3 giugno 2012
Tags : Iva Zanicchi
Biografia di Iva Zanicchi
• Vaglie di Ligonchio (Reggio Emilia) 18 gennaio 1940. Cantante. Politico. Eurodeputato: prima dei non eletti di Forza Italia, nel 2008 è subentrata a Mario Mantovani, eletto al Senato col Pdl. Nel 2014, non eletta alle europee, annuncia il suo addio alla politica: «Basta, ho dato più di quel che ho ricevuto mi darò all’ippica» [Marco Bresolin, Sta 27/5/2014]. «All’inizio della carriera credevo che la Mostra di Venezia fosse la Vanoni» (Alfredo Accattino). Ultimo album In cerca di te (2013).
• Una delle protagoniste della musica leggera italiana anni Sessanta e Settanta. È l’unico cantante ad aver vinto tre Festival di Sanremo: nel 1967 con Non pensare a me (in coppia con Claudio Villa), nel 1969 con Zingara (in coppia con Bobby Solo), nel 1974 con Ciao cara come stai.
• Detta “L’Aquila di Ligonchio”, non solo per la voce meravigliosamente nera, ma anche per le importanti dimensioni del naso, di forma aquilina, e poi accorciato dal professor Fontana nel 1984, intervento di cui si è pentita: «Per la mia età era giusto il naso che avevo prima. Mio padre mi mise il muso, disse che non ero più io, che avevo cancellato il marchio degli Zanicchi» (Paola Pollo).
• «Ligonchio, dove tutti gli uomini erano socialisti e le donne di chiesa. Noi donne eravamo del prete, che diceva: votate quel partito, o andate all’inferno».
• Figlia di Zèffiro, che lavorava come elettricista alla centrale Enel di Ligonchio, e di Elsa Raffaelli, casalinga, che ha compiuto 94 anni il 21 giugno 2008. Tre sorelle e un fratello, tutti dotati di voce formidabile: la domenica, nella villa di Iva a Lesmo (in Brianza), a un certo punto ci scappa sempre il coro.
• Da piccola saliva sugli alberi a cantare. Ha debuttato in tv nel 1960: essendosi organizzata a Collagna – paese vicino a Ligonchio – una puntata di Campanile sera, salì sul palco come concorrente. Aveva comunque già cominciato a girare per le balere. Nel 61 vince un festival per dilettanti organizzato dalla Gazzetta di Reggio Emilia, nel 62 debutta alla radio con Silvio Gigli, nel 63, incoraggiata da Gianni Ravera, è al Festival per voci nuove di Castrocaro dove, a causa della raucedine, si classifica solo terza. In quello stesso anno, un impresario italoamericano le fa tenere un concerto a New York. La Zanicchi «non aveva mai preso nemmeno il treno: “Mia mamma mi ha cucito tre immaginette della Madonna nella maglia di lana e sono partita”» (Fabrizio Ravelli). Aveva paura di volare e i pensieri concepiti mentre stava sospesa da terra saranno l’argomento delle prime pagine del suo libro Polenta di castagne (su cui vedi più avanti).
• Nel 64 primo grande successo con Cry to me di Bert Russell, adattato in Come ti vorrei e subito entrato nella top ten dei dieci dischi più venduti. Nel 65 debutto a Sanremo con I tuoi anni più belli di Mogol (in coppia con Gene Pitney). Nel 67 prima vittoria al Festival e consacrazione: oltre a essere sempre presente da quel momento in poi alle più importanti manifestazioni musicali italiane (Un disco per l’estate, la manifestazione telecanora legata alla Lotteria di Capodanno, cioè Scala reale nel 66 e poi Canzonissima, il Festival di Napoli, il Festivalbar ecc.), nel 1973 è invitata al Madison Square Garden di New York (prima cantante italiana ad avervi tenuto un concerto), poi all’Olympia di Parigi infine nei teatri di tutto il mondo.
• Sue canzoni più celebri: Come ti vorrei, Zingara, La riva bianca la riva nera (terza al disco per l’estate del 72 e seconda al Festivalbar dello stesso anno), Testarda io, scritta da Roberto Carlos, presentata a Sanremo 1974 e poi utilizzata da Visconti nel film Gruppo di famiglia in un interno. Il brano I colori di dicembre contenuto nell’album Le giornate dell’amore (1973) fa parte della colonna sonora del film A Venezia... un dicembre rosso-shocking di Nicolas Raeg (con Julie Christie e Donald Sutherland).
• Tra gli album: una raccolta di canzoni di Theodorakis (Caro Theodorakis, 1970), un altro con le canzoni di Aznavour (Caro Aznavour, 71), canti ebraici (Shalom, 71), canzoni ispirate a Federico García Lorca (Io sarò la tua idea, 76), canzoni classiche napoletane (Cara Napoli, 1976, con la collaborazione di Tullio De Piscopo), canzoni sexy (Playboy del 1978: in un numero della rivista del gennaio 79 si fece fotografare in pose sexy perché «intorno ai 40 anni si viene presi dalla stupidità», la mamma ci restò malissimo), musiche spagnole e sudamericane (Ardente, 81), soul e rhytm’n blues (Come mi vorrei, 91). Nel 1987 ha anche inciso un album dedicato alle colleghe più celebri (Care colleghe). «Ha un vocione che ribalterebbe le sedie» (Ravelli), «deve tutto alla potenza della sua voce, alla sua tendenza a interpretare anche i brani più melodici con venature pacatamente soul» (Augusto Pasquali).
