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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Luigi Zanda

• Cagliari 28 novembre 1942. Politico. Eletto al Senato nel 2003, 2006, 2008 (Margherita, Pd). Dal 19 marzo 2013 è capogruppo del Pd al Senato.
• Figlio del prefetto Efisio Zanda Loy, celebre capo della polizia negli anni Settanta (Francesco Grignetti: «Il gelido Zanda Loy»). Laurea in Giurisprudenza, uffici legali dell’Iri, poi consulente del ministero per la Riforma della pubblica amministrazione, infine segretario-portavoce di Cossiga al ministero dell’Interno (1976-1978) e a Palazzo Chigi (1979-1980). Consigliere e poi vicepresidente del gruppo Espresso, presidente del consorzio Venezia Nuova (1986-1995), quindi, per volontà del sindaco di Roma Rutelli, presidente e amministratore delegato dell’Agenzia per il Giubileo (1995-2000, dure polemiche con Antonio Di Pietro, per un breve periodo ministro dei Lavori pubblici). Chiuso il Giubileo, fu nominato presidente della Quadriennale di Roma e della Fondazione Palaexpo.
• Eletto consigliere d’amministrazione della Rai il 22 febbraio 2002, in quota Margherita (minoranza), non votò per il presidente Baldassarre tenne – insieme col consigliere in quota Ds, Carmine Donzelli – una dura posizione di permanente conflitto con i tre rappresentanti della maggioranza, Baldassarre (Forza Italia), Albertoni (Lega) e Staderini (Udc). Si dimise infine, con Donzelli, il 20 novembre del 2002. Il gesto, a parte il significato politico, aprì un delicato caso giuridico-istituzionale, dato che – anche dopo le dimissioni di Staderini – Baldassarre e Albertoni (soprannominati a quel punto “il Cda della Smart”) restarono in carica e continuarono a deliberare benché fossero solo in due (secondo la maggioranza dei costituzionalisti, in piena legittimità).
• Alle elezioni suppletive per il Senato del 23 giugno 2003 (convocate nel collegio di Frascati per la morte del senatore Severino Lavagnini) si presentò senza avversario, dato che la Casa delle Libertà non raccolse firme sufficienti a candidare Francesco Aracri (An). Risultò quindi eletto col cento per cento dei suffragi, ma con la più bassa percentuale di partecipazione al voto dell’intera storia repubblicana: il 6,47 per cento.
• Nel 2007 firmò con altri un disegno di legge per istituire un’Autorità per la valutazione dei dipendenti pubblici (da un’idea di Pietro Ichino) e ne presentò lui stesso un altro, molto criticato, per combattere le cosiddette scatole cinesi negli assetti societari.
• «Nelle sue ormai quattro legislature, Luigi si è distinto per moralismo. Una volta si scagliò contro la semplice ipotesi che il Cav potesse essere fatto senatore a vita. “In 67 anni di Repubblica non è stato mai nominato nessuno che abbia condotto la propria vita come Silvio Berlusconi” (…) È stato tra i massimi artefici della decadenza accelerata del Cav da senatore. Per di più, stravolgendo il regolamento, ha preteso il voto palese per essere sicuro di dargli il colpo di grazia. Il tutto condito dai toni selvaggi dei giustizialisti portatori di virtù. Non è stato un bel vedere. Per un gentiluomo del suo rango che avrebbe potuto comportarsi con classe e umanità, scendere al livello di un Totò Di Pietro, sia pure alfabetizzato, è una caduta di stile che lo relega irrimediabilmente nel campo boario della politica mugghiante» (Giancarlo Perna) [Grn 19/5/2014].
• «Un carattere di ferro e uno stile tutto british» (Il Messaggero).
• Ha sposato la fotografa Donata Pizzi.