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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Vittorio Vidotto

• Milano 17 marzo 1941. Storico. Docente di Storia contemporanea alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, dove ha insegnato a lungo Storia moderna. Tra i suoi libri: Roma contemporanea (2001), Italiani/ e. Dal miracolo economico a oggi (2005), Guida allo studio della storia contemporanea (2006) ecc., tutti editi da Laterza.
• Uno degli intellettuali chiamati a tenere le “Lezioni di storia” della Laterza, a Roma, sin dalla prima edizione all’Auditorium nel 2006 (subito un successo: un milione di persone ha scaricato i testi da Internet o comprato i dvd di quegli incontri). Nel 2008 tenne la lezione finale del ciclo, in piazza del Campidoglio, sul tema “Piazza Venezia: celebrazione e sconfitta del mito della patria”. Nell’occasione lanciò la proposta di riabilitare la piazza, recidendo per sempre il suo legame con il regime fascista. Questo il suo messaggio al ministro della Difesa e al sindaco di Roma: «Durante la sfilata del 2 giugno collocare lì la tribuna delle autorità, ma con le spalle significativamente rivolte al balcone di Mussolini e guardando il Vittoriano, e concludere la cerimonia. Così, per piazza Venezia, si chiuderebbe una pagina legata al passato e se ne aprirebbe una nuova nell’Italia di oggi».
• Nel maggio 2008 si trovò costretto a rimanere chiuso nella presidenza della Facoltà di Lettere della Sapienza con due segretarie e il preside Guido Pescosolido messo sotto assedio dalle pesanti contestazioni dei Collettivi di sinistra.
• Nell’ottobre 2010 si dichiarò contrario all’ipotesi, avanzata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa dopo un appello di Vittorio Emanuele di Savoia, di riportare in Italia le salme degli ultimi due re, Vittorio Emanuele III e Umberto II (tumulati rispettivamente ad Alessandria d’Egitto e a Hautecombe nella Savoia francese), in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. «Secondo lo storico sarebbe meglio che i due re restassero fuori dall’Italia: “Non condivido le parole del ministro. Questi ultimi due re sono segno di divisione, non di unità del paese. È una proposta sulla quale soprassederei: ci sono altre cose più importanti”. Neanche un gesto di pietà? “E perché? Di che pietà parliamo? Nessuno pensa più a questi due re, forse qualche nostalgico monarchico. Umberto II è stato condannato da un referendum, Vittorio Emanuele III è stato condannato dalla storia. Ricordo che scappò da Roma, attaccata dai tedeschi, lasciando la città indifesa. Non mi sembra affatto meritevole di un revisionismo storico. La pietà, ce l’ha chi la vuole avere”» (Alessandro Trocino) [Cds 16/10/2010].
• Nell’estate 2013 ha espresso tutto il proprio dissenso rispetto al progetto di pedonalizzazione dell’area dei Fori Imperiali propugnato dal sindaco di Roma Ignazio Marino (che pure asserisce di aver votato, pochi mesi prima), giudicandola un’operazione di mero «antifascismo urbanistico», incurante delle autentiche esigenze dei cittadini, «come quella di avere un servizio di trasporto efficiente»: «Al professor Vidotto non piace l’idea che possano in futuro scomparire i Fori Imperiali, “l’unica grande strada dedicata ai grandi eventi. Il fascismo l’aveva pensata come una strada che collegasse attraverso un unico sguardo l’impero romano a quello fascista, anche quella un’utopia. Ma in questo modo cancelliamo una delle vere grandi idee urbanistiche dell’epoca, un luogo fortemente connotato e molto legato alla nostra memoria. Sono favorevole alla pedonalizzazione, ma assolutamente contrario alla cancellazione dell’esistente. La verità è che il problema è la mancanza di coordinamento tra le esigenze di tutela archeologica e le esigenze dei cittadini”» (Maria Rosaria Spadaccino) [Cds 8/7/2013].
• Sposato, due figli.