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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Azeglio Vicini

• Cesena (Cesena e Forlì) 20 marzo 1933 - Brescia 31 gennaio 2018. Ex calciatore. Mediano, vinse due tornei di Viareggio col Vicenza (1954, 1955), quindi giocò con Sampdoria e Brescia. Allenatore, prima condusse alla finale europea (persa ai rigori con la Spagna nell’86) la spettacolare under 21 di Donadoni, Vialli, Zenga, Mancini, Giannini ecc., poi, usando quella stessa base, ottenne il terzo posto agli Europei dell’88 (sconfitta in semifinale con l’Urss) e ai Mondiali 1990 (giocati in Italia, sconfitta in semifinale ai rigori con l’Argentina di Maradona). Esonerato dopo la mancata qualificazione alla fase finale degli Europei 1992, fu sostituito da Arrigo Sacchi. In seguito è stato presidente dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio (Aiac, di cui è ora presidente onorario) e del Settore tecnico della Figc (fino al 2010). «Questo sport è bello e divertente a tutti i livelli e in ogni categoria. La guerra finì quando avevo dodici anni. Per me e i miei coetanei il calcio era libertà assoluta. Cosa chiedere di più?» (a Bruno Forza) [Cds 6/11/2013].
• Parlando della semifinale dei mondiali Italia-Argentina disputata a Napoli il 3 luglio 1990, ha gettato un’ombra sulla condotta arbitrale del francese Michel Vautrot: «Non ho mai voluto attaccarmi al direttore di gara. A distanza di 20 anni, ora, però, lo posso dire: ci ha penalizzati. Su 12-13 decisioni dubbie ne ha fischiate solo 3-4 per noi. E c’è anche un episodio decisivo che non tutti ricordano. Sull’1-0 Giusti, già ammonito, tocca il pallone di mano. L’arbitro mette la mano in tasca e sta per estrarre il cartellino. Poi si accorge che dovrebbe espellerlo e ci ripensa. Vada a rivedersi le immagini. D’altronde Vautrot… Al momento della designazione riceviamo una strana telefonata, ci mettono in guardia: “Ha già combinato guai contro un’italiana in Coppa. Attenzione”. Ma che dovevamo fare? Non potevamo certo rifiutarlo» (ad Alessandro Dall’Orto) [Lib 28/3/2010].
• Ha più volte manifestato la propria contrarietà rispetto all’eccessiva presenza di giocatori stranieri od oriundi nel calcio italiano, e nella Nazionale in particolare: «Vorrei vedere quelli che parlano di libera circolazione se, oltre ai calciatori, dall’estero arrivassero anche centinaia di giornalisti, medici o ingegneri» (a Marco Sarti) [Rif 19/8/2009]. «È innegabile che l’elevato numero di giocatori stranieri penalizzi i nostri giovani, ma una soluzione ci sarebbe: giocare di più. I bambini devono tornare nelle piazze e negli oratori con i palloni come una volta, poi sarà quel che sarà» (a Bruno Forza) [cit.].
• «Era nato nelle campagne di Cesena, alla Cascina Rossa di San Vittore, nel 1933. Era poi cresciuto a Cesenatico, dove alle elementari aveva avuto come maestra la mamma di Giorgio Ghezzi, il portiere kamikaze di Inter e Milan» (Sebastiano Vernazza) [Gds 31/1/2018]. Ultimo dei sette figli di una coppia di mezzadri romagnoli, «benché la madre lo volesse maestro, l’Azeglio fantasticava sull’Africa, leggeva Salgari e sognava di fare l’esploratore. Ha avuto due grandi amori nello sport: Fausto Coppi e il Grande Torino. È appassionato di Garibaldi e di lirica. Ha reso l’inglese obbligatorio nei corsi per allenatori. Ha stile, ironia, buon senso e onestà intellettuale» (Gian Luca Favetto) [Ven 15/3/2013]. «Formidabile raccontatore di barzellette, la migliore – un ragazzo che parte per un’avventura erotica a Bologna – purtroppo non raccontabile» (Fabrizio Bocca) [Rep 20/3/2013].
• «Con lui la Nazionale era sempre in parata. Se all’allenamento c’erano le tv, Azeglio le faceva sfilare il gruppo davanti: “Via, via, un po’ di corsa da questa parte...”» (la Repubblica).
• Sposato da una vita con Ines Crosara, tre figli: Ofelia (insegnante), Manlio e Gianluca (avvocati).