3 giugno 2012
Tags : Alberto Zaccheroni
Biografia di Alberto Zaccheroni
• Meldola (Cesena e Forlì) 1 aprile 1953. Allenatore di calcio. Dal 2010 al 2014 ct del Giappone. Col Milan vinse lo scudetto del 1999. Tra le tante squadre, ha allenato Udinese, Inter, Lazio, Torino, Juventus. «Quando li alleno in loro vedo solo i difetti. Quando non li alleno più ricordo soltanto i pregi».
• Panchina d’oro alla terza stagione con l’Udinese (1996-97), panchina d’oro e scudetto al termine della prima stagione col Milan (1998-99), ha allenato anche la Lazio (2001-2002) e l’Inter (2003-2004). Ingaggiato per il Torino da Urbano Cairo all’inizio del campionato 2006-2007, è stato esonerato il 26 febbraio 2007, dopo sei sconfitte consecutive. A parte il caso di Zamparini a Venezia, che lo richiamò subito, è la terza volta che gli capita (primo esonero al Bologna in C e poi nella seconda stagione al Milan: «In 24 anni è una media accettabile»). Nel 2011 ha conquistato la Coppa d’Asia, primo tecnico italiano a vincere un trofeo internazionale alla guida di una Nazionale straniera.
• Alcune gaffe con la lingua giapponese. Durante un brindisi disse “cin cin”, «che però in giapponese vuol dire “piccolo pene”». Un’altra volta in un allenamento prepartita: «Dicevo ai giocatori di marcare un avversario magro e per mimarlo ho mostrato il dito mignolo. Per loro quel gesto significa “amante”: sono diventati tutti rossi» (Laura Pezzino) [Vty 27/7/2011].
• «Per ottenere grandi risultati bisogna anche accollarsi grandi rischi, come è accaduto a me nel 1989 quando mi sono trovato di fronte alla scelta se tentare la carriera di allenatore a tempo pieno o continuare a fare l’albergatore a Cesenatico e rimanere come tecnico in Romagna. Il trascorso da albergatore mi è servito tanto anche nel calcio, aiutandomi a conoscere chi di volta in volta avevo di fronte, perché in uno spogliatoio non c’è un giocatore uguale a un altro, così come i turisti. E raramente un mio ex calciatore ha fatto meglio da altre parti» (a Gianluca Strocchi) [Rep 6/2/2011].
• La sua stagione più felice fu forse quella all’Udinese, condotta nel 1998 ad un memorabile 3° posto in campionato. «Straordinaria, con le ali, la difesa a tre e la torre» (Germano Bovolenta).
• Giancarlo Laurenzi sull’avventura-disavventura al Milan: «La leggenda racconta che quando Berlusconi, allora all’opposizione, si accorse che Zaccheroni, allora allenatore del Milan, custodiva la tessera di Rifondazione nel portafoglio come un santino, chiamò Galliani e ne chiese il licenziamento. Galliani, solitamente ligio agli ordini del padrone, nicchiò, cercando la mediazione. “È sul punto di vincere lo scudetto al primo colpo, cacciarlo sarebbe un atto di censura evidente. Un assist per la sinistra”. “Trovi il pretesto – ribatté il multipresidente – uno così inquina l’ambiente”. Grazie a un recupero da fantascienza sulla Lazio (di Vieri, Nedved, Mancini e Nesta) Zaccheroni vinse davvero lo scudetto (con una squadra che l’anno prima Capello aveva lasciato precipitare al decimo posto) ma Berlusconi anziché incensarne le qualità andò in tv per spiegare che il merito era principalmente suo: “L’ho convinto a far giocare Boban. E gli ho spiegato come”. A quella picconata ne seguirono altre, fino a ubriacare la contabilità. L’inevitabile esonero arrivò quando il Milan fu eliminato dalla Champions e Berlusconi ci tenne ad annunciarne la cacciata in diretta: “Se i miei collaboratori avessero dato ascolto a chi vede lontano, non saremmo arrivati a questo punto. Via questo allenatore, rimetterò le cose a posto”. In realtà Zaccheroni non aveva la tessera di Bertinotti, ma non ha mai smentito di avere simpatie per la parte politica che al presidente del Milan ripugna».
• «Sono di sinistra, ma molto moderato» (a Roberto Pavanello).
• La carriera di calciatore (giocò in D col Cesenatico) fu stroncata da un’adenopatia ilare, la stessa malattia che all’inizio degli anni 70 colpì Roberto Bettega, «solo che lui è tornato a giocare e io no».
• Vive di preferenza a Cesenatico, ha ristrutturato un albergo sulla riviera romagnola.