• Nel 1984, avendo partecipato a una gara canora di Mediaset (Premiatissima, con Dorelli e Ornella Muti, dove aveva interpretato una versione del Va’ pensiero di Verdi, La notte di Adamo, e un Sola più che mai ricavato dallo Strangers in the night di Sinatra), venne giudicata molto telegenica e invitata a condurre il programma Ok, il prezzo è giusto, versione italiana del celebre The price is right che in America la Nbc aveva mandato in onda dal 56 al 64 e che era poi stato ripreso nel 72 dalla Cbs (è tuttora in onda, sempre condotto da Bob Barker). La prima serie italiana era stata presentata da Gigi Sabani. Iva s’impossessò del programma e diede una prova memorabile di disinvoltura, understatement e fisicità: si presentava in tacchi alti e superava il metro e 80, sempre con l’aria irresistibile di una che aveva poco tempo da perdere, presentava, intervistava, conduceva e cantava. Tenne in pugno la trasmissione per 14 anni e senza mai una caduta di stile, divenendo anzi un cult anche per critici dal palato assai fine. Chiuse nel 2000 con questa battuta: «Uscirne rincoglionita, o quasi, era inevitabile» (Gianluca Nicoletti).
• Da segnalare, nell’ambito delle esperienze come conduttrice tv, anche la Domenica In del 2000, al fianco di Carlo Conti. Nel 2003 tornò al Festival di Sanremo con Fossi un tango (uscì poi l’album omonimo, l’ultimo al momento). Nel 2005 vista al reality-show Music Farm e ospite fissa di Buona Domenica. È la postina Liliana nella fiction Caterina e le sue figlie.
• La sua carriera politica comincia nel salotto tv di Michele Santoro: «Mi invita alla sua trasmissione, io vado, ma all’inizio sono un po’ intimidita. Mi faccio più piccola possibile. Ho una gran paura di dire cavolate. Ma lui parte subito con uno dei suoi filmati contro Berlusconi, e allora mi monta il sangue alla testa. Sbotto: “Perché non la smettete di dargli addosso e non provate a vedere come se la cava? Se poi non fa bene gli diamo un calcio in culo e lo mandiamo a casa”» (Fabrizio Ravelli – Giorgio Carbone – Claudio Sabelli Fioretti). Berlusconi la chiamò per ringraziarla, poi la candidò alle europee del 1999 dove non venne eletta. Ci riprovò nel 2004. Il primo spoglio dei voti le assegnò il seggio, dandole un vantaggio di 152 voti sul primo dei non eletti, Jas Gawronski. Una riconta delle schede, effettuata poche ore dopo (quando i giornali l’avevano già data a Strasburgo), rovesciò il verdetto: Gawronski le stava avanti per 147 voti. Lei sul momento se l’è presa: «Sto girando per casa in mutande incazzata, incazzatissima. Hanno ricontato i voti? Ma chi l’ha chiesto? Gawronski mi ha telefonato dicendo di essere dispiaciuto e di saperne quanto me. Dice che non ha mai fatto ricorso. Ma allora una mattina i giudici di Milano si svegliano e dicono: “Toh, oggi non abbiamo niente da fare. Rivediamoci nove milioni di schede”».
• Il legame con Berlusconi è di tipo personale: «Lui è stupendo, il resto di Forza Italia fa schifo». Il rapporto con la sinistra è buono, a Mantova, durante la campagna elettorale 2004, s’è incontrata con Nando Dalla Chiesa: «All’inizio c’era un po’ di gelo. Ho pensato: “Qui si mette male”. Allora ho detto: “Compagni! sotto questo tendone speriamo che non piova”. È andata. C’era anche Vergassola che mi ha detto: “Allora sei dei nostri”. È stata una giornata trionfale, mi hanno trattato come una regina» (a Sabelli Fioretti).
• Due libri: Polenta di castagne (Mondadori 2000), in cui racconta la storia della sua famiglia (bisnonna Desolina da cui le viene la voce, nonno Antonio, rientrato in Italia dopo aver fatto l’emigrante a New York per un anno ecc.) e I prati di Sara, romanzo sull’amicizia tra due donne ambientato sull’omonimo altipiano di Ligonchio (Mondadori 2005).
• Allergica alla lana: «vesto solo cotone e cachemire, come Bertinotti» [Giancarlo Dotto, Gia 12/2/2011].
• Il 19 luglio 1967 ha sposato Tonino Ansoldi, figlio di Gianbattista Ansoldi, fabbricante di cera e di materiali discografici e fondatore della casa discografica Ri-fi, che esordì facendo incidere alla Zanicchi i suoi due primi 45 giri (Zero in amore – Come un tramonto di Gorni Kramer, a cui tenne dietro Sei ore – Tu dirai, due rarità da collezionisti che all’epoca non vennero neanche distribuite). Storia chiusa nel 76. Ha confessato a Claudio Sabelli Fioretti di aver tradito il marito negli ultimi tempi del matrimonio. Dal 1985 il suo compagno è Fausto Pinna, che le fa anche da agente e talvolta da produttore musicale.
• Da Ansoldi ha avuto una figlia, Michela, nata il 19 dicembre 1967 (gran voce anche lei, ma ha preferito fare la psicologa). Dei due figlioletti di Michela, Luca (1998) e Virginia (2003), dice che cantano e che Virginia, pur avendo solo sei anni, è in grado di rifare qualunque brano dopo averlo sentito due volte.