3 giugno 2012
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Biografia di Fabio Volo
• (Fabio Bonetti) Brescia 23 giugno 1972. Conduttore radio/tv. Attore. Scrittore ecc. Più di recente in tv con Volo in diretta (2012-2013), nella seconda serata di Raitre, al cinema in Studio illegale di Umberto Carteni (2013), in libreria col best seller La strada verso casa (Mondadori 2013, 28 mila copie in una settimana), in radio con Il volo del mattino (Radio Deejay). «Quando sento la parola “studiare” scappo».
• Figlio di un panettiere, da ragazzo lavorò nel forno di famiglia. «Ho cominciato a 22 anni in discoteca come intrattenitore. Poi ho scritto canzoni, ho partecipato al Festival di Castrocaro. Ho lavorato in radio con Cecchetto. Poi la crisi: stavo diventando famoso ma mi sentivo infelice. Facevo tutto per piacere agli altri, non per me stesso. Sono andato a Londra, a fare lavori manuali. Mi sono dato alcune regole fondamentali, ho imparato a dire no. Sono tornato in Italia, ho lavorato in tv a Match Music, poi sono arrivate le Iene» (da un’intervista di Maria Volpe).
• «Quando abbandonai la scuola i miei genitori mi dissero: fa’ qualcosa che ti fa star bene, basta che fai qualcosa. In realtà neppure io sapevo esattamente che cosa volevo fare. Il mio primo desiderio era quello di andare via da quella vita segnata. Anche la voglia di rivalsa sociale è stata importante: la mia non è stata un’infanzia agiata» (a Michele Brambilla) [Sta 9/11/2013].
• «Il nome me lo ha dato Claudio Cecchetto, tanto tempo fa. Eravamo tre Fabi a Rete 105, io avevo scritto una canzone che si chiamava Volo e sono diventato “il Fabio di Volo”».
• «È autore di volumi ma non si sente scrittore. Fa la radio e la televisione ma non si sente presentatore. Ha fatto film ma non si sente attore: è Fabio Volo, l’uomo dal talento plurimo, che, se non bastasse, ha dimostrato anche di saper cantare esibendosi senza infamia con i Negramaro in Mentre tutto scorre» (Maria Pia Fusco).
• «L’aspetto più simpatico di Volo è che vive nell’indeterminatezza temporale. È un ex a tutti gli effetti (ex panettiere, ex iena, ex cantante, ex giovane) che non si rassegna a un nuovo stato professionale. Fa l’intrattenitore radiofonico, l’attore, lo scrittore, il cazzaro. Senza mai scegliere, sempre sapientemente sospeso fra la genialità e l’improntitudine, fra la curiosità e la paraculaggine» (Aldo Grasso).
• «Ci sono tre figure-chiave nella rappresentazione classica di Fabio Volo: il pane, l’infedeltà e il successo in libreria. Per gli italiani Volo è un ex panettiere bresciano, allergico alla monogamia, che è riuscito a vendere 7 milioni di libri in un Paese che legge poco. Da quando, a 19 anni, ha lasciato il forno di Carugate per il mondo dello spettacolo, gli è venuto bene quasi tutto: la radio, la televisione, il cinema, e – naturalmente – i romanzi» (Serena Danna) [Rep 7/2/2014].
• Il suo primo romanzo, Esco a fare due passi (Mondadori 2001), vendette subito 200 mila copie. Una candidatura al David di Donatello per Casomai (Alessandro D’Alatri 2002). «Faccio tante cose insieme perché non so farne una in particolare, e mi dico che imparerò strada facendo. Ma soprattutto se ne va male una mi restano le altre» (da un’intervista di Raffaella Silipo). Nel 2008 commentò da Los Angeles la serata degli Oscar per Sky Cinema.
• «Il cinema è un lavoro bellissimo, se potessi farei un film al giorno, il mio ego se la gode con il mio faccione su uno schermo tre metri per sei». Tra gli altri film, La febbre (D’Alatri 2005), Manuale d’amore 2 (Giovanni Veronesi 2007), Bianco e nero (Cristina Comencini 2008), Figli delle stelle (Lucio Pellegrini 2010), Niente paura (Piergiorgio Gay 2010), Il giorno in più (Massimo Venier 2011) ecc.
• «Non sono uno scrittore, butto giù a caso tra tv, viaggi, altre robe. Ho la casa piena di foglietti. Magari c’è un giorno che sto male e scrivo».
• «Quando presento un libro dico che sono un attore. E quando vado a presentare un film dico che scrivo libri. Mi trovo uscite di sicurezza. Non frequento, non appaio, però non sono nemmeno quello che legge il Manifesto davanti a tutti per darsi un tono. Posso andare in un centro sociale ma anche all’oratorio o in un albergo a cinque stelle senza essere uno da albergo a cinque stelle. Forse sono un individualista. Guadagno molti soldi ma non mi compro la villa con piscina. Vivo la mia vita. Ho un forte legame con la mia famiglia e mi bastano quelle dieci persone che sono i miei familiari e una manciata scarsa di amici. Rispondo a loro e a me stesso. Il lavoro è una parte importante ma non passo la mia vita a fare Fabio Volo. Ho anche la fortuna di chiamarmi Bonetti di cognome: mi permette una linea di demarcazione».
• «Lavoro con Mondadori, il gruppo Espresso, Mediaset. Ma quando sento parlare di destra e di sinistra non mi sento coinvolto, tanto quelli candidati nel centrodestra poi tra cinque anni si candideranno nel centrosinistra» (da un’intervista di Silvia Fumarola).
• «Faccio fatica a vivere lo stile di vita che propone la destra, non posso essere leghista, né di An, né di Forza Italia. Ma faccio la stessa fatica a mettere una croce dove c’è Rutelli o dove c’è Prodi. Quando facevo il panettiere e avevo i debiti chiunque vincesse lo prendevo in quel posto, adesso che ho i soldi chiunque vinca sto a posto».
• «Non mi piace McDonald’s: non butto giù le vetrine ma non vado a comprarmi il panino. Non mi piace Maria De Filippi, non la guardo. Non vado ospite di Costanzo anche se venderei centomila copie di più del mio libro. Non ho mai fatto pubblicità a un telefono o a una bibita anche se mi hanno offerto tanti soldi per farlo».
• All’inizio del 2006 ricoverato d’urgenza, per più di venti giorni i medici non capirono che cosa avesse: «Mi mancava un enzima. Ma un’esperienza così ti cambia per forza» (al settimanale A).
• «Non sono interessato al matrimonio, anche una convivenza mi spaventa, stare nella stessa casa è una follia che può peggiorare il rapporto».
• Fidanzato dal 2011 con l’islandese Johanna Hauksdottir. I due si sono conosciuti a New York, dove lui ha una casa e lei insegnava pilates (Vty 9/10/2013). A novembre 2013 è nato il loro primo figlio, Sebastian.