento diede esiti a suo dire insoddisfacenti, nel giugno 2008 ha chiesto di vietare la prostituzione in strada introducendo «una sanzione amministrativa consistente da 200-300 euro per il cliente e per chi si prostituisce» [Parrini-Dell’Arti 2008] ma «di lui si ricorda soprattutto la battaglia condotta per la sicurezza nella sua città con la creazione del “muro” di via Anelli, una barriera (in metallo lunga 84 metri e alta tre) che isolava uno dei quartieri più a rischio di Padova per la forte presenza di immigrati irregolari [Barbara Fiammeri, S24 28/4/2013].
• «Pochi i precedenti sui temi che affronterà da ministro. Eccezion fatta per il no al nucleare che si trova sul suo blog insieme all’attenzione per le rinnovabili» [ibid].
• «Su questo fantomatico muro sono state dette assurdità di ogni tipo. Mi ha chiamato addirittura la Bbc per sapere che cosa stava succedendo a Padova. La risposta è che questa amministrazione vuole smantellare il supermercato della droga che prospera in quell’area. E tra un anno, quando saranno ultimati gli sgomberi del complesso di via Anelli, la recinzione verrà abbattuta» (da un’intervista di Maria Novella De Luca). Da qui il nomignolo «il Signore di via Anelli» [Alberto Statera, Rep 5/5/2009].
• «Non sopporto chi, nel Pd, parla di “percezione dell’insicurezza”, la vecchietta che chiede di essere ricoverata in ospizio perché ha gli spacciatori sul portone non è percezione. Così come non sopporto chi, del Pd, va in tv da Bruno Vespa a dire che sull’immigrazione la Lega è razzista. È “anche razzista”, ma lo si vuol capire che il problema c’è?» (alla Stampa).
• Ha subìto il ripristino di una legge del 1954 che, prevedendo l’iscrizione a richiesta della “famiglia anagrafica”, surroga in qualche modo la normativa dei Pacs (vedi Alessandro Zan).
• Alberto Statera su Rep: «Dopo il muro che Zanonato eresse investendo 50 mila euro per evitare che gli spacciatori operanti sotto i vicini condomini piccolo borghesi si rifugiassero nel cortile dei miserabili all’arrivo della polizia, 270 famiglie di immigrati sono state trasferite in appartamenti del Comune» [Statera, cit.].
• «Piccolo di statura, rotondo, solido, decisionista» [Alberto Statera], sposato da più di trent’anni con Lella, un figlio, Alessandro, avvocato, e due nipotina Anna e Alice («Diventare nonno è una delle esperienze più belle che possano capitare nella vita»). È cresciuto nel quartiere di via Palestro da una famiglia «famiglia operaia di forti ispirazioni cattoliche» [zanonato.it; ilgazzettino.it 28/4/2013].
• Ha un suo blog (www.zanonato.it) è sempre su facebook e twitter: ama affidare ai social network le sue riflessioni e le notizie relative all’attività di sindaco.
• Lettore vorace, appassionato di materie scientifiche, di storia e di filosofia. Gli piace a giocare a scacchi e andare al cinema, in bici e in montagna (ha una casa ad Agordo, nel cuore delle Dolomiti) [Concita De Gregorio, Rep 28/4/2013]. «So di avere un brutto carattere. Mi arrabbio, ma dopo pochi minuti dimentico tutto e non serbo rancore». Detesta annoiarsi [ilgazzettino.it 28/4/2013